lunedì 30 aprile 2012

Le parole del Papa alla GMG: Colonia 2005

Riviviamo oggi la GMG di "passaggio" tra Giovanni Paolo II (scrittore del messaggio che potete rileggere qui sotto) e Benedetto XVI: Colonia 2005. Se voleste leggere, oltre al messaggio, all'omelia e all'angelus, tutti gli altri interventi dei S.Padri e l'omelia del Card. Ruini vi invitiamo a cliccare qui.


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
PER LA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(COLONIA, AGOSTO 2005) 


Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2)

Carissimi giovani!
1. Quest’anno abbiamo celebrato la XIX Giornata Mondiale della Gioventù meditando sul desiderio espresso da alcuni greci, giunti a Gerusalemme in occasione della Pasqua: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21). Ed eccoci ora in cammino verso Colonia, dove nell’agosto 2005 si terrà la XX Giornata Mondiale della Gioventù.
Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2): questo è il tema del prossimo incontro mondiale giovanile. E’ un tema che permette ai giovani di ogni continente di ripercorrere idealmente l’itinerario dei Magi, le cui reliquie secondo una pia tradizione sono venerate proprio in quella città, e di incontrare, come loro, il Messia di tutte le nazioni.
In verità, la luce di Cristo rischiarava già l’intelligenza e il cuore dei Magi. “Essi partirono” (Mt 2,9), racconta l’evangelista, lanciandosi con coraggio per strade ignote e intraprendendo un lungo e non facile viaggio. Non esitarono a lasciare tutto per seguire la stella che avevano visto sorgere in Oriente (cfr Mt 2,1). Imitando i Magi, anche voi, cari giovani, vi accingete a compiere un “viaggio” da ogni regione del globo verso Colonia. E’ importante non solo che vi preoccupiate dell’organizzazione pratica della Giornata Mondiale della Gioventù, ma occorre che ne curiate in primo luogo la preparazione spirituale, in un’atmosfera di fede e di ascolto della Parola di Dio.
2. “Ed ecco la stella … li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo in cui si trovava il bambino” (Mt 2,9). I Magi arrivarono a Betlemme perché si lasciarono docilmente guidare dalla stella. Anzi, “al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10). E’ importante, carissimi, imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre” (Mt 2,11). Niente di straordinario a prima vista. Eppure quel Bambino è diverso dagli altri: è l’unigenito Figlio di Dio che si è spogliato della sua gloria (cfr Fil 2,7) ed è venuto sulla terra per morire in Croce. E’ sceso tra noi e si è fatto povero per rivelarci la gloria divina, che contempleremo pienamente in Cielo, nostra patria beata.
Chi avrebbe potuto inventare un segno d’amore più grande? Restiamo estasiati dinanzi al mistero di un Dio che si abbassa per assumere la nostra condizione umana sino ad immolarsi per noi sulla croce (cfr Fil 2,6-8). Nella sua povertà, è venuto ad offrire la salvezza ai peccatori Colui che - come ci ricorda san Paolo - “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8,9). Come rendere grazie a Dio per tanta accondiscendente bontà?
3. I Magi incontrano Gesù a “Bêt-lehem”, che significa “casa del pane”. Nell’umile grotta di Betlemme giace, su un po’ di paglia, il “chicco di grano” che morendo porterà “molto frutto” (cfrGv 12,24). Per parlare di se stesso e della sua missione salvifica Gesù, nel corso della sua vita pubblica, farà ricorso all’immagine del pane. Dirà: “Io sono il pane della vita”, “Io sono il pane disceso dal cielo”, “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6, 35.41.51).
Ripercorrendo con fede l’itinerario del Redentore dalla povertà del Presepio all’abbandono dellaCroce, comprendiamo meglio il mistero del suo amore che redime l’umanità. Il Bambino, adagiato da Maria nella mangiatoia, è l’Uomo-Dio che vedremo inchiodato sulla Croce. Lo stesso Redentore è presente nel sacramento dell’Eucaristia. Nella stalla di Betlemme si lasciò adorare, sotto le povere apparenze di un neonato, da Maria, da Giuseppe e dai pastori; nell’Ostia consacrata lo adoriamo sacramentalmente presente in corpo, sangue, anima e divinità, e a noi si offre come cibo di vita eterna. La santa Messa diviene allora il vero appuntamento d’amore con Colui che ha dato tutto se stesso per noi. Non esitate, cari giovani, a rispondergli quando vi invita “al banchetto di nozze dell’Agnello” (cfr Ap 19,9). Ascoltatelo, preparatevi in modo adeguato e accostatevi al Sacramento dell’Altare, specialmente in quest’Anno dell’Eucaristia (ottobre 2004-2005) che ho voluto indire per tutta la Chiesa.
4. “E prostratisi lo adorarono” (Mt 2,11). Se nel bambino che Maria stringe fra le sue braccia i Magi riconoscono e adorano l’atteso delle genti annunziato dai profeti, noi oggi possiamo adorarlo nell’Eucaristia e riconoscerlo come nostro Creatore, unico Signore e Salvatore.
Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,11). I doni che i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con il Padre.
Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostrapreghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha.
5. Siate adoratori dell’unico vero Dio, riconoscendogli il primo posto nella vostra esistenza! L’idolatria è tentazione costante dell’uomo. Purtroppo c’è gente che cerca la soluzione dei problemi in pratiche religiose incompatibili con la fede cristiana. E’ forte la spinta a credere ai facili miti del successo e del potere; è pericoloso aderire a concezioni evanescenti del sacro che presentano Dio sotto forma di energia cosmica, o in altre maniere non consone con la dottrina cattolica.
Giovani, non cedete a mendaci illusioni e mode effimere che lasciano non di rado un tragico vuoto spirituale! Rifiutate le seduzioni del denaro, del consumismo e della subdola violenza che esercitano talora i mass-media.
L’adorazione del vero Dio costituisce un autentico atto di resistenza contro ogni forma di idolatria. Adorate Cristo: Egli è la Roccia su cui costruire il vostro futuro e un mondo più giusto e solidale. Gesù è il Principe della pace, la fonte di perdono e di riconciliazione, che può rendere fratelli tutti i membri della famiglia umana.
6. “Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Il Vangelo precisa che, dopo aver incontrato Cristo, i Magi tornarono al loro paese “per un’altra strada”. Tale cambiamento di rotta può simboleggiare la conversione a cui coloro che incontrano Gesù sono chiamati per diventare i veri adoratori che Egli desidera (cfr Gv 4,23-24). Ciò comporta l’imitazione del suo modo di agire facendo di se stessi, come scrive l’apostolo Paolo, un “sacrificio vivente, santo e gradito a Dio”. L’Apostolo aggiunge poi di non conformarsi alla mentalità di questo secolo, ma di trasformarsi rinnovando la mente, “per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto” (cfr Rm 12,1-2).
Ascoltare Cristo e adorarlo porta a fare scelte coraggiose, a prendere decisioni a volte eroiche. Gesù è esigente perché vuole la nostra autentica felicità. Chiama alcuni a lasciare tutto per seguirlo nella vita sacerdotale o consacrata. Chi avverte quest’invito non abbia paura di rispondergli “sì” e si metta generosamente alla sua sequela. Ma, al di là delle vocazioni di speciale consacrazione, vi è la vocazione propria di ogni battezzato: anch’essa è vocazione a quella “misura alta” della vita cristiana ordinaria che s’esprime nella santità (cfr Novo millennio ineunte, 31). Quando si incontra Cristo e si accoglie il suo Vangelo, la vita cambia e si è spinti a comunicare agli altri la propria esperienza.
Sono tanti i nostri contemporanei che non conoscono ancora l’amore di Dio, o cercano di riempirsi il cuore con surrogati insignificanti. E’ urgente, pertanto, essere testimoni dell’amore contemplato in Cristo. L’invito a partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù è anche per voi, cari amici che non siete battezzati o che non vi riconoscete nella Chiesa. Non è forse vero che pure voi avete sete di Assoluto e siete in ricerca di “qualcosa” che dia significato alla vostra esistenza? Rivolgetevi a Cristo e non sarete delusi.
7. Cari giovani, la Chiesa ha bisogno di autentici testimoni per la nuova evangelizzazione: uomini e donne la cui vita sia stata trasformata dall’incontro con Gesù; uomini e donne capaci di comunicare quest’esperienza agli altri. La Chiesa ha bisogno di santi. Tutti siamo chiamati alla santità, e solo i santi possono rinnovare l’umanità. Su questo cammino di eroismo evangelico tanti ci hanno preceduto ed è alla loro intercessione che vi esorto a ricorrere spesso. Incontrandovi a Colonia, imparerete a conoscere meglio alcuni di loro, come san Bonifacio, l’apostolo della Germania, e i Santi di Colonia, in particolare Orsola, Alberto Magno, Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e il beato Adolph Kolping. Fra questi, vorrei particolarmente citare sant’Alberto e santa Teresa Benedetta della Croce che, con lo stesso atteggiamento interiore dei Magi, hanno appassionatamente cercato la verità. Essi non hanno esitato a mettere le loro capacità intellettuali al servizio della fede, testimoniando così che fede e ragione sono legate e si richiamano a vicenda.
Carissimi giovani incamminati idealmente verso Colonia, il Papa vi accompagna con la sua preghiera. Maria, “donna eucaristica” e Madre della Sapienza, sostenga i vostri passi, illumini le vostre scelte, vi insegni ad amare ciò che è vero, buono e bello. Vi porti tutti a suo Figlio, il solo che può soddisfare le attese più intime dell’intelligenza e del cuore dell’uomo.
Con la mia Benedizione!
Da Castel Gandolfo, 6 Agosto 2004
IOANNES PAULUS PP. II



VIAGGIO APOSTOLICO A COLONIA
IN OCCASIONE DELLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
SANTA MESSA NELLA SPIANATA DI MARIENFELD
OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Colonia, Spianata di Marienfeld
Domenica, 21 agosto 2005

Parole del Santo Padre all'inizio della Celebrazione
Caro Cardinale Meisner,
cari giovani!
Vorrei ringraziarti cordialmente, caro Confratello nell'Episcopato, per queste tue parole commoventi che ci introducono tanto opportunamente in questa celebrazione liturgica. Avrei voluto percorrere col papamobile tutto il territorio in lungo e in largo per essere possibilmente vicino a ciascuno singolarmente. Per le difficoltà dei sentieri non era possibile, ma saluto ciascuno con tutto il cuore. Il Signore vede e ama ogni singola persona. Tutti noi formiamo insieme la Chiesa vivente e ringraziamo il Signore per questa ora in cui Egli ci dona il mistero della sua presenza e la possibilità di essere in comunione con Lui.
Sappiamo tutti di essere imperfetti, di non poter essere per Lui una casa appropriata. Per questo cominciamo la Santa Messa raccogliendoci e pregando il Signore di rimuovere da noi tutto ciò che ci separa da Lui e separa noi gli uni dagli altri. Ci faccia così il dono di celebrare degnamente i Santi Misteri.
***
Cari giovani!
Davanti all'Ostia sacra, nella quale Gesù per noi si è fatto pane che dall'interno sostiene e nutre la nostra vita (cfr Gv 6, 35), abbiamo ieri sera cominciato il cammino interiore dell'adorazione. Nell'Eucaristia l'adorazione deve diventare unione. Con la Celebrazione eucaristica ci troviamo in quell'"ora" di Gesù di cui parla il Vangelo di Giovanni. Mediante l'Eucaristia questa sua "ora" diventa la nostra ora, presenza sua in mezzo a noi. Insieme con i discepoli Egli celebrò la cena pasquale d'Israele, il memoriale dell'azione liberatrice di Dio che aveva guidato Israele dalla schiavitù alla libertà. Gesù segue i riti d'Israele. Recita sul pane la preghiera di lode e di benedizione. Poi però avviene una cosa nuova. Egli ringrazia Dio non soltanto per le grandi opere del passato; lo ringrazia per la propria esaltazione che si realizzerà mediante la Croce e la Risurrezione, parlando ai discepoli anche con parole che contengono la somma della Legge e dei Profeti: "Questo è il mio Corpo dato in sacrificio per voi. Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio Sangue". E così distribuisce il pane e il calice, e insieme dà loro il compito di ridire e rifare sempre di nuovo in sua memoria quello che sta dicendo e facendo in quel momento.
Che cosa sta succedendo? Come Gesù può distribuire il suo Corpo e il suo Sangue? Facendo del pane il suo Corpo e del vino il suo Sangue, Egli anticipa la sua morte, l'accetta nel suo intimo e la trasforma in un'azione di amore. Quello che dall'esterno è violenza brutale - la crocifissione -, dall'interno diventa un atto di un amore che si dona totalmente. È questa la trasformazione sostanziale che si realizzò nel cenacolo e che era destinata a suscitare un processo di trasformazioni il cui termine ultimo è la trasformazione del mondo fino a quella condizione in cui Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15, 28). Già da sempre tutti gli uomini in qualche modo aspettano nel loro cuore un cambiamento, una trasformazione del mondo. Ora questo è l'atto centrale di trasformazione che solo è in grado di rinnovare veramente il mondo: la violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita. Poiché questo atto tramuta la morte in amore, la morte come tale è già dal suo interno superata, è già presente in essa la risurrezione. La morte è, per così dire, intimamente ferita, così che non può più essere lei l'ultima parola. È questa, per usare un'immagine a noi oggi ben nota, la fissione nucleare portata nel più intimo dell'essere - la vittoria dell'amore sull'odio, la vittoria dell'amore sulla morte. Soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male può suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo. Tutti gli altri cambiamenti rimangono superficiali e non salvano. Per questo parliamo di redenzione: quello che dal più intimo era necessario è avvenuto, e noi possiamo entrare in questo dinamismo. Gesù può distribuire il suo Corpo, perché realmente dona se stesso.
Questa prima fondamentale trasformazione della violenza in amore, della morte in vita trascina poi con sé le altre trasformazioni. Pane e vino diventano il suo Corpo e Sangue. A questo punto però la trasformazione non deve fermarsi, anzi è qui che deve cominciare appieno. Il Corpo e il Sangue di Cristo sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Noi stessi dobbiamo diventare Corpo di Cristo, consanguinei di Lui. Tutti mangiamo l'unico pane, ma questo significa che tra di noi diventiamo una cosa sola. L'adorazione, abbiamo detto, diventa unione. Dio non è più soltanto di fronte a noi, come il Totalmente Altro. È dentro di noi, e noi siamo in Lui. La sua dinamica ci penetra e da noi vuole propagarsi agli altri e estendersi a tutto il mondo, perché il suo amore diventi realmente la misura dominante del mondo. Io trovo un'allusione molto bella a questo nuovo passo che l'Ultima Cena ci ha donato nella differente accezione che la parola "adorazione" ha in greco e in latino. La parola greca suona proskynesis. Essa significa il gesto della sottomissione, il riconoscimento di Dio come nostra vera misura, la cui norma accettiamo di seguire. Significa che libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misura della verità e del bene, per diventare in tal modo noi stessi veri e buoni. Questo gesto è necessario, anche se la nostra brama di libertà in un primo momento resiste a questa prospettiva. Il farla completamente nostra sarà possibile soltanto nel secondo passo che l'Ultima Cena ci dischiude. La parola latina per adorazione è ad-oratio - contatto bocca a bocca, bacio, abbraccio e quindi in fondo amore. La sottomissione diventa unione, perché colui al quale ci sottomettiamo è Amore. Così sottomissione acquista un senso, perché non ci impone cose estranee, ma ci libera in funzione della più intima verità del nostro essere.
Torniamo ancora all'Ultima Cena. La novità che lì si verificò, stava nella nuova profondità dell'antica preghiera di benedizione d'Israele, che da allora diventa la parola della trasformazione e dona a noi la partecipazione all'"ora" di Cristo. Gesù non ci ha dato il compito di ripetere la Cena pasquale che, del resto, in quanto anniversario, non è ripetibile a piacimento. Ci ha dato il compito di entrare nella sua "ora". Entriamo in essa mediante la parola del potere sacro della consacrazione - una trasformazione che si realizza mediante la preghiera di lode, che ci pone in continuità con Israele e con tutta la storia della salvezza, e al contempo ci dona la novità verso cui quella preghiera per sua intima natura tendeva. Questa preghiera - chiamata dalla Chiesa "preghiera eucaristica" - pone in essere l'Eucaristia. Essa è parola di potere, che trasforma i doni della terra in modo del tutto nuovo nel dono di sé di Dio e ci coinvolge in questo processo di trasformazione. Per questo chiamiamo questo avvenimento Eucaristia, che è la traduzione della parola ebraica beracha - ringraziamento, lode, benedizione, e così trasformazione a partire dal Signore: presenza della sua "ora". L'ora di Gesù è l'ora in cui vince l'amore. In altri termini: è Dio che ha vinto, perché Egli è l'Amore. L'ora di Gesù vuole diventare la nostra ora e lo diventerà, se noi, mediante la celebrazione dell'Eucaristia, ci lasciamo tirare dentro quel processo di trasformazioni che il Signore ha di mira. L'Eucaristia deve diventare il centro della nostra vita. Non è positivismo o brama di potere, se la Chiesa ci dice che l'Eucaristia è parte della domenica. Al mattino di Pasqua, prima le donne e poi i discepoli ebbero la grazia di vedere il Signore. D'allora in poi essi seppero che ormai il primo giorno della settimana, la domenica, sarebbe stato il giorno di Lui, di Cristo. Il giorno dell'inizio della creazione diventava il giorno del rinnovamento della creazione. Creazione e redenzione vanno insieme. Per questo è così importante la domenica. È bello che oggi, in molte culture, la domenica sia un giorno libero o, insieme col sabato, costituisca addirittura il cosiddetto "fine-settimana" libero. Questo tempo libero, tuttavia, rimane vuoto se in esso non c'è Dio. Cari amici! Qualche volta, in un primo momento, può risultare piuttosto scomodo dover programmare nella domenica anche la Messa. Ma se vi ponete impegno, constaterete poi che è proprio questo che dà il giusto centro al tempo libero. Non lasciatevi dissuadere dal partecipare all'Eucaristia domenicale ed aiutate anche gli altri a scoprirla. Certo, perché da essa si sprigioni la gioia di cui abbiamo bisogno, dobbiamo imparare a comprenderla sempre di più nelle sue profondità, dobbiamo imparare ad amarla. Impegniamoci in questo senso - ne vale la pena! Scopriamo l'intima ricchezza della liturgia della Chiesa e la sua vera grandezza: non siamo noi a far festa per noi, ma è invece lo stesso Dio vivente a preparare per noi una festa. Con l'amore per l'Eucaristia riscoprirete anche il sacramento della Riconciliazione, nel quale la bontà misericordiosa di Dio consente sempre un nuovo inizio alla nostra vita.
Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmetterla. In vaste parti del mondo esiste oggi una strana dimenticanza di Dio. Sembra che tutto vada ugualmente anche senza di Lui. Ma al tempo stesso esiste anche un sentimento di frustrazione, di insoddisfazione di tutto e di tutti. Vien fatto di esclamare: Non è possibile che questa sia la vita! Davvero no. E così insieme con la dimenticanza di Dio esiste come un boom del religioso. Non voglio screditare tutto ciò che c'è in questo contesto. Può esserci anche la gioia sincera della scoperta. Ma, per dire il vero, non di rado la religione diventa quasi un prodotto di consumo. Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la religione cercata alla maniera del "fai da te" alla fin fine non ci aiuta. È comoda, ma nell'ora della crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo! Cerchiamo noi stessi di conoscerlo sempre meglio per poter in modo convincente guidare anche gli altri verso di Lui. Per questo è così importante l'amore per la Sacra Scrittura e, di conseguenza, importante conoscere la fede della Chiesa che ci dischiude il senso della Scrittura. È lo Spirito Santo che guida la Chiesa nella sua fede crescente e l'ha fatta e la fa penetrare sempre di più nelle profondità della verità (cfr Gv 16, 13). Papa Giovanni Paolo II ci ha donato un'opera meravigliosa, nella quale la fede dei secoli è spiegata in modo sintetico: il Catechismo della Chiesa Cattolica. Io stesso recentemente ho potuto presentare il Compendio di tale Catechismo, che è stato anche elaborato a richiesta del defunto Papa. Sono due libri fondamentali che vorrei raccomandare a tutti voi.
Ovviamente, i libri da soli non bastano. Formate delle comunità sulla base della fede! Negli ultimi decenni sono nati movimenti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa sentire con vivacità. Cercate la comunione nella fede come compagni di cammino che insieme continuano a seguire la strada del grande pellegrinaggio che i Magi dell'Oriente ci hanno indicato per primi. La spontaneità delle nuove comunità è importante, ma è pure importante conservare la comunione col Papa e con i Vescovi. Sono essi a garantire che non si sta cercando dei sentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grande famiglia di Dio che il Signore ha fondato con i dodici Apostoli.
Ancora una volta devo ritornare all'Eucaristia. "Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo" dice san Paolo (1 Cor 10, 17). Con ciò intende dire: Poiché riceviamo il medesimo Signore ed Egli ci accoglie e ci attira dentro di sé, siamo una cosa sola anche tra di noi. Questo deve manifestarsi nella vita. Deve mostrarsi nella capacità del perdono. Deve manifestarsi nella sensibilità per le necessità dell'altro. Deve manifestarsi nella disponibilità a condividere. Deve manifestarsi nell'impegno per il prossimo, per quello vicino come per quello esternamente lontano, che però ci riguarda sempre da vicino.
Esistono oggi forme di volontariato, modelli di servizio vicendevole, di cui proprio la nostra società ha urgentemente bisogno. Non dobbiamo, ad esempio, abbandonare gli anziani alla loro solitudine, non dobbiamo passare oltre di fronte ai sofferenti. Se pensiamo e viviamo in virtù della comunione con Cristo, allora ci si aprono gli occhi. Allora non ci adatteremo più a vivacchiare preoccupati solo di noi stessi, ma vedremo dove e come siamo necessari.
Vivendo ed agendo così ci accorgeremo ben presto che è molto più bello essere utili e stare a disposizione degli altri che preoccuparsi solo delle comodità che ci vengono offerte. Io so che voi come giovani aspirate alle cose grandi, che volete impegnarvi per un mondo migliore. Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo, che aspetta proprio questa testimonianza dai discepoli di Gesù Cristo e che, soprattutto mediante il vostro amore, potrà scoprire la stella che noi seguiamo.
Andiamo avanti con Cristo e viviamo la nostra vita da veri adoratori di Dio! Amen.

BENEDETTO XVI
ANGELUS
Colonia, Spianata di Marienfeld
Domenica, 21 agosto 2005

Cari amici,
siamo giunti al termine di questa meravigliosa celebrazione, e anche della ventesima Giornata Mondiale della Gioventù. Nel mio cuore sento risuonare forte una parola:  "grazie"! Sono sicuro - e lo sento - che essa trova eco corale in ciascuno di voi. È Dio stesso che l'ha impressa nei nostri cuori e l'ha sigillata con questa Eucaristia, che significa proprio "ringraziamento". Sì, cari giovani, la parola della gratitudine, che nasce dalla fede, si esprime nel canto della lode a Lui, Padre e Figlio e Spirito Santo, che ci ha donato una grande testimonianza del suo immenso amore.
Il nostro "grazie", che sale innanzitutto a Dio - solo Lui poteva donarcelo così come è stato - questo "grazie" si estende a tutti coloro che ne hanno curato l'organizzazione e la realizzazione. La Giornata Mondiale della Gioventù è stata un dono, ma, così come si è svolta, anche il frutto di grande lavoro. Per questo desidero rinnovare in particolare il mio vivo ringraziamento al Pontificio Consiglio dei Laici, presieduto dall'Arcivescovo Stanislaw Rylko, validamente coadiuvato dal Segretario del Dicastero, Mons. Josef Clemens, che per anni è stato mio Segretario, e ugualmente ringrazio i miei Confratelli dell'Episcopato tedesco, in primo luogo naturalmente l'Arcivescovo di Colonia, Cardinale Joachim Meisner. Ringrazio le Autorità politiche e amministrative, che hanno dato un grande contributo, hanno aiutato generosamente e reso possibile in questi giorni il sereno svolgimento di ogni manifestazione; ringrazio i tanti volontari venuti da tutte le Diocesi tedesche e da tutte le nazioni. Un grazie cordiale anche ai tanti monasteri di vita contemplativa, che hanno accompagnato con la loro preghiera la Giornata Mondiale della Gioventù.
In questo momento, nel quale la presenza viva di Cristo risorto in mezzo a noi alimenta la fede e la speranza, sono lieto di annunciare che il prossimo Incontro mondiale della gioventù avrà luogo a Sydney, in Australia, nel 2008. Affidiamo alla guida materna e premurosa di Maria Santissima il cammino futuro dei giovani del mondo intero.
Ora diciamo l'Angelus.

Dopo l'Angelus il Santo Padre ha salutato i presenti in diverse lingue:
[francese] Saluto con affetto i giovani francofoni. Vi ringrazio, cari amici, per la vostra partecipazione e vi auguro di ritornare ai vostri Paesi portando in voi, come i Magi, la gioia di aver incontrato il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
[inglese] Ai giovani di lingua inglese, provenienti da ogni parte del mondo, rivolgo un caloroso saluto, al termine di queste indimenticabili Giornate. La luce di Cristo, che avete seguito per venire a Colonia, risplenda ora più limpida e forte nella vostra vita!
[spagnolo] Cari giovani di lingua spagnola! Siete venuti per adorare Cristo. Ora che lo avete incontrato, continuate ad adorarlo nei vostri cuori, pronti sempre a rendere ragione della speranza che è in voi (cfr 1 Pt 3, 15). Buon ritorno ai vostri Paesi!
[italiano] Cari amici di lingua italiana! Volge ormai al termine la ventesima Giornata Mondiale della Gioventù, ma questa celebrazione eucaristica continua nella vita:  portate a tutti la gioia di Cristo, che qui avete incontrato.
[polacco] Un abbraccio affettuoso a tutti voi, giovani polacchi! Come vi direbbe il grande Papa Giovanni Paolo II, tenete viva la fiamma della fede nella vostra vita e in quella del vostro popolo. Maria, Madre di Cristo, guidi sempre i vostri passi.
[portoghese] Con affetto saluto i giovani di lingua portoghese. Vi auguro, cari giovani, di vivere sempre nell'amicizia con Gesù, per sperimentare la vera gioia e comunicarla a tutti, specialmente ai vostri coetanei più in difficoltà.
[filippino] Cari amici di lingua filippina e tutti voi, giovani dell'Asia! Come i Magi, voi siete venuti dall'Oriente per adorare Cristo. Ora che lo avete incontrato, ritornate ai vostri Paesi portando nel cuore la luce del suo amore.
[swaili] Un caro saluto anche a voi, giovani africani! Portate nel vostro grande e amato continente la speranza che Cristo vi ha donato. Siate ovunque seminatori di pace e di fraternità.
[tedesco] Cari amici che mi intendete nella mia lingua, vi ringrazio di cuore per l'affetto con cui mi avete sostenuto in questi giorni. Statemi vicino con la preghiera. Vi prego! Camminate uniti. Siate sempre fedeli a Cristo e alla Chiesa. La pace e la gioia di Cristo siano sempre con voi!

© Copyright 2005 - Libreria Editrice Vaticana

domenica 29 aprile 2012

Scadenza de "condividi la tua esperienza in Spagna"

Ricordiamo ai nostri amici che domani scadrà il termine ultimo per la pubblicazione dei propri pensieri e dei propri ricordi sulla GMG di Madrid nel sito http://www.shareyourexperiencewyd.com/

Vi invitiamo quindi a non perdere tempo e a partecipare a questa stupenda iniziativa

La parola del Papa: Regina Caeli del 29 aprile


BENEDETTO XVI
REGINA CÆLI
Domenica, 29 aprile 2012

Cari fratelli e sorelle!
Si è da poco conclusa, nella Basilica di San Pietro, la celebrazione eucaristica nella quale ho ordinato nove nuovi presbiteri della Diocesi di Roma. Rendiamo grazie a Dio per questo dono, segno del suo amore fedele e provvidente per la Chiesa! Stringiamoci spiritualmente intorno a questi sacerdoti novelli e preghiamo perché accolgano pienamente la grazia del Sacramento che li ha conformati a Gesù Cristo Sacerdote e Pastore. E preghiamo perché tutti i giovani siano attenti alla voce di Dio che interiormente parla al loro cuore e li chiama a distaccarsi da tutto per servire Lui. A questo scopo è dedicata l’odierna Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. In effetti, il Signore chiama sempre, ma tante volte noi non ascoltiamo. Siamo distratti da molte cose, da altre voci più superficiali; e poi abbiamo paura di ascoltare la voce del Signore, perché pensiamo che possa toglierci la nostra libertà. In realtà, ognuno di noi è frutto dell’amore: certamente, l’amore dei genitori, ma, più profondamente, l’amore di Dio. Dice la Bibbia: se anche tua madre non ti volesse, io ti voglio, perché ti conosco e ti amo (cfr Is 49,15). Nel momento in cui mi rendo conto di questo, la mia vita cambia: diventa una risposta a questo amore, più grande di ogni altro, e così si realizza pienamente la mia libertà.
I giovani che oggi ho consacrato sacerdoti non sono differenti dagli altri giovani, ma sono stati toccati profondamente dalla bellezza dell’amore di Dio, e non hanno potuto fare a meno di rispondere con tutta la loro vita. Come hanno incontrato l’amore di Dio? L’hanno incontrato in Gesù Cristo: nel suo Vangelo, nell’Eucaristia e nella comunità della Chiesa. Nella Chiesa si scopre che la vita di ogni uomo è una storia d’amore. Ce lo mostra chiaramente la Sacra Scrittura, e ce lo conferma la testimonianza dei santi. Esemplare è l’espressione di sant’Agostino, che nelle sueConfessioni si rivolge a Dio e dice: «Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai! Tu eri dentro di me, e io fuori … Eri con me, e io non ero con te … Ma mi hai chiamato, e il tuo grido ha vinto la mia sordità» (X, 27.38).
Cari amici, preghiamo per la Chiesa, per ogni comunità locale, perché sia come un giardino irrigato in cui possano germogliare e maturare tutti i semi di vocazione che Dio sparge in abbondanza. Preghiamo perché dappertutto si coltivi questo giardino, nella gioia di sentirsi tutti chiamati, nella varietà dei doni. In particolare, le famiglie siano il primo ambiente in cui si “respira” l’amore di Dio, che dà forza interiore anche in mezzo alle difficoltà e le prove della vita. Chi vive in famiglia l’esperienza dell’amore di Dio, riceve un dono inestimabile, che porta frutto a suo tempo. Ci ottenga tutto questo la Beata Vergine Maria, modello di accoglienza libera e obbediente alla divina chiamata, Madre di ogni vocazione nella Chiesa.

Dopo il Regina Caeli
Cari fratelli e sorelle!
Un saluto speciale rivolgo ai pellegrini riuniti nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, dove stamani è stato proclamato Beato Giuseppe Toniolo. Vissuto tra il XIX e il XX secolo, fu sposo e padre di sette figli, professore universitario ed educatore dei giovani, economista e sociologo, appassionato servitore della comunione nella Chiesa. Attuò gli insegnamenti dell’Enciclica Rerum novarum del Papa Leone XIII; promosse l’Azione Cattolica, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, le Settimane Sociali dei cattolici italiani e un Istituto di diritto internazionale della pace. Il suo messaggio è di grande attualità, specialmente in questo tempo: il Beato Toniolo indica la via del primato della persona umana e della solidarietà. Egli scriveva: «Al di sopra degli stessi legittimi beni ed interessi delle singole nazioni e degli Stati, vi è una nota inscindibile che tutti li coordina ad unità, vale a dire il dovere della solidarietà umana».
Sempre oggi a Coutances, in Francia, è stato beatificato anche il sacerdote Pierre-Adrien Toulorge, dell’Ordine Premostratense, vissuto nella seconda metà del secolo XVIII. Rendiamo grazie a Dio per questo luminoso “martire della verità”.
Saluto i partecipanti all’Incontro europeo degli studenti universitari, organizzato dalla Diocesi di Roma nel primo anniversario della Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II. Cari giovani, proseguite con fiducia nel cammino della nuova evangelizzazione nelle Università. Domani sera mi unirò spiritualmente a voi, per la Veglia che avrà luogo a Tor Vergata, presso la grande Croce della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000. Grazie della vostra presenza!
Chers pèlerins francophones, je vous exhorte aujourd’hui à prier pour les vocations. En Église et en famille, redécouvrez l’importance vitale du sacerdoce ministériel et de la vie consacrée. Chers jeunes, n’hésitez pas ! Écoutez l’appel de Dieu ! Je participe aussi spirituellement à la joie de tous les fidèles du Diocèse de Coutances et Avranches rassemblés pour la Béatification du Père Pierre-Adrien Toulorge, surnommé « le martyr de la vérité ». Que la Vierge Marie, modèle du cœur qui écoute, intercède pour que puisse éclore beaucoup de oui ! Bon dimanche !
I am happy to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present for this Regina Coeliprayer.  Today’s Gospel highlights the figure of Christ the Good Shepherd who lays down his life for his flock.  Today we also pray for vocations to the priesthood: may more young men hear Christ’s call to follow him more closely, and offer their lives to serve their brothers and sisters.  God’s peace be with you all!
Einen herzlichen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher deutscher Sprache, heute besonders an die Studentenverbindung Capitolina, die in diesen Tagen ihr Stiftungsfest begeht. Im Evangelium dieses Sonntags begegnet uns Christus als der Gute Hirte. Er sorgt für uns und kennt jeden von uns beim Namen. Vertrauen wir uns seiner guten Führung an, die uns schon auf Erden Momente der künftigen, ewigen Freude kosten läßt. Der barmherzige Gott segne euch und eure Lieben.
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los alumnos de diversos centros escolares de Blanca, Murcia. En el Evangelio de este domingo, Cristo se presenta como el Buen Pastor, que da la vida por las ovejas. Pidámosle a Él que conceda a su Iglesia abundantes vocaciones sacerdotales, religiosas y misioneras, que ayuden a sus hermanos a acoger su mensaje de salvación. Feliz Domingo.
Lepo pozdravljam ministrante in druge romarje iz Slovenije! Služiti pri Gospodovem oltarju je za človeka velika čast in odgovornost. Radi in lepo sodelujte pri bogoslužju, da bodo vaši mladi dnevi polni Božje milosti, vi sami pa pošteni in navdušeni za vse dobro. Vam, dragi fantje in dekleta, vašim duhovnikom ter še posebej vsem, ki jih Bog kliče v duhovniško ali redovniško službo, rad podelim apostolski blagoslov!
[Rivolgo un cordiale saluto ai chierichetti e agli altri pellegrini provenienti dalla Slovenia! Partecipate volentieri e degnamente alla liturgia affinché i giorni della vostra giovinezza siano colmi della grazia di Dio e siate voi stessi ferventi per tutto quello che è buono. A voi, cari ragazzi e ragazze, ai vostri sacerdoti e in particolare a coloro che il Signore chiama alla vita sacerdotale o religiosa, imparto di cuore l’Apostolica Benedizione!]
Radosno pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike, a osobito mlade iz župe Svetog Mihovila iz Drinovaca u Bosni i Hercegovini. Draga mladeži, na grobovima apostola učvrstite svoju vjeru u uskrslog Gospodina kako biste je još hrabrije svjedočili svojim životom. Hvaljen Isus i Marija!
[Con gioia saluto e benedico tutti i pellegrini Croati, particolarmente i giovani fedeli dalla parrocchia di San Michele a Drinovci in Bosnia ed Erzegovina. Cari giovani, sulle tombe degli apostoli rafforzate la vostra fede nel Signore risorto affinché la possiate testimoniare più coraggiosamente con la vostra vita. Siano lodati Gesù e Maria!]
Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov, osobitne z Farnosti Raslavice. Bratia a sestry, milí mladí, prajem vám, aby vaša púť do Ríma upevnila vaše puto s Kristom a s jeho Cirkvou. Všetkých vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli della Parrocchia di Raslavice. Fratelli e sorelle, cari giovani, vi auguro che il pellegrinaggio a Roma approfondisca il vostro legame con Cristo e con la sua Chiesa. A tutti la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]
Serdecznie witam i pozdrawiam Polaków. Moją szczególną modlitwą ogarniam dzisiaj Episkopat polski, Arcybiskupa Prymasa i uczestników uroczystości odpustowych w Gnieźnie. Niech święty Wojciech, patron Polski, wyprasza obfitość łask dla Kościoła, zwłaszcza dar licznych powołań kapłańskich i zakonnych, pomyślność dla waszej Ojczyzny i polskich rodzin. Z serca błogosławię wam wszystkim.
[Do il mio benvenuto e un cordiale saluto a tutti i Polacchi. Con la mia preghiera mi unisco oggi all’Episcopato polacco, all’Arcivescovo Primate e a tutti i partecipanti alla festa patronale a Gniezno. Sant’Adalberto, patrono della Polonia, ottenga abbondanti grazie alla Chiesa, in modo particolare il dono di numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, la prosperità per la vostra patria e per le famiglie polacche. Di cuore vi benedico tutti.]
Rivolgo infine un saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi di Cuneo e di Casatenovo, ai cresimandi di Tione di Trento, Mozzo, Ciserano e Sorisole, Morro d’Alba e Belvedere Ostrense, e a tutti gli altri numerosi giovani presenti. Saluto i diversi gruppi parrocchiali e i partecipanti al raduno di autovetture d’epoca. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana. Grazie. Buona domenica.


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sabato 28 aprile 2012

Per le vie delle croci

In questo blog ci piacerebbe poter "promuovere" anche delle iniziative a carattere nazionale o locale che ci aiutino a riflettere, a pregare o a scoprire luoghi particolari (magari vicini a noi ma che non conosciamo), per aiutarci anche a crescere interiormente. Per questo mi voglio rivolgere a voi chiedendovi di segnalarci tutti quei luoghi o quelle iniziative che vorreste sponsorizzare in questo blog inviandomi quante più informazioni possibili (o, se vi foste possibile, una locandina) all'indirizzo mail andrea@riowyd2013.com

La prima iniziativa che vogliamo promuovervi è creata dalla polisportiva di Monte Marenzo (Lc) e si svolgerà in diversi comuni della provincia lecchese. Trattasi di "per le vie delle croci", iniziativa che è stata ricordata anche dal S.Padre nella scorsa udienza del 25 aprile con un messaggio rivolto a tutti coloro che hanno subito un lutto e, al termine dell'udienza stessa, con le seguenti parole: "Saluto le famiglie con vittime di incidenti stradali e, mentre assicuro la mia preghiera per quanti hanno perso la vita sulle strade, ricordo il dovere di guidare sempre con prudenza e senso di responsabilità". Queste alcune news estrapolate dall'articolo che potete trovare su questa pagina:

"Siamo alla 6^ edizione e possiamo affermare che la nostra iniziativa  riceve ulteriore sprone dai dati statistici che ci testimoniano una costante diminuzione delle vittime da incidenti stradali nella Provincia di Lecco. Nel 2011 ci sono stati 935 incidenti, 10 mortali, 1096 feriti. Sono ancora troppi e sono ancora troppe le famiglie che soffrono per questo.
Il mese di maggio ci vedrà sui cigli delle nostre strade per un momento di raccoglimento insieme a famigliari e amici delle vittime, nonché rappresentanti delle istituzioni pubbliche, e anche per richiamare l’attenzione delle nostre comunità ad impegnarsi, ognuno nel proprio ambito e per il ruolo che ricopre, per limitare il più possibile le tragedie e i drammi che si consumano sulle strade.
Quest’anno vorremmo rivolgere la nostra attenzione ai soggetti più esposti al rischio di incidenti gravi, i pedoni, i ciclisti e motociclisti, che nei nostri paesi e sui nastri d’asfalto congestionati sono frequenti vittime di veicoli guidati in modo indisciplinato o poco attento.
Nell’esperienza di ognuno di noi è ben chiara l’immagine delle persone anziane e dei disabili, soprattutto con difficoltà di movimento, smarrite ed incerte sulle scelte per l’attraversamento delle strade, delle rotonde e ogni altra area aperta al traffico veicolare.
Occorre “responsabilità, considerazione e rispetto per gli altri”.
La Polisportiva, per queste ragioni, lancia un appello ai guidatori, passeggeri, ciclisti e pedoni, a essere sobri, attenti e sempre allerta per evitare gli incidenti."

Le tappe complete dell'iniziativa sono visualizzabili sul sito internet della Polisportiva di Monte Marenzo, in alternativa vi invitiamo a vedere l'articolo dedicato all'iniziativa stessa dalla pagina internet di UPPER - un paese per star bene.

Resto ora in attesa delle vostre segnalazioni. A presto



Letture della S.Messa del 29 aprile

RITO ROMANO:



PRIMA LETTURA

At 4, 8-12

In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo.
In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE 

Sal.117

RIT: La pietra scartata dai costruttori ora è pietra d’angolo.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.

SECONDA LETTURA

1 Gv 3,1-2

Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Alleluia.

VANGELO

Gv 10, 11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

RITO AMBROSIANO:

I LETTURA
Atti 20,7-12
7Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane, e Paolo, che doveva partire il giorno dopo, conversava con loro e prolungò il discorso fino a mezzanotte. 8C’era un buon numero di lampade nella stanza al piano superiore, dove eravamo riuniti. 
9Ora, un ragazzo di nome Èutico, seduto alla finestra, mentre Paolo continuava a conversare senza sosta, fu preso da un sonno profondo; sopraffatto dal sonno, cadde giù dal terzo piano e venne raccolto morto. 10Paolo allora scese, si gettò su di lui, lo abbracciò e disse: «Non vi turbate; è vivo!». 
11Poi risalì, spezzò il pane, mangiò e, dopo aver parlato ancora molto fino all’alba, partì. 12Intanto avevano ricondotto il ragazzo vivo, e si sentirono molto consolati.

SALMO
Salmo 29 (30)
Signore, mio Dio
a te ho gridato e mi hai guarito
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere
perché non scendessi nella fossa.
5Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
6perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino 
la gioia.

11Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!».
12Hai mutato il mio lamento in danza.
13Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
II LETTURA
1 Timoteo 4,12-16

12Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii di esempio ai fedeli nel parlare, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. 13In attesa del mio arrivo, dèdicati alla lettura, all’esortazione e all’insegnamento. 
14Non trascurare il dono che è in te e che ti è stato conferito, mediante una parola profetica, con l’imposizione delle mani da parte dei presbiteri. 
15Abbi cura di queste cose, dèdicati ad esse interamente, perché tutti vedano il tuo progresso. 16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo, salverai te stesso e quelli che ti ascoltano.
 
VANGELO
Giovanni 10,27-30

27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 
29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

venerdì 27 aprile 2012

Conosciamo la città di Rio de Janeiro

Dopo aver conosciuto il Brasile e lo stato di Rio de Janeiro arriviamo infine a conoscere la città di Rio, cominciando oggi con qualche informazione a carattere generale e proseguendo, nelle prossime settimane, con qualche informazione via via sempre più dettagliata:

Rio de Janeiro (che significa Fiume di gennaio in portoghese) è una città del Brasile. La città è famosa per le sue spiagge di Copacabana e Ipanema, con i loro numerosi alberghi e condomini di lusso, per la gigantesca statua liberty di Gesù, nota come Cristo Redentore ("Cristo Redentor") sul monte Corcovado, per il Pan di zucchero (Pão-de-Açúcar), con la sua funivia, e per il suo annuale carnevale, il più celebre al mondo.
Rio de Janeiro contiene anche la più grande foresta all'interno di un'area urbana, la Floresta da Tijuca. L'attuale sindaco è Eduardo da Costa Paes, in carica dal 1º gennaio 2009 del PMDB.
La città ha una popolazione di circa 6.186.710 abitanti (secondo il censimento IBGE del 2009), e occupa una superficie di 1.256 km². La popolazione compresa nell'area metropolitana è circa 12 milioni. Rio è la seconda città del Brasile dopo San Paolo e fu la capitale della nazione dal 1763 fino al 1960, dopo Salvador da Bahia e prima di Brasilia.
Nel corso di quattro anni, Rio de Janeiro ospiterà i seguenti eventi:
  • 2013, la Giornata mondiale della gioventù e alcune partite della Confederations Cup;
  • 2014, la finale e alcune partite dei Mondiali di calcio;
  • 2015, alcune partite della Coppa America di calcio;
  • 2016, i Giochi della XXXI Olimpiade.

mercoledì 25 aprile 2012

Le parole del Papa alla GMG: Roma 2004

Proseguiamo nel nostro viaggio alla riscoperta delle GMG con l'ultima completamente celebrata dal defunto Giovanni Paolo II, quella del 2004, rileggendo il suo messaggio, l'omelia e l'angelus da lui pronunciati:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER LA XIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(4 APRILE 2004)

Vogliamo vedere Gesù (Gv 12,21)

Carissimi giovani!
1. L’anno 2004 costituisce l’ultima tappa prima del grande appuntamento di Colonia, dove nel 2005 si celebrerà la XX Giornata Mondiale della Gioventù. Vi invito dunque ad intensificare il vostro cammino di preparazione spirituale, approfondendo il tema che ho scelto per questa XIX Giornata Mondiale: “Vogliamo vedere Gesù” (Gv 12,21).
È la domanda che alcuni “greci” rivolsero un giorno agli Apostoli. Volevano sapere chi era Gesù. Non si trattava semplicemente di un approccio per sapere come si presentava l’uomo Gesù. Mossi da grande curiosità e dal presentimento che avrebbero trovato risposta alle loro domande fondamentali, volevano sapere chi egli era veramente e da dove veniva.
2. Cari giovani, invito anche voi ad imitare quei “greci” che si rivolsero a Filippo, mossi dal desiderio di “vedere Gesù”. La vostra ricerca non sia motivata semplicemente da curiosità intellettuale, che è pur già un valore, ma sia stimolata soprattutto dall’intima esigenza di trovare la risposta alla domanda sul senso della vostra vita. Come il giovane ricco del Vangelo, cercate anche voi Gesù per porgli la domanda: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?” (Mc 10,17). L’evangelista Marco precisa che Gesù lo guardò e lo amò. Pensate anche a quell’altro episodio in cui Gesù dice a Natanaele: “Prima che Filippo ti chiamasse, ti ho visto quando eri sotto il fico”, traendo dal cuore di quell’israelita in cui non c’era falsità (cfr Gv 1,47) una bella professione di fede: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio!” (Gv1, 49). Colui che s’avvicina a Gesù con cuore libero da pregiudizi può giungere abbastanza agevolmente alla fede, perché è Gesù stesso ad averlo già visto e amato per primo. L’aspetto più sublime della dignità dell’uomo sta proprio nella sua vocazione a comunicare con Dio in questo profondo scambio di sguardi che trasforma la vita. Per vedere Gesù, occorre innanzitutto lasciarsi guardare da lui!
Il desiderio di vedere Dio abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna. Cari giovani, lasciatevi guardare negli occhi da Gesù, perché cresca in voi il desiderio di vedere la Luce, di gustare lo splendore della Verità. Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8). Questo Volto – lo sappiamo – Dio ci ha rivelato in Gesù Cristo.
3. Volete anche voi, cari giovani, contemplare la bellezza di questo Volto? Ecco la domanda che vi rivolgo in questa Giornata Mondiale della Gioventù dell’anno 2004. Non rispondete troppo in fretta. Innanzitutto, fate dentro di voi il silenzio. Lasciate emergere dal profondo del cuore questo ardente desiderio di vedere Dio, un desiderio talvolta soffocato dai rumori del mondo e dalle seduzioni dei piaceri. Lasciate emergere questo desiderio e farete l’esperienza meravigliosa dell’incontro con Gesù. Il cristianesimo non è semplicemente una dottrina; è un incontro nella fede con Dio fattosi presente nella nostra storia con l’incarnazione di Gesù.
Cercate con ogni mezzo di rendere possibile questo incontro, guardando a Gesù che vi cerca appassionatamente. Cercatelo con gli occhi di carne attraverso gli avvenimenti della vita e nel volto degli altri; ma cercatelo anche con gli occhi dell’anima per mezzo della preghiera e della meditazione della Parola di Dio, perché “la contemplazione del volto di Cristo non può che ispirarsi a quanto di lui ci dice la Scrittura” (Novo millennio ineunte, 17).
4. Vedere Gesù, contemplare il suo Volto è un desiderio insopprimibile, ma un desiderio che l’uomo arriva purtroppo anche a deformare. È quanto avviene con il peccato, la cui essenza sta precisamente nel distogliere gli occhi dal Creatore per rivolgerli alla creatura.
Quei “greci” alla ricerca della verità non avrebbero potuto accostarsi a Cristo, se il loro desiderio, animato da un atto libero e volontario, non si fosse concretizzato in una decisione chiara: “Vogliamo vedere Gesù”. Essere veramente liberi significa avere la forza di scegliere Colui per il quale siamo stati creati e accettare la sua signoria sulla nostra vita. Lo percepite nel fondo del vostro cuore: tutti i beni della terra, tutti i successi professionali, lo stesso amore umano che sognate, non potranno mai pienamente soddisfare le vostre attese più intime e profonde. Solo l’incontro con Gesù potrà dare senso pieno alla vostra vita: “Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”, ha scritto sant’Agostino (Confessioni, I, 1). Non vi lasciate distrarre in questa ricerca. Perseverate in essa, perché la posta in gioco è la vostra piena realizzazione e la vostra gioia.
5. Cari amici, se imparerete a scoprire Gesù nell’Eucarestia, lo saprete scoprire anche nei vostri fratelli e sorelle, in particolare nei più poveri. L’Eucarestia ricevuta con amore e adorata con fervore diventa scuola di libertà e di carità per realizzare il comandamento dell’amore. Gesù ci parla il linguaggio meraviglioso del dono di sé e dell’amore fino al sacrificio della propria vita. È un discorso facile? No, voi lo sapete! L’oblio di sé non è facile; esso distoglie dall’amore possessivo e narcisista per aprire l’uomo alla gioia dell’amore che si dona. Questa scuola eucaristica di libertà e di carità insegna a superare le emozioni superficiali per radicarsi fermamente in ciò che è vero e buono; libera dal ripiegamento su di sé per disporre ad aprirsi agli altri, insegna a passare da un amore affettivo ad un amore effettivo. Perché amare non è soltanto un sentimento; è un atto di volontà che consiste nel preferire in maniera costante, al proprio, il bene altrui: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).
È con tale libertà interiore e tale bruciante carità che Gesù ci educa ad incontrarlo negli altri, in primo luogo nel volto sfigurato del povero. La Beata Teresa di Calcutta amava distribuire il suo “biglietto da visita” sul quale stava scritto: “Frutto del silenzio è la preghiera; frutto della preghiera la fede, frutto della fede l’amore, frutto dell’amore il servizio, frutto del servizio la pace”. Ecco il cammino dell’incontro con Gesù. Andate incontro a tutte le sofferenze umane con lo slancio della vostra generosità e con l’amore che Dio infonde nei vostri cuori per mezzo dello Spirito Santo: “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40). Il mondo ha bisogno urgente del grande segno profetico della carità fraterna! Non basta, infatti, “parlare” di Gesù; bisogna anche farlo in qualche modo “vedere” con la testimonianza eloquente della propria vita (cfr Novo millennio ineunte, 16).
E non dimenticate di cercare il Cristo e di riconoscere la sua presenza nella Chiesa. Essa è come il prolungamento della sua azione salvifica nel tempo e nello spazio. È in essa e per mezzo di essa che Gesù continua a rendersi visibile oggi e a farsi incontrare dagli uomini. Nelle vostre parrocchie, movimenti e comunità, siate accoglienti gli uni verso gli altri per far crescere la comunione tra di voi. È questo il segno visibile della presenza di Cristo nella Chiesa, nonostante l’opaco diaframma spesso frapposto dal peccato degli uomini.
6. Non siate sorpresi poi se sul vostro cammino incontrate la Croce. Gesù non ha forse detto ai suoi discepoli che il chicco di grano deve cadere in terra e morire per poter portare molto frutto (cfr Gv12, 23-26)? Indicava così che la sua vita donata fino alla morte sarebbe stata feconda. Lo sapete: dopo la resurrezione di Cristo, mai più la morte avrà l’ultima parola. L’amore è più forte della morte. Se Gesù ha accettato di morire sulla croce, facendone la sorgente della vita e il segno dell’amore, non è né per debolezza, né per gusto della sofferenza. È per ottenerci la salvezza e farci fin d’ora partecipi della sua vita divina.
È proprio questa la verità che ho voluto ricordare ai giovani del mondo consegnando loro una grande Croce di legno al termine dell’Anno Santo della Redenzione, nel 1984. Da allora, essa ha percorso diversi Paesi, in preparazione alle vostre Giornate Mondiali. Centinaia di migliaia di giovani hanno pregato attorno a quella Croce. Deponendo ai suoi piedi i pesi di cui erano gravati, hanno scoperto di essere amati da Dio e molti di loro hanno trovato anche la forza di cambiare vita.
Quest’anno, nel XX anniversario di quell’evento, la Croce sarà accolta solennemente a Berlino, da dove, pellegrinando attraverso tutta la Germania, raggiungerà il prossimo anno Colonia. Desidero oggi ripetervi le parole che pronunciai allora: “Cari giovani, ... vi affido la Croce di Cristo! Portatela nel mondo come segno dell’amore del Signore Gesù per l’umanità e annunciate a tutti che non c’è salvezza e redenzione se non in Cristo morto e risorto”.
7. I vostri contemporanei aspettano da voi che siate i testimoni di Colui che avete incontrato e che vi fa vivere. Nelle realtà della vita quotidiana, divenite testimoni intrepidi dell’amore più forte della morte. Tocca a voi raccogliere questa sfida! Mettete i vostri talenti e il vostro ardore giovanile al servizio dell’annuncio della Buona Novella. Siate gli amici entusiasti di Gesù che presentano il Signore a quanti desiderano vederlo, soprattutto a quanti sono da lui più lontani. Filippo e Andrea hanno condotto quei “greci” a Gesù: Dio si serve dell’amicizia umana per condurre i cuori alla sorgente della divina carità. Sentitevi responsabili dell’evangelizzazione dei vostri amici e di tutti i vostri coetanei.
La Beata Vergine Maria, che durante tutta la vita si è dedicata assiduamente alla contemplazione del volto di Cristo, vi custodisca incessantemente sotto lo sguardo di suo Figlio (cfr Rosarium Virginis Mariæ, 10) e vi sostenga nella preparazione della Giornata Mondiale di Colonia, a cui vi invito a guardare fin d’ora con responsabile e fattivo entusiasmo. La Vergine di Nazaret, quale Madre attenta e paziente, modellerà in voi un cuore contemplativo e vi insegnerà a fissare lo sguardo su Gesù perché, in questo mondo che passa, voi siate profeti del mondo che non muore.
Con affetto vi imparto una speciale Benedizione, che vi accompagni nel vostro cammino.
Dal Vaticano, 22 Febbraio 2004

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
4 aprile 2004
XIX Giornata Mondiale della Gioventù "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21)

1. "Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore" (Lc 19,38).
Con queste parole la popolazione di Gerusalemme accolse Gesù nel suo ingresso nella città santa, acclamandolo quale re d'Israele. Qualche giorno più tardi, però, la stessa folla lo rifiuterà con grida ostili: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!" (Lc 23,21). La liturgia della Domenica delle Palme ci fa rivivere questi due momenti dell'ultima settimana della vita terrena di Cristo. Ci immerge in quella folla così volubile, che in pochi giorni passò dall'entusiasmo gioioso al disprezzo omicida.
2. Nel clima di gioia, velato di tristezza, che caratterizza la Domenica delle Palme, celebriamo la diciannovesima Giornata Mondiale della Gioventù. Quest'anno essa ha per tema "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21), la richiesta che agli Apostoli rivolsero "alcuni greci" (Gv 12,20) giunti a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Di fronte alla moltitudine venuta per ascoltarlo il Signore proclamò: "Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12,32). Ecco, dunque, la sua risposta: tutti coloro che cercano il Figlio dell'uomo, lo vedranno, nella festa di Pasqua, quale vero Agnello immolato per la salvezza del mondo.
Sulla Croce Gesù muore per ciascuno e ciascuna di noi. La Croce è, pertanto, il segno più grande e più eloquente del suo amore misericordioso, l'unico segno di salvezza per ogni generazione e per l'intera umanità.
3. Vent'anni or sono, al termine dell'Anno Santo della Redenzione, ho consegnato ai giovani la grande Croce di quel Giubileo. In quella occasione li ho esortati ad essere fedeli discepoli di Cristo, Re crocifisso, che "appare a noi come Colui che libera l'uomo da ciò che limita, menoma e quasi spezza alle radici stesse, nell'anima dell'uomo, nel suo cuore, nella sua coscienza questa libertà" (Redemptor hominis, 12).
Da allora la Croce continua ad attraversare numerosi Paesi, in preparazione alle Giornate Mondiali della Gioventù. Durante i suoi pellegrinaggi ha percorso i Continenti: come fiaccola passata di mano in mano, è stata trasportata di Paese in Paese; è diventata il segno luminoso della fiducia che anima le giovani generazioni del terzo millennio.
4. Cari giovani! Celebrando il ventesimo anniversario dell'inizio di questa straordinaria avventura spirituale, lasciate che rinnovi a voi la stessa consegna di allora: "Affido a voi la Croce di Cristo! Portatela nel mondo come segno dell'amore del Signore Gesù per l'umanità, e annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c'è salvezza e redenzione" (Insegnamenti, VII, 1 [1984], 1105).
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da comprendere nella nostra epoca, in cui il benessere materiale e le comodità sono proposti e ricercati come valori prioritari. Ma voi, cari giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!
5. "Cristo Gesù … umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte … di croce. Per questo Dio l'ha esaltato" (Fil 2,6.8-9). Il mirabile inno della Lettera di san Paolo ai Filippesi ci ha ricordato poc'anzi che la Croce ha due aspetti indissociabili: è, allo stesso tempo, dolorosa e gloriosa. La sofferenza e l'umiliazione della morte di Gesù sono intimamente legate all'esaltazione e alla gloria della sua risurrezione.
Cari Fratelli e Sorelle! Carissimi giovani! Mai venga meno in voi la consapevolezza di questa consolante verità. La passione e la risurrezione di Cristo costituiscono il centro della nostra fede e il nostro sostegno nelle inevitabili prove quotidiane.
Maria, Vergine Addolorata e testimone silenziosa del gaudio della risurrezione, vi aiuti a seguire Cristo crocifisso e a scoprire nel mistero della Croce il pieno senso della vita.
Sia lodato Gesù Cristo!

ANGELUS
4 aprile 2004
XIX Giornata Mondiale della Gioventù "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21)
        
1. Einen herzlichen Gruß richte ich an Sie, Herr Bischof Franz-Josef Hermann Bode, als Verantwortlicher für die Jugendpastoral, und an alle, die an der von Kardinal Sterzinsky in Berlin gefeierten heiligen Messe teilgenommen haben. Von Herzen danke ich für die Worte, die Sie, Herr Bischof, und eine Vertreterin der Jugend an mich gerichtet haben.
Mit großer Freude grüße auch Euch, liebe Jugendliche, die Ihr Euch gemeinsam mit Euren Seelsorgern um das Kreuz versammelt habt, das zahlreiche Länder Europas durchwandert hat. Dieses Kreuz geht nun auf die Reise durch Euer Land, um schließlich in Köln anzukommen, wo im August 2005 der zwanzigste Weltjugendtag stattfinden wird. Ich ermutige die ganze Kirche in Deutschland, sich für dieses große Ereignis bereitzumachen.
Traduzione italiana del saluto pronunciato in lingua tedesca:
(Un caloroso saluto rivolgo a lei, Mons. Franz-Josef Hermann Bode, responsabile della pastorale giovanile, e a coloro che hanno preso parte alla solenne celebrazione liturgica, presieduta in Berlino dal Cardinale Sterzinsky. Grazie di cuore per le parole che Lei, Signor Vescovo, e la rappresentante dei giovani mi avete rivolto.
Con grande gioia saluto, poi, voi giovani tedeschi, che con i vostri animatori e assistenti spirituali vi stringete intorno alla Croce, che ha percorso numerosi Paesi d’Europa. La Croce partirà ora per attraversare il vostro Paese e per giungere infine a Colonia, dove nell’agosto 2005 si celebrerà la 20ª Giornata Mondiale della Gioventù. Incoraggio l’intera Chiesa che è in Germania a mobilitarsi per questo grande appuntamento.)
2. Ed ora, prima di concludere, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti i pellegrini presenti. In modo speciale saluto voi, carissimi giovani, che in questi giorni avete dato vita all'ottavo Forum Internazionale dei Giovani, organizzato dal Pontificio Consiglio dei Laici. Sono lieto di salutare, altresì, i Rettori e i Docenti presenti al Forum, come pure i Vescovi, i sacerdoti e i laici impegnati nella pastorale universitaria. Un saluto cordiale, infine, ai giovani romani e a quelli di altre parti del mondo convenuti a Roma per la Settimana Santa. Su tutti invoco la materna protezione di Maria.
Cari giovani, prima dell'Angelus vi ringrazio per la vostra gioiosa e promettente presenza. Vi assicuro che siete sempre benvenuti nella Casa del Papa.
Dio vi benedica e vi protegga!


lunedì 23 aprile 2012

La parola del Papa alla GMG: Roma 2003

Proseguiamo il nostro viaggio alla riscopera delle GMG rileggendo le parole pronunciate dal Papa durante l'omelia e l'angelus e il messaggio per la giornata della gioventù del 2003:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
PER LA XVIII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(13 APRILE 2003)



"Ecco la tua madre!" (Gv 19,27)
Carissimi giovani!
1. E' per me una gioia costantemente rinnovata rivolgervi uno speciale Messaggio in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù, per testimoniarvi anche in questo modo l'affetto che vi porto. Custodisco nella memoria, come un ricordo luminoso, le impressioni suscitate in me dai nostri incontri nelle Giornate Mondiali: i giovani e il Papa insieme, con una schiera di Vescovi e di sacerdoti, guardano a Cristo, luce del mondo, Lo invocano e Lo annunciano all'intera famiglia umana. Mentre rendo grazie a Dio per la testimonianza di fede che avete dato ancora recentemente a Toronto, vi rinnovo l'invito pronunciato sulle rive del lago Ontario: «La Chiesa guarda a voi con fiducia e attende che diventiate il popolo delle beatitudini!» (Exhibition Place, 25 luglio 2002).
Per la XVIII Giornata Mondiale della Gioventù che celebrerete nelle diverse diocesi del mondo, ho scelto un tema in relazione con l'Anno del Rosario: "Ecco la tua madre!" (Gv 19,27). Prima di morire, Gesù offre all'apostolo Giovanni quanto ha di più prezioso: sua Madre, Maria. Sono le ultime parole del Redentore, che assumono perciò un carattere solenne e costituiscono come il suo testamento spirituale.
2. Le parole dell'angelo Gabriele a Nazareth: "Ti saluto, o piena di grazia" (Lc 1, 28) illuminano anche la scena del Calvario. L'Annunciazione si pone agli inizi, la Croce segna il compimento. Nell'Annunciazione, Maria dona nel suo seno la natura umana al Figlio di Dio; ai piedi della Croce, in Giovanni, accoglie nel suo cuore l'umanità intera. Madre di Dio fin dal primo istante dell'Incarnazione, Ella diventa Madre degli uomini negli ultimi momenti della vita del Figlio Gesù. Lei, che è senza peccato, al Calvario "conosce" nel proprio essere la sofferenza del peccato, che il Figlio prende su di sé per salvare gli uomini. Ai piedi della Croce su cui sta morendo Colui che ha concepito con il "sì" dell'Annunciazione, Maria riceve da Lui quasi una "seconda annunciazione": «Donna, ecco il tuo figlio!» (Gv 19,26).
Sulla Croce, il Figlio può riversare la sua sofferenza nel cuore della Madre. Ogni figlio che soffre ne sente il bisogno. Anche voi, cari giovani, siete posti di fronte alla sofferenza: la solitudine, gli insuccessi e le delusioni nella vostra vita personale; le difficoltà di inserzione nel mondo degli adulti e nella vita professionale; le separazioni e i lutti nelle vostre famiglie; la violenza delle guerre e la morte degli innocenti. Sappiate però che nei momenti difficili, che non mancano nella vita di ognuno, non siete soli: come a Giovanni ai piedi della Croce, Gesù dona anche a voi sua Madre, perché vi conforti con la sua tenerezza.
3. Il Vangelo dice poi che «da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» (Gv 19,27). Questa espressione, tanto commentata fin dalle origini della Chiesa, non designa soltanto il luogo in cui abitava Giovanni. Più che l'aspetto materiale, essa evoca la dimensione spirituale di tale accoglienza, del nuovo legame che si instaura fra Maria e Giovanni.
Voi, cari giovani, avete più o meno la stessa età di Giovanni e lo stesso desiderio di stare con Gesù. Oggi è a voi che Cristo chiede espressamente di prendere Maria "nella vostra casa", di accoglierla "tra i vostri beni" per imparare da Lei, che «serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc2,19), la disposizione interiore all'ascolto e l'atteggiamento di umiltà e di generosità che la contraddistinsero come prima collaboratrice di Dio nell'opera della salvezza. E' Lei che, svolgendo il suo ministero materno, vi educa e vi modella fino a che Cristo non sia formato in voi pienamente (cfrRosarium Virginis Mariae, 15).
4. Per questo ripeto anche oggi il motto del mio servizio episcopale e pontificale: «Totus tuus». Ho costantemente sperimentato nella mia vita la presenza amorevole ed efficace della Madre del Signore; Maria mi accompagna ogni giorno nel compimento della missione di Successore di Pietro.
Maria è Madre della divina grazia, perché è Madre dell'Autore della grazia. Affidatevi a Lei con piena fiducia! Risplenderete della bellezza di Cristo. Aperti al soffio dello Spirito, diverrete apostoli intrepidi, capaci di diffondere intorno a voi il fuoco della carità e la luce della verità. Alla scuola di Maria, scoprirete l'impegno concreto che da voi Cristo s'attende, imparerete a mettere Lui al primo posto nella vostra vita, ad orientare a Lui i pensieri e le azioni.
Cari giovani, lo sapete: il cristianesimo non è un'opinione e non consiste in parole vane. Il cristianesimo è Cristo! E' una Persona, è il Vivente! Incontrare Gesù, amarlo e farlo amare: ecco la vocazione cristiana. Maria vi viene donata per aiutarvi ad entrare in un rapporto più vero, più personale con Gesù. Con il suo esempio, Maria vi insegna a posare uno sguardo d'amore su di Lui, che ci ha amati per primo. Con la sua intercessione, Ella plasma in voi un cuore di discepoli capaci di mettersi in ascolto del Figlio, che rivela il volto autentico del Padre e la vera dignità dell'uomo.
5. Il 16 ottobre 2002 ho proclamato l'"Anno del Rosario" ed ho invitato tutti i figli della Chiesa a fare di questa antica preghiera mariana un esercizio semplice e profondo di contemplazione del volto di Cristo. Recitare il Rosario significa infatti imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre, amare Gesù con il cuore di sua Madre. Consegno oggi idealmente anche a voi, cari giovani, la corona del Rosario. Attraverso la preghiera e la meditazione dei misteri, Maria vi guida con sicurezza verso il suo Figlio! Non vergognatevi di recitare il Rosario da soli, mentre andate a scuola, all'università o al lavoro, per strada e sui mezzi di trasporto pubblico; abituatevi a recitarlo tra voi, nei vostri gruppi, movimenti e associazioni; non esitate a proporne la recita in casa, ai vostri genitori e ai vostri fratelli, poiché esso ravviva e rinsalda i legami tra i membri della famiglia. Questa preghiera vi aiuterà ad essere forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza.
Con Maria, ancella del Signore, scoprirete la gioia e la fecondità della vita nascosta. Con Lei, discepola del Maestro, seguirete Gesù lungo le strade di Palestina, divenendo testimoni della sua predicazione e dei suoi miracoli. Con Lei, Madre dolorosa, accompagnerete Gesù nella passione e nella morte. Con Lei, Vergine della speranza, accoglierete l'annuncio gioioso della Pasqua e il dono inestimabile dello Spirito Santo.
6. Cari giovani, solo Gesù conosce il vostro cuore, i vostri desideri più profondi. Solo Lui, che vi ha amati fino alla morte (cfr Gv 13,1), è capace di colmare le vostre aspirazioni. Le sue sono parole di vita eterna, parole che danno senso alla vita. Nessuno all'infuori di Cristo potrà darvi la vera felicità. Seguendo l'esempio di Maria, sappiate dirGli il vostro "sì" incondizionato. Non ci sia posto nella vostra esistenza per l'egoismo né per la pigrizia. Ora più che mai è urgente che voi siate le "sentinelle del mattino", le vedette che annunciano le luci dell'alba e la nuova primavera del Vangelo, di cui già si vedono le gemme. L'umanità ha un bisogno imperioso della testimonianza di giovani liberi e coraggiosi, che osino andare controcorrente e proclamare con forza ed entusiasmo la propria fede in Dio, Signore e Salvatore.
Sapete anche voi, cari amici, che questa missione non è facile. Essa diventa addirittura impossibile, se si conta solo su se stessi. Ma «ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio» (Lc 18,27; 1,37). I veri discepoli di Cristo hanno coscienza della propria debolezza. Per questa ragione pongono tutta la loro fiducia nella grazia di Dio che accolgono con cuore indiviso, convinti che senza di Lui non possono fare nulla (cfr Gv 15,5). Ciò che li caratterizza e li distingue dal resto degli uomini non sono i talenti o le disposizioni naturali. E' la loro ferma determinazione a camminare alla sequela di Gesù. Siate loro imitatori come essi lo furono di Cristo! E "possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza" (Ef 1,18-19).
7. Cari giovani, il prossimo Incontro Mondiale si terrà, come sapete, nel 2005 in Germania, nella città e diocesi di Colonia. La strada è ancora lunga, ma i due anni che ci separano da quell'appuntamento possono servire di preparazione intensa. Vi aiutino nel cammino i temi che ho scelto per voi:
- 2004, XIX Giornata Mondiale della Gioventù: «Vogliamo vedere Gesù» (Gv 12,21);
- 2005, XX Giornata Mondiale della Gioventù: «Siamo venuti per adorarlo» (Mt 2,2).
Vi ritroverete intanto nelle vostre Chiese locali per la Domenica delle Palme: vivete con impegno, nella preghiera, nell'ascolto attento e nella condivisione gioiosa queste occasioni di "formazione permanente", manifestando la vostra fede fervida e devota! Come i Magi, siate anche voi pellegrini animati dal desiderio di incontrare il Messia e di adorarlo! Annunciate con coraggio che Cristo, morto e risorto, è vincitore del male e della morte!
In questo tempo minacciato dalla violenza, dall'odio e dalla guerra, testimoniate che Egli è il solo che possa donare la vera pace al cuore dell'uomo, alle famiglie e ai popoli della terra. Impegnatevi a ricercare e promuovere la pace, la giustizia e la fraternità. E non dimenticate la parola del Vangelo: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
Nell'affidarvi alla Vergine Maria, Madre di Cristo e Madre della Chiesa, vi accompagno con una speciale Benedizione Apostolica, segno della mia fiducia e conferma del mio affetto per voi.
Dal Vaticano, 8 marzo 2003
IOANNES PAULUS II

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
13 aprile 2003
XVIII Giornata Mondiale della Gioventù "Ecco la tua Madre!" (Gv 19,27)

1. “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!” (Mc 11,9).
La liturgia della Domenica delle Palme è quasi un solenne portale d'ingresso nella Settimana Santa. Associa due momenti tra loro contrastanti: l'accoglienza di Gesù a Gerusalemme e il dramma della Passione; l’“Osanna” festoso e il grido più volte ripetuto: “Crocifiggilo!”; il trionfale ingresso e l'apparente disfatta della morte sulla Croce. Anticipa così l’“ora” in cui il Messia dovrà soffrire molto, verrà ucciso e risusciterà il terzo giorno (cfr Mt 16,21), e ci prepara a vivere in pienezza il mistero pasquale. 
2. “Giubila, figlia di Gerusalemme! / Ecco, a te viene il tuo re” (Zc, 9,9). Nell'accogliere Gesù gioisce la Città in cui vive la memoria di Davide; la Città dei profeti, molti dei quali vi subirono il martirio per la verità; la Città della pace, che nel corso dei secoli ha conosciuto violenza, guerra, deportazione.
In qualche modo, Gerusalemme può essere considerata la Città-simbolo dell'umanità, specialmente nel drammatico inizio del terzo millennio che stiamo vivendo. Per questo i riti della Domenica delle Palme acquistano una loro particolare eloquenza. Risuonano consolanti le parole del profeta Zaccaria: “Esulta grandemente figlia di Sion, / giubila, figlia di Gerusalemme! / Ecco, a te viene il tuo re. / Egli è giusto e vittorioso, / umile, cavalca un asino / ... l'arco di guerra sarà spezzato, / annunzierà la pace alle genti” (9,9-10). Quest'oggi siamo in festa, perché entra in Gerusalemme Gesù, il Re della pace.  
3. Allora, lungo la discesa del monte degli Ulivi, accorsero incontro a Cristo i ragazzi e i giovani di Gerusalemme, acclamando e agitando festanti rami di ulivo e di palma.
Ad accoglierlo oggi ci sono i giovani del mondo intero, che in ogni Comunità diocesana celebrano la diciottesima Giornata Mondiale della Gioventù. 
Vi saluto con grande affetto, cari giovani di Roma, ed anche voi, che siete venuti in pellegrinaggio da vari Paesi. Saluto i numerosi responsabili della pastorale giovanile, che partecipano al Convegno sulle Giornate Mondiali della Gioventù, organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici. E come non esprimere fraterna solidarietà ai vostri coetanei provati dalla guerra e dalla violenza in Iraq, in Terra Santa e in diverse altre regioni del mondo?
Quest'oggi accogliamo con fede ed esultanza Cristo, che è il nostro “re”: re di verità, di libertà, digiustizia e d'amore. Sono questi i quattro “pilastri” su cui è possibile costruire l'edificio della vera pace, come 40 anni or sono scriveva nell'Enciclica Pacem in terris il beato Papa Giovanni XXIII.Consegno idealmente a voi, giovani del mondo intero, questo storico Documento, quanto mai attuale: leggetelo, meditatelo, sforzatevi di metterlo in pratica. Sarete allora “beati”, perché autentici figli del Dio della pace (cfr Mt 5,9). 
4. La pace è dono di Cristo, ottenutoci con il sacrificio della Croce. Per conseguirla efficacemente è necessario salire con il divin Maestro sino al Calvario. E chi può guidarci in questa ascesa meglio di Maria, che proprio sotto la Croce ci è stata data per madre nell'apostolo fedele san Giovanni? Per aiutare i giovani a scoprire questa meravigliosa realtà spirituale, ho scelto come tema del Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di quest'anno le parole di Cristo morente: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,27). Accettando questo testamento d'amore, Giovanni aprì a Maria la sua casa (cfr Gv 19,27), l’accolse cioè nella sua vita, condividendo con Lei una vicinanza spirituale completamente nuova. L'intimo legame con la Madre del Signore porterà il “discepolo amato” a diventare l'apostolo di quell'Amore che egli aveva attinto dal Cuore di Cristo attraverso il Cuore immacolato di Maria. 
5. “Ecco la tua madre!” Gesù rivolge queste parole a ciascuno di voi, cari amici. Anche a voi chiede di prendere Maria come madre “nella vostra casa”, di accoglierla “tra i vostri beni”, perché “è Lei che, svolgendo il suo ministero materno, vi educa e vi modella fino a che Cristo non sia formato in voi pienamente” (Messaggio, 3). Maria faccia sì che rispondiate generosamente alla chiamata del Signore, e perseveriate con gioia e fedeltà nella missione cristiana!
Nel corso dei secoli quanti giovani hanno ascoltato quest'invito e quanti continuano a farlo anche ai tempi nostri. Giovani del terzo millennio, non abbiate paura di offrire la vostra vita come risposta totale a Cristo! Egli, Egli solo cambia la vita e la storia del mondo. 
6. “Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39). Abbiamo riascoltato la chiara professione di fede, in cui esce il centurione, “vistolo spirare in quel modo” (ivi). Scaturisce da quanto ha visto la sorprendente testimonianza del soldato romano, il primo a proclamare che quell'uomo crocifisso “era Figlio di Dio”.
Signore Gesù,
anche noi abbiamo ‘visto’
come hai patito e come sei morto per noi
.
Fedele sino all'estremo,
ci hai strappati dalla morte con la tua morte.
Con la tua Croce ci hai redenti. 
Silenziosa testimone di questi attimi decisivi
per la storia della salvezza sei tu,
Maria, Madre addolorata.
Donaci i tuoi occhi per riconoscere nel volto del Crocifisso,
sfigurato dal dolore,
l'immagine del Risorto glorioso.
Aiutaci ad abbracciarlo
e a fidarci di Lui,
affinché siamo fatti degni delle sue promesse.
Aiutaci ad essergli fedeli oggi
e per tutta la nostra vita. Amen!



ANGELUS
Domenica delle Palme, 13 aprile 2003
XVIII Giornata Mondiale della Gioventù

Prima di concludere questa solenne celebrazione, saluto tutti voi, carissimi giovani, che vi avete preso parte.
Tra pochi istanti, una delegazione di giovani canadesi passerà la Croce ad un gruppo di coetanei,rappresentanti delle Diocesi della Germania. E' un gesto importante, che si colloca nel cammino di preparazione verso l'Incontro Mondiale di Colonia nel 2005.
Affidai questa Croce ai giovani nell'Anno Santo 1984. Al termine di ogni peregrinazione, essa viene accolta nel Centro Giovanile San Lorenzo, che celebra quest'anno il ventesimo anniversario di fondazione. Ringrazio il Cardinale Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, e i suoi Collaboratori, per le cure sollecite che dedicano al Centro, come pure i Movimenti, le Associazioni e le Comunità che contribuiscono alla sua animazione, coordinati dalla Comunità dell'Emmanuel.
Ora la Croce riprende il suo pellegrinaggio: attraverserà dapprima diversi Paesi dell'Europa centrale e orientale; poi, a partire dalla Domenica delle Palme dell'anno venturo, visiterà le Diocesi della Germania, fino a giungere a Colonia.
Alla delegazione venuta dalla Germania, affido oggi anche l'Icona di Maria. D'ora in poi, insieme alla Croce, essa accompagnerà le Giornate Mondiali della Gioventù. Sarà segno della materna presenza di Maria accanto ai giovani, chiamati, come l'apostolo Giovanni, ad accoglierla nella loro vita.
Je vous salue avec joie, chers jeunes canadiens, accompagnés par le Cardinal Aloysius Ambrozic, Archevêque de Toronto, me souvenant avec émotion de votre accueil. Vous avez reçu la Croix dans votre pays. En la contemplant, vous avez découvert l’amour de Dieu pour vous. Puissiez-vous raviver sans cesse cette expérience spirituelle pour en vivre, pour contribuer à l’édification de l’Église au Canada et pour être des témoins du Ressuscité auprès de tous les jeunes !
[Vi saluto con gioia, cari giovani canadesi, accompagnati dal Cardinale Aloysius Ambrozic, Arcivescovo di Toronto, ricordando con emozione la vostra accoglienza. Voi avete accolto la Croce nel vostro Paese. Contemplandola, avete scoperto l'amore di Dio per voi. Possiate ravvivare incessantemente questa esperienza spirituale per vivere di essa, per contribuire all'edificazione della Chiesa in Canada e per essere testimoni del Risorto fra tutti i giovani!]
In a special way I welcome the group of young people from Canada, accompanied by the Archbishop of Toronto, Cardinal Aloysius Ambrozic. Two years ago, you received the World Youth Day Cross and carried it back with you to Canada, where it brought many people to a powerful experience of God’s love. May the spirit of Toronto remain always alive in your hearts and bear abundant fruit in your lives!
[In modo speciale do il benvenuto al gruppo di giovani del Canada, accompagnati dall'Arcivescovo di Toronto, il Cardinale Aloysius Ambrozic. Due anni fa avete ricevuto la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù e l'avete portata con voi in Canada, dove ha fatto vivere a molti una potente esperienza dell'amore di Dio. Possa lo spirito di Toronto rimanere sempre vivo nel vostro cuore e dare frutti abbondanti nella vostra vita!]
Ganz herzlich begrüße ich die Delegation der Jugendlichen aus Deutschland! Angeführt vom Kölner Erzbischof Kardinal Joachim Meisner seid ihr, liebe Vertreter der katholischen Jugend, nach Rom gepilgert, um das Weltjugendtagskreuz in Empfang zu nehmen. Ich bitte euch, liebe junge Brüder und Schwestern: Schaut auf dieses Kreuz, kommt ihm ganz nahe, damit ihr erkennen könnt, mit welch wunderbarer Liebe uns der Herr geliebt hat und überlaßt euch mit Freude seinem Werk der Erneuerung der Herzen!
[Saluto di cuore la delegazione di giovani provenienti dalla Germania! Guidati dall'Arcivescovo di Colonia, il Cardinale Joachim Meisner, e dal Cardinale Karl Lehmann, Vescovo di Mainz, voi, cari rappresentanti dei giovani cattolici, siete venuti in pellegrinaggio a Roma per ricevere la Croce della Giornata Mondiale della Gioventù. Vi esorto, cari giovani fratelli e sorelle:  guardate questa Croce, avvicinatevi ad essa, di modo che possiate riconoscere di quale meraviglioso amore il Signore ci ha amati e abbandonatevi con gioia alla Sua opera di rinnovamento dei cuori!]
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que han participado en la liturgia del Domingo de Ramos, especialmente a los jóvenes. Os exhorto, a acoger en vuestros corazones a María, la Madre del Señor y Madre nuestra. Que con Ella, contemplando a Cristo con el rezo del Rosario, caminéis alegres y esperanzados hacia la próxima Jornada Mundial de la Juventud en Colonia, Alemania. ¡Que Dios os bendiga!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola che hanno partecipato alla liturgia della Domenica delle Palme, in particolare i giovani. Vi esorto ad accogliere nel vostro cuore Maria, la Madre del Signore e Madre nostra. Che insieme a Lei, contemplando Cristo con la recita del Rosario, camminiate gioiosi e speranzosi verso la prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, in Germania! Che Dio vi benedica!]
Pozdrawiam równiez mlodziez polska. Niech krzyz Chrystusa bedzie dla was drogowskazem w zyciu, w trudnych czasem wyborach zyciowych, a Matka Najswietsza wzorem pieknej milosci. "Oto Matka twoja".
[Saluto anche i giovani giunti dalla Polonia. La croce di Cristo vi indichi la strada nella vita, nelle scelte a volte difficili della vita, e la Madre Santissima sia per voi il modello dell'amore bello. "Ecco la tua Madre".]
Affidiamo alla Madre celeste le speranze e il futuro dei giovani di ogni parte del mondo.