giovedì 29 novembre 2012

I luoghi della GMG

Leggiamo dalla pagina ufficiale della GMG e pubblichiamo:

"NOTIZIA IMPORTANTE:

Il Papa celebrerà la Messa di Invio della Giornata Mondiale della Gioventù di Río2013 a Guaratiba.

Guaratiba, situato nella Zona Ovest, è stato il luogo scelto per la Veglia e la Messa di Invio della Giornata Mondiale della Gioventù di Río2013 che si terranno il 27 e 28 luglio 2013. 

L'annuncio è stato appena dato dal Sindaco della città, Eduardo Paes, e dall'Arcivescovo di Rio de Janeiro, don Orani João Tempesta, nel corso della riunione preparatoria 
per la GMG di Río2013 che si sta svolgendo questa settimana nella capitale brasiliana.

L'organizzazione della Giornata lavorera' per la pianificazione dell'area che sara' provvista di strutture temporanee a supporto dei pellegrini. Queste prevedono l'installazione di servizi igienici, punti di pronto soccorso, tende per l'Adorazione Eucaristica, punti per l'approvigionamento di acqua e cibo. Sempre secondo l'organizzazione, si sta pensando a due possibilità di accesso/uscita dall'area:

1) a piedi seguendo tre possibili percorsi di circa 13 chilometri l'uno

2) per mezzo di un servizio di navette.
Ci si vede a Rio!!!"

Qui una foto di Guaratiba:




L'inno in versione Samba

Il Brasile è, tra le altre cose, anche la patria del samba.
Poteva quindi mancare l'inno ufficiale della GMG in questa versione?
Certo che no!!!!

E noi siamo quindi fieri e lieti di presentarvelo. Buon ascolto


mercoledì 28 novembre 2012

L'udienza generale del 28 novembre


BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Aula Paolo VI
Mercoledì, 28 novembre 2012

L'Anno della fede. Come parlare di Dio?
Cari fratelli e sorelle,
La domanda centrale che oggi ci poniamo è la seguente: come parlare di Dio nel nostro tempo? Come comunicare il Vangelo, per aprire strade alla sua verità salvifica nei cuori spesso chiusi dei nostri contemporanei e nelle loro menti talvolta distratte dai tanti bagliori della società? Gesù stesso, ci dicono gli Evangelisti, nell’annunciare il Regno di Dio si è interrogato su questo: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?» (Mc 4,30). Come parlare di Dio oggi? La prima risposta è che noi possiamo parlare di Dio, perché Egli ha parlato con noi. La prima condizione del parlare di Dio è quindi l’ascolto di quanto ha detto Dio stesso. Dio ha parlato con noi! Dio non è quindi una ipotesi lontana sull’origine del mondo; non è una intelligenza matematica molto lontana da noi. Dio si interessa a noi, ci ama, è entrato personalmente nella realtà della nostra storia, si è autocomunicato fino ad incarnarsi. Quindi, Dio è una realtà della nostra vita, è così grande che ha anche tempo per noi, si occupa di noi. In Gesù di Nazaret noi incontriamo il volto di Dio, che è sceso dal suo Cielo per immergersi nel mondo degli uomini, nel nostro mondo, ed insegnare l’«arte di vivere», la strada della felicità; per liberarci dal peccato e renderci figli di Dio (cfrEf 1,5; Rm 8,14). Gesù è venuto per salvarci e mostrarci la vita buona del Vangelo.
Parlare di Dio vuol dire anzitutto avere ben chiaro ciò che dobbiamo portare agli uomini e alle donne del nostro tempo: non un Dio astratto, una ipotesi, ma un Dio concreto, un Dio che esiste, che è entrato nella storia ed è presente nella storia; il Dio di Gesù Cristo come risposta alla domanda fondamentale del perché e del come vivere. Per questo, parlare di Dio richiede una familiarità con Gesù e il suo Vangelo, suppone una nostra personale e reale conoscenza di Dio e una forte passione per il suo progetto di salvezza, senza cedere alla tentazione del successo, ma seguendo il metodo di Dio stesso. Il metodo di Dio è quello dell’umiltà – Dio si fa uno di noi – è il metodo realizzato nell’Incarnazione nella semplice casa di Nazaret e nella grotta di Betlemme, quello della parabola del granellino di senape. Occorre non temere l’umiltà dei piccoli passi e confidare nel lievito che penetra nella pasta e lentamente la fa crescere (cfr Mt 13,33). Nel parlare di Dio, nell’opera di evangelizzazione, sotto la guida dello Spirito Santo, è necessario un recupero di semplicità, un ritornare all’essenziale dell’annuncio: la Buona Notizia di un Dio che è reale e concreto, un Dio che si interessa di noi, un Dio-Amore che si fa vicino a noi in Gesù Cristo fino alla Croce e che nella Risurrezione ci dona la speranza e ci apre ad una vita che non ha fine, la vita eterna, la vita vera. Quell’eccezionale comunicatore che fu l’apostolo Paolo ci offre una lezione che va proprio al centro della fede del problema “come parlare di Dio” con grande semplicità. NellaPrima Lettera ai Corinzi scrive: «Quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso» (2,1-2). Quindi la prima realtà è che Paolo non parla di una filosofia che lui ha sviluppato, non parla di idee che ha trovato altrove o inventato, ma parla di una realtà della sua vita, parla del Dio che è entrato nella sua vita, parla di un Dio reale che vive, ha parlato con lui e parlerà con noi, parla del Cristo crocifisso e risorto. La seconda realtà è che Paolo non cerca se stesso, non vuole crearsi una squadra di ammiratori, non vuole entrare nella storia come capo di una scuola di grandi conoscenze, non cerca se stesso, ma San Paolo annuncia Cristo e vuole guadagnare le persone per il Dio vero e reale. Paolo parla solo con il desiderio di voler predicare quello che è entrato nella sua vita e che è la vera vita, che lo ha conquistato sulla via di Damasco. Quindi, parlare di Dio vuol dire dare spazio a Colui che ce lo fa conoscere, che ci rivela il suo volto di amore; vuol dire espropriare il proprio io offrendolo a Cristo, nella consapevolezza che non siamo noi a poter guadagnare gli altri a Dio, ma dobbiamo attenderli da Dio stesso, invocarli da Lui. Il parlare di Dio nasce quindi dall’ascolto, dalla nostra conoscenza di Dio che si realizza nella familiarità con Lui, nella vita della preghiera e secondo i Comandamenti.
Comunicare la fede, per san Paolo, non significa portare se stesso, ma dire apertamente e pubblicamente quello che ha visto e sentito nell’incontro con Cristo, quanto ha sperimentato nella sua esistenza ormai trasformata da quell’incontro: è portare quel Gesù che sente presente in sé ed è diventato il vero orientamento della sua vita, per far capire a tutti che Egli è necessario per il mondo ed è decisivo per la libertà di ogni uomo. L’Apostolo non si accontenta di proclamare delle parole, ma coinvolge tutta la propria esistenza nella grande opera della fede. Per parlare di Dio, bisogna fargli spazio, nella fiducia che è Lui che agisce nella nostra debolezza: fargli spazio senza paura, con semplicità e gioia, nella convinzione profonda che quanto più mettiamo al centro Lui e non noi, tanto più la nostra comunicazione sarà fruttuosa. E questo vale anche per le comunità cristiane: esse sono chiamate a mostrare l’azione trasformante della grazia di Dio, superando individualismi, chiusure, egoismi, indifferenza e vivendo nei rapporti quotidiani l’amore di Dio. Domandiamoci se sono veramente così le nostre comunità. Dobbiamo metterci in moto per divenire sempre e realmente così, annunciatori di Cristo e non di noi stessi.
A questo punto dobbiamo domandarci come comunicava Gesù stesso. Gesù nella sua unicità parla del suo Padre - Abbà - e del Regno di Dio, con lo sguardo pieno di compassione per i disagi e le difficoltà dell’esistenza umana. Parla con grande realismo e, direi, l’essenziale dell’annuncio di Gesù è che rende trasparente il mondo e la nostra vita vale per Dio. Gesù mostra che nel mondo e nella creazione traspare il volto di Dio e ci mostra come nelle storie quotidiane della nostra vita Dio è presente. Sia nelle parabole della natura, il grano di senapa, il campo con diversi semi, o nella vita nostra, pensiamo alla parabola del figlio prodigo, di Lazzaro e ad altre parabole di Gesù. Dai Vangeli noi vediamo come Gesù si interessa di ogni situazione umana che incontra, si immerge nella realtà degli uomini e delle donne del suo tempo, con una fiducia piena nell’aiuto del Padre. E che realmente in questa storia, nascostamente, Dio è presente e se siamo attenti possiamo incontrarlo. E i discepoli, che vivono con Gesù, le folle che lo incontrano, vedono la sua reazione ai problemi più disparati, vedono come parla, come si comporta; vedono in Lui l’azione dello Spirito Santo, l’azione di Dio. In Lui annuncio e vita si intrecciano: Gesù agisce e insegna, partendo sempre da un intimo rapporto con Dio Padre. Questo stile diventa un’indicazione essenziale per noi cristiani: il nostro modo di vivere nella fede e nella carità diventa un parlare di Dio nell’oggi, perché mostra con un’esistenza vissuta in Cristo la credibilità, il realismo di quello che diciamo con le parole, che non sono solo parole, ma mostrano la realtà, la vera realtà. E in questo dobbiamo essere attenti a cogliere i segni dei tempi nella nostra epoca, ad individuare cioè le potenzialità, i desideri, gli ostacoli che si incontrano nella cultura attuale, in particolare il desiderio di autenticità, l’anelito alla trascendenza, la sensibilità per la salvaguardia del creato, e comunicare senza timore la risposta che offre la fede in Dio. L’Anno della fede è occasione per scoprire, con la fantasia animata dallo Spirito Santo, nuovi percorsi a livello personale e comunitario, affinché in ogni luogo la forza del Vangelo sia sapienza di vita e orientamento dell’esistenza.
Anche nel nostro tempo, un luogo privilegiato per parlare di Dio è la famiglia, la prima scuola per comunicare la fede alle nuove generazioni. Il Concilio Vaticano II parla dei genitori come dei primi messaggeri di Dio (cfr Cost. dogm. Lumen gentium, 11; Decr. Apostolicam actuositatem, 11), chiamati a riscoprire questa loro missione, assumendosi la responsabilità nell’educare, nell’aprire le coscienze dei piccoli all’amore di Dio come un servizio fondamentale alla loro vita, nell’essere i primi catechisti e maestri della fede per i loro figli. E in questo compito è importante anzitutto lavigilanza, che significa saper cogliere le occasioni favorevoli per introdurre in famiglia il discorso di fede e per far maturare una riflessione critica rispetto ai numerosi condizionamenti a cui sono sottoposti i figli. Questa attenzione dei genitori è anche sensibilità nel recepire le possibili domande religiose presenti nell’animo dei figli, a volte evidenti, a volte nascoste. Poi, la gioia: la comunicazione della fede deve sempre avere una tonalità di gioia. E’ la gioia pasquale, che non tace o nasconde le realtà del dolore, della sofferenza, della fatica, della difficoltà, dell’incomprensione e della stessa morte, ma sa offrire i criteri per interpretare tutto nella prospettiva della speranza cristiana. La vita buona del Vangelo è proprio questo sguardo nuovo, questa capacità di vedere con gli occhi stessi di Dio ogni situazione. È importante aiutare tutti i membri della famiglia a comprendere che la fede non è un peso, ma una fonte di gioia profonda, è percepire l’azione di Dio, riconoscere la presenza del bene, che non fa rumore; ed offre orientamenti preziosi per vivere bene la propria esistenza. Infine, la capacità di ascolto e di dialogo: la famiglia deve essere un ambiente in cui si impara a stare insieme, a ricomporre i contrasti nel dialogo reciproco, che è fatto di ascolto e di parola, a comprendersi e ad amarsi, per essere un segno, l’uno per l’altro, dell’amore misericordioso di Dio.
Parlare di Dio, quindi, vuol dire far comprendere con la parola e con la vita che Dio non è il concorrente della nostra esistenza, ma piuttosto ne è il vero garante, il garante  della grandezza della persona umana. Così ritorniamo all’inizio: parlare di Dio è comunicare, con forza e semplicità, con la parola e con la vita, ciò che è essenziale: il Dio di Gesù Cristo, quel Dio che ci ha mostrato un amore così grande da incarnarsi, morire e risorgere per noi; quel Dio che chiede di seguirlo e lasciarsi trasformare dal suo immenso amore per rinnovare la nostra vita e le nostre relazioni; quel Dio che ci ha donato la Chiesa, per camminare insieme e, attraverso la Parola e i Sacramenti, rinnovare l’intera Città degli uomini, affinché possa diventare Città di Dio.

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement ceux d’Amiens ! Puissiez-vous regarder les situations humaines avec les yeux mêmes de Dieu et laisser son amour renouveler votre vie et vos relations ! Vous formerez alors des communautés chrétiennes exemptes d’individualisme et d’indifférence, capables de manifester à tous les hommes l’action transformante de la grâce divine.
Bon pèlerinage !
I offer a cordial welcome to the members and associates of the Catholic Medical Missionary Board, with gratitude for their charitable concern for the health care needs of our brothers and sisters in developing countries. Upon all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including the groups from Nigeria, Korea and the United States of America, I invoke God’s blessings of joy and peace.
Ganz herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Gäste. Gott steht unserer menschlichen Existenz nicht fremd gegenüber; er ist vielmehr der Grund der Würde und der Einzigartigkeit des Menschen. Wir wollen dieser Gnade als Zeugen seiner Liebe gerne entsprechen. Der Herr begleite euch alle auf eurer Pilgerfahrt mit seinem reichen Segen.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México, Bolivia y otros países latinoamericanos. Invito a todos a dar testimonio de Dios, que nos ha mostrado en la muerte y resurrección de su Hijo el más grande amor, y nos pide seguirlo y dejarnos transformar por Él, de modo que en su Iglesia, a través de la Palabra y los sacramentos, podamos renovar el mundo entero. Muchas gracias.
Uma saudação cordial a todos os peregrinos de língua portuguesa, com votos de serem por todo o lado zelosos mensageiros e testemunhas da fé que vieram afirmar e consolidar neste encontro com o Sucessor de Pedro. Que Deus vos abençoe! Obrigado!
Saluto in lingua araba:
البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.
Traduzione italiana:
Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.
Saluto in lingua polacca:
Witam polskich pielgrzymów. Moi drodzy, Rok wiary jest szczególnym czasem wsłuchiwania się w to, co Bóg chce nam powiedzieć, ale także czasem mówienia o Nim i o Jego nieskończonej miłości. Nasze głoszenie słowem i czynem prawdy o Bożym pragnieniu zbawienia wszystkich ludzi niech będzie świadectwem osobiście przeżywanej wiary. Niech Bóg da wam tę łaskę i niech wam błogosławi!
Traduzione italiana:
Do il benvenuto ai pellegrini polacchi. Carissimi, l’Anno della fede è il tempo di ascolto di Dio che ci parla, ma anche il tempo di parlare di Lui e del suo infinito amore. Il nostro annuncio, con la parola e con le opere, della verità sul divino desiderio di salvare tutti gli uomini sia una testimonianza della fede vissuta personalmente. Dio vi doni questa grazia e vi benedica!

APPELLO
Il prossimo 1° dicembre ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS, iniziativa delle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione su una malattia che ha causato milioni di morti e tragiche sofferenze umane, accentuate nelle regioni più povere del mondo, che con grande difficoltà possono accedere a farmaci efficaci. In particolare, il mio pensiero va al grande numero di bambini che ogni anno contraggono il virus dalle proprie madri, nonostante vi siano terapie per impedirlo. Incoraggio le numerose iniziative che, nell’ambito della missione ecclesiale, sono promosse per debellare questo flagello.
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i sacerdoti, religiosi e seminaristi della Diocesi di Macerata - grazie! - accompagnati dal Vescovo, Mons. Claudio Giuliodori e i Frati Minori della Provincia Siciliana: la visita alle Tombe degli Apostoli sia occasione per un nuovo slancio di fede nelle iniziative pastorali. Sono lieto di accogliere i membri della Corte dei Conti della Repubblica Italiana, nel 150° anniversario di fondazione, e auguro a questa Istituzione un proficuo servizio per il bene comune. Saluto inoltre la delegazione di Cervia per la tradizionale consegna del sale e gli appartenenti all’Associazione Civicrazia.
Rivolgo infine un affettuoso pensiero ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Il tempo di Avvento che sta per iniziare sia di stimolo per voi, cari giovani, a riscoprire l’importanza della fede in Cristo; aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare le vostre sofferenze con lo sguardo rivolto al Bambino Gesù; accresca in voi, cari sposi novelli, il senso della presenza di Dio nella vostra nuova famiglia.

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

martedì 27 novembre 2012

Letture della S.Messa del 2 dicembre

RITO ROMANO (I DOMENICA DI AVVENTO):

Prima lettura

Ger 33,14-16



Ecco, verranno giorni - oràcolo del Signore - nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.




Salmo responsoriale

Sal 24



R.: A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.


Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.


Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.


Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza.



Seconda lettura

1Ts 3,12-4,2



Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate –, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.




Vangelo

Lc 21,25-28.34-36



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

RITO AMBROSIANO (III DOMENICA DI AVVENTO - Le profezie adempiute):

Lettura
Lettura del profeta Isaia 45, 1-8

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro: / «Io l’ho preso per la destra, / per abbattere davanti a lui le nazioni, / per sciogliere le cinture ai fianchi dei re, / per aprire davanti a lui i battenti delle porte / e nessun portone rimarrà chiuso. / Io marcerò davanti a te; / spianerò le asperità del terreno, / spezzerò le porte di bronzo, / romperò le spranghe di ferro.
Ti consegnerò tesori nascosti / e ricchezze ben celate, / perché tu sappia che io sono il Signore, / Dio d’Israele, che ti chiamo per nome. / Per amore di Giacobbe, mio servo, / e d’Israele, mio eletto, / io ti ho chiamato per nome, / ti ho dato un titolo, sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non c’è alcun altro, / fuori di me non c’è dio; / ti renderò pronto all’azione, anche se tu non mi conosci, / perché sappiano dall’oriente e dall’occidente / che non c’è nulla fuori di me. / Io sono il Signore, non ce n’è altri.
Io formo la luce e creo le tenebre, / faccio il bene e provoco la sciagura; / io, il Signore, compio tutto questo. / Stillate, cieli, dall’alto / e le nubi facciano piovere la giustizia; / si apra la terra e produca la salvezza / e germogli insieme la giustizia. / Io, il Signore, ho creato tutto questo».        

Salmo
Sal 125 (126)

             ®   Grandi cose ha fatto il Signore per noi.

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia. ®

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia. ®

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia. ®

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.®


Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 9, 1-5

Fratelli, dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Luca 7, 18-28

In quel tempo. Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che portano vesti sontuose e vivono nel lusso stanno nei palazzi dei re. Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te mando il mio messaggero, / davanti a te egli preparerà la tua via”.
Io vi dico: fra i nati da donna non vi è alcuno più grande di Giovanni, ma il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui».

MESSA VIGILARE:

Vangelo della Risurrezione
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Giovanni 20, 1-8

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
             Cristo Signore è risorto!
             ®  Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della messa nel giorno della Domenica:
Is 45,1-8; Sal 125; Rm 9,1-5; Lc 7,18-28

domenica 25 novembre 2012

Nuove applicazioni sulla GMG

Segnaliamo ai nostri amici, possessori di dispositivi android, che per loro è nata una nuova applicazione (non ufficiale) dedicata alla GMG di Rio. La potete trovare recandovi su questa pagina

La parola del Papa: l'angelus del 25 novembre


BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 25 novembre 2012

Cari fratelli e sorelle!
Oggi la Chiesa celebra Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo. Questa solennità è posta al termine dell’anno liturgico e riassume il mistero di Gesù «primogenito dei morti e dominatore di tutti i potenti della terra» (Orazione Colletta Anno B), allargando il nostro sguardo verso la piena realizzazione del Regno di Dio, quando Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28). San Cirillo di Gerusalemme afferma: «Noi annunciamo non solo la prima venuta di Cristo, ma anche una seconda molto più bella della prima. La prima, infatti, fu una manifestazione di patimento, la seconda porta il diadema della regalità divina; … nella prima fu sottoposto all’umiliazione della croce, nella seconda è attorniato e glorificato da una schiera di angeli» (Catechesis XV,1 Illuminandorum, De secundo Christi adventuPG 33, 869 A). Tutta la missione di Gesù e il contenuto del suo messaggio consistono nell’annunciare il Regno di Dio e attuarlo in mezzo agli uomini con segni e prodigi. «Ma – come ricorda il Concilio Vaticano II – innanzitutto il Regno si manifesta nella stessa persona di Cristo» (Cost. dogm. Lumen gentium, 5), che lo ha instaurato mediante la sua morte in croce e la sua risurrezione, con cui si è manifestato quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno. Questo Regno di Cristo è stato affidato alla Chiesa, che ne è «germe» ed «inizio» e ha il compito di annunciarlo e diffonderlo tra tutte le genti, con la forza dello Spirito Santo (cfr ibid.). Al termine del tempo stabilito, il Signore consegnerà a Dio Padre il Regno e gli presenterà tutti coloro che hanno vissuto secondo il comandamento dell’amore.
Cari amici, tutti noi siamo chiamati a prolungare l’opera salvifica di Dio convertendoci al Vangelo, ponendoci con decisione al seguito di quel Re che non è venuto per essere servito ma per servire e per dare testimonianza alla verità (cfr Mc 10,45; Gv 18,37). In questa prospettiva invito tutti a pregare per i sei nuovi Cardinali che ieri ho creato, affinché lo Spirito Santo li rafforzi nella fede e nella carità e li ricolmi dei suoi doni, così che vivano la loro nuova responsabilità come un’ulteriore dedizione a Cristo e al suo Regno. Questi nuovi membri del Collegio Cardinalizio ben rappresentano la dimensione universale della Chiesa: sono Pastori di Chiese nel Libano, in India, in Nigeria, in Colombia, nelle Filippine, e uno di essi è da lungo tempo al servizio della Santa Sede.
Invochiamo la protezione di Maria Santissima su ciascuno di essi e sui fedeli affidati al loro servizio. La Vergine ci aiuti tutti a vivere il tempo presente in attesa del ritorno del Signore, chiedendo con forza a Dio: «Venga il tuo Regno», e compiendo quelle opere di luce che ci avvicinano sempre più al Cielo, consapevoli che, nelle tormentate vicende della storia, Dio continua a costruire il suo Regno di amore.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Ieri, a Macas, in Eucador, è stata proclamata Beata Maria Troncatti, Suora delle Figlie di Maria Ausiliatrice, nata in Val Camonica. Infermiera durante la prima Guerra Mondiale, partì poi per l’Ecuador, dove si spese interamente al servizio delle popolazioni della selva, nell’evangelizzazione e nella promozione umana. Rendiamo grazie a Dio per questa sua generosa testimone!
Sabato prossimo, 1° dicembre, avrà luogo il pellegrinaggio degli universitari di Roma alla Tomba di San Pietro, in occasione dell’Anno della fede. Per loro presiederò la celebrazione dei Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento.
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les Libanais venus nombreux accompagner leur nouveau Cardinal. Nous célébrons aujourd’hui la Solennité du Christ Roi de l’univers. Sa royauté ne réside pas dans le pouvoir, l’honneur, la richesse, mais dans la faiblesse et l’anéantissement de la croix par amour pour nous sauver. Laissons le Christ convertir nos cœurs et nos mentalités, pour reconnaître que la véritable grandeur de l’homme et sa plénitude sont uniquement dans l’être avec Dieu, et dans l’amour reçu et donné. Puisse sa bénédiction descendre sur toute l’humanité et la conduire vers la paix ! Bonne fête à tous !
I offer a warm welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors gathered for this Angelusprayer, especially those who have accompanied the new Cardinals created in yesterday’s Consistory.  Today, on the Solemnity of Christ the King, the Church invites us to contemplate the Lordship of the Risen Saviour and to pray for the coming of his Kingdom.  May Christ’s peace always reign in your hearts!
Mit Freude heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Der heutige Christkönigssonntag bildet den Abschluß des Kirchenjahres. Wir schauen auf Christus, dessen Königtum nicht irdische Macht oder Herrschaft bedeutet; es besteht darin, für die Wahrheit Zeugnis abzulegen und sein Leben hinzugeben für die Rettung der Welt. Beten wir heute auch für die neuen Kardinäle, die dem Nachfolger des heiligen Petrus in seinem Dienst für die ganze Kirche in besonderer Weise zur Seite stehen. Der Herr lasse sie stets auf seine Stimme hören und mache sie zu Zeugen für seine Wahrheit und Liebe. Der Heilige Geist führe und leite uns alle auf allen unseren Wegen.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de las parroquias de Granada, Málaga, Torremolinos y Baza, así como a los Obispos, sacerdotes, religiosos y laicos de Colombia, que han venido acompañando al Arzobispo de Bogotá, que ha sido agregado al Colegio cardenalicio. Por intercesión de la Virgen María, Madre de la Iglesia, y de la nueva beata Maria Troncatti, que ayer en Ecuador fue elevada a la gloria de los altares, pidamos a Jesucristo, Rey del Universo, que ilumine y fortalezca con su gracia al nuevo Purpurado, y que a todos nosotros nos aumente la fe y nos conceda perseverar en su amor hasta el final de nuestra vida. Que Dios os bendiga.
Witam serdecznie Polaków, uczestników dzisiejszej Mszy świętej ku czci Chrystusa Króla i modlitwy Anioł Pański. Módlmy się za nowych kardynałów. Prośmy, by Kościół był królestwem prawdy, sprawiedliwości, miłości i pokoju. Niech Chrystus króluje w naszych sercach i nam wszystkim błogosławi.
[Saluto cordialmente i Polacchi partecipanti alla santa Messa di oggi in onore di Cristo Re e alla preghiera dell’Angelus. Preghiamo per i nuovi Cardinali. Chiediamo che la Chiesa cresca come regno di verità, di giustizia, di amore e di pace. Che Cristo regni nei nostri cuori e ci benedica tutti.]
E, infine, rivolgo un saluto molto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare al gruppo della Polizia Municipale di Agropoli e ai ragazzi dell’Unità di Pastorale Giovanile «San Filippo Neri» della Diocesi di Milano. Saluto i fedeli di Genzano di Lucania, accompagnati dall’Arcivescovo di Acerenza, come pure quelli di Tivoli Terme. A tutti auguro una buona domenica, una buona settimana. Buona festa. Auguri!


© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

mercoledì 21 novembre 2012

L'udienza generale del 21 novembre


BENEDETTO XVI
UDIENZA GENERALE
Aula Paolo VI
Mercoledì, 21 novembre 2012

L'Anno della fede. La ragionevolezza della fede in Dio
Cari fratelli e sorelle,
avanziamo in quest’Anno della fede, portando nel nostro cuore la speranza di riscoprire quanta gioia c’è nel credere e di ritrovare l’entusiasmo di comunicare a tutti le verità della fede. Queste verità non sono un semplice messaggio su Dio, una particolare informazione su di Lui. Esprimono invece l’evento dell’incontro di Dio con gli uomini, incontro salvifico e liberante, che realizza le aspirazioni più profonde dell’uomo, i suoi aneliti di pace, di fraternità, di amore. La fede porta a scoprire che l’incontro con Dio valorizza, perfeziona ed eleva quanto di vero, di buono e di bello c’è nell’uomo. Accade così che, mentre Dio si rivela e si lascia conoscere, l’uomo viene a sapere chi è Dio e, conoscendolo, scopre se stesso, la propria origine, il proprio destino, la grandezza e la dignità della vita umana.
La fede permette un sapere autentico su Dio che coinvolge tutta la persona umana: è un “sàpere”, cioè un conoscere che dona sapore alla vita, un gusto nuovo d’esistere, un modo gioioso di stare al mondo. La fede si esprime nel dono di sé per gli altri, nella fraternità che rende solidali, capaci di amare, vincendo la solitudine che rende tristi. Questa conoscenza di Dio attraverso la fede non è perciò solo intellettuale, ma vitale. E’ la conoscenza di Dio-Amore, grazie al suo stesso amore. L’amore di Dio poi fa vedere, apre gli occhi, permette di conoscere tutta la realtà, oltre le prospettive anguste dell’individualismo e del soggettivismo che disorientano le coscienze. La conoscenza di Dio è perciò esperienza di fede e implica, nel contempo, un cammino intellettuale e morale: toccati nel profondo dalla presenza dello Spirito di Gesù in noi, superiamo gli orizzonti dei nostri egoismi e ci apriamo ai veri valori dell’esistenza.
Oggi in questa catechesi vorrei soffermarmi sulla ragionevolezza della fede in Dio. La tradizione cattolica sin dall’inizio ha rigettato il cosiddetto fideismo, che è la volontà di credere contro la ragione. Credo quia absurdum (credo perché è assurdo) non è formula che interpreti la fede cattolica. Dio, infatti, non è assurdo, semmai è mistero. Il mistero, a sua volta, non è irrazionale, ma sovrabbondanza di senso, di significato, di verità. Se, guardando al mistero, la ragione vede buio, non è perché nel mistero non ci sia luce, ma piuttosto perché ce n’è troppa. Così come quando gli occhi dell’uomo si dirigono direttamente al sole per guardarlo, vedono solo tenebra; ma chi direbbe che il sole non è luminoso, anzi la fonte della luce? La fede permette di guardare il «sole», Dio, perché è accoglienza della sua rivelazione nella storia e, per così dire, riceve veramente tutta la luminosità del mistero di Dio, riconoscendo il grande miracolo: Dio si è avvicinato all’uomo, si è offerto alla sua conoscenza, accondiscendendo al limite creaturale della sua ragione (cfr Conc. Ec. Vat. II, Cost. dogm. Dei Verbum, 13). Allo stesso tempo, Dio, con la sua grazia, illumina la ragione, le apre orizzonti nuovi, incommensurabili e infiniti. Per questo, la fede costituisce uno stimolo a cercare sempre, a non fermarsi mai e a mai quietarsi nella scoperta inesausta della verità e della realtà. E’ falso il pregiudizio di certi pensatori moderni, secondo i quali la ragione umana verrebbe come bloccata dai dogmi della fede. E’ vero esattamente il contrario, come i grandi maestri della tradizione cattolica hanno dimostrato. Sant’Agostino, prima della sua conversione, cerca con tanta inquietudine la verità, attraverso tutte le filosofie disponibili, trovandole tutte insoddisfacenti. La sua faticosa ricerca razionale è per lui una significativa pedagogia per l’incontro con la Verità di Cristo. Quando dice: «comprendi per credere e credi per comprendere» (Discorso43, 9: PL 38, 258), è come se raccontasse la propria esperienza di vita. Intelletto e fede, dinanzi alla divina Rivelazione non sono estranei o antagonisti, ma sono ambedue condizioni per comprenderne il senso, per recepirne il messaggio autentico, accostandosi alla soglia del mistero. Sant’Agostino, insieme a tanti altri autori cristiani, è testimone di una fede che si esercita con la ragione, che pensa e invita a pensare. Su questa scia, Sant’Anselmo dirà nel suo Proslogion che la fede cattolica è fides quaerens intellectum, dove il cercare l’intelligenza è atto interiore al credere. Sarà soprattutto San Tommaso d’Aquino – forte di questa tradizione – a confrontarsi con la ragione dei filosofi, mostrando quanta nuova feconda vitalità razionale deriva al pensiero umano dall’innesto dei principi e delle verità della fede cristiana.
La fede cattolica è dunque ragionevole e nutre fiducia anche nella ragione umana. Il Concilio Vaticano I, nella Costituzione dogmatica Dei Filius, ha affermato che la ragione è in grado di conoscere con certezza l’esistenza di Dio attraverso la via della creazione, mentre solo alla fede appartiene la possibilità di conoscere «facilmente, con assoluta certezza e senza errore» (DS 3005) le verità che riguardano Dio, alla luce della grazia. La conoscenza della fede, inoltre, non è contro la retta ragione. Il Beato Papa Giovanni Paolo II, infatti, nell’Enciclica Fides et ratio, sintetizza così: «La ragione dell’uomo non si annulla né si avvilisce dando l’assenso ai contenuti di fede; questi sono in ogni caso raggiunti con scelta libera e consapevole» (n. 43). Nell’irresistibile desiderio di verità, solo un armonico rapporto tra fede e ragione è la strada giusta che conduce a Dio e al pieno compimento di sé.
Questa dottrina è facilmente riconoscibile in tutto il Nuovo Testamento. San Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, sostiene, come abbiamo sentito: «Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1 Cor 1,22-23). Dio, infatti, ha salvato il mondo non con un atto di potenza, ma mediante l’umiliazione del suo Figlio unigenito: secondo i parametri umani, l’insolita modalità attuata da Dio stride con le esigenze della sapienza greca. Eppure, la Croce di Cristo ha una sua ragione, che San Paolo chiama: ho lògos tou staurou, “la parola della croce” (1 Cor 1,18). Qui, il termine lògosindica tanto la parola quanto la ragione e, se allude alla parola, è perché esprime verbalmente ciò che la ragione elabora. Dunque, Paolo vede nella Croce non un avvenimento irrazionale, ma un fatto salvifico che possiede una propria ragionevolezza riconoscibile alla luce della fede. Allo stesso tempo, egli ha talmente fiducia nella ragione umana, al punto da meravigliarsi per il fatto che molti, pur vedendo le opere compiute da Dio, si ostinano a non credere in Lui. Dice nella Lettera ai Romani: «Infatti le … perfezioni invisibili [di Dio], ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (1,20). Così, anche S. Pietro esorta i cristiani della diaspora ad adorare «il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi» (1 Pt 3,15). In un clima di persecuzione e di forte esigenza di testimoniare la fede, ai credenti viene chiesto di giustificare con motivazioni fondate la loro adesione alla parola del Vangelo, di dare la ragione della nostra speranza.
Su queste premesse circa il nesso fecondo tra comprendere e credere, si fonda anche il rapporto virtuoso fra scienza e fede. La ricerca scientifica porta alla conoscenza di verità sempre nuove sull’uomo e sul cosmo, lo vediamo. Il vero bene dell’umanità, accessibile nella fede, apre l’orizzonte nel quale si deve muovere il suo cammino di scoperta. Vanno pertanto incoraggiate, ad esempio, le ricerche poste a servizio della vita e miranti a debellare le malattie. Importanti sono anche le indagini volte a scoprire i segreti del nostro pianeta e dell’universo, nella consapevolezza che l’uomo è al vertice della creazione non per sfruttarla insensatamente, ma per custodirla e renderla abitabile. Così la fede, vissuta realmente, non entra in conflitto con la scienza, piuttosto coopera con essa, offrendo criteri basilari perché promuova il bene di tutti, chiedendole di rinunciare solo a quei tentativi che - opponendosi al progetto originario di Dio - possono produrre effetti che si ritorcono contro l’uomo stesso. Anche per questo è ragionevole credere: se la scienza è una preziosa alleata della fede per la comprensione del disegno di Dio nell’universo, la fede permette al progresso scientifico di realizzarsi sempre per il bene e per la verità dell’uomo, restando fedele a questo stesso disegno.
Ecco perché è decisivo per l’uomo aprirsi alla fede e conoscere Dio e il suo progetto di salvezza in Gesù Cristo. Nel Vangelo viene inaugurato un nuovo umanesimo, un’autentica «grammatica» dell'uomo e di tutta la realtà. Afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: «La verità di Dio è la sua sapienza che regge l’ordine della creazione e del governo del mondo. Dio che, da solo, «ha fatto cielo e terra» (Sal 115,15), può donare, egli solo, la vera conoscenza di ogni cosa creata nella relazione con lui» (n. 216).
Confidiamo allora che il nostro impegno nell’ evangelizzazione aiuti a ridare nuova centralità al Vangelo nella vita di tanti uomini e donne del nostro tempo. E preghiamo perché tutti ritrovino in Cristo il senso dell’esistenza e il fondamento della vera libertà: senza Dio, infatti, l’uomo smarrisce se stesso. Le testimonianze di quanti ci hanno preceduto e hanno dedicato la loro vita al Vangelo lo confermano per sempre. E’ ragionevole credere, è in gioco la nostra esistenza. Vale la pena di spendersi per Cristo, Lui solo appaga i desideri di verità e di bene radicati nell’anima di ogni uomo: ora, nel tempo che passa, e nel giorno senza fine dell’Eternità beata.

Saluti:
Je salue avec joie les pèlerins francophones, en particulier ceux des diocèses d’Arras et d’Autun, ainsi que les Focolari du Liban ! L’évangile inaugure un nouvel humanisme et offre une authentique « grammaire » de l’humain et de toute réalité. Puissiez-vous le méditer et faire resplendir sa lumière chaque jour, afin que beaucoup de nos contemporains trouvent dans le Christ le sens de leur existence et le vrai fondement de leur liberté ! Bon pèlerinage à vous tous !
I offer a cordial greeting to the participants in the conference on Catholic and Muslim cooperation in promoting justice in the contemporary world. I also greet the group from CAFOD, with gratitude for the agency’s fifty years of charitable activity on behalf of the Church in England and Wales. Upon all present at today’s Audience, including those from England, Sri Lanka and the United States, I invoke God’s blessings! Thank you.
Von Herzen grüße ich alle Pilger und Gäste deutscher Sprache. An Gott zu glauben ist unserer Vernunft nicht entgegengesetzt. Der Glaube helfe uns, in Christus den Sinn und die Fülle unseres Daseins und den Garant wahrer menschlicher Freiheit zu erkennen. Er ist die Erfüllung unseres Strebens nach dem Wahren und dem Guten. Der Herr segne euch alle.
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Invito a todos a descubrir en Cristo el sentido de la existencia y el fundamento de la verdadera libertad. Muchas gracias.
De coração, saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, com destaque para os grupos de Aracruz, Aparecida de Goiânia e Palmas, confiando as suas famílias e comunidades à Virgem Maria e pedindo-Lhe que nelas se mantenha viva a luz de Deus. Sobre vós e os vossos entes queridos, desça a minha Bênção.
Saluto in lingua araba:
البَابَا يُصْلِي مِنْ أَجَلِ جَمِيعِ النَّاطِقينَ بِاللُّغَةِ العَرَبِيَّةِ. لِيُبَارِك الرَّبّ جَمِيعَكُمْ.
Traduzione italiana:
Il Papa prega per tutte le persone di lingua araba. Dio vi benedica tutti.
Saluto in lingua polacca:
Pozdrawiam przybyłych na audiencję Polaków. Witam uczestników Ogólnopolskiej Pielgrzymki Leśników. Niech wasza praca przyczyni się do zachowania piękna przyrody. Witam także grupę niepełnosprawnych i ich opiekunów z Zespołu Szkół Księdza Tischnera w Toruniu. Życzę wszystkim pielgrzymom, by Dziewica Maryja, której Ofiarowanie dzisiaj wspominamy, była dla was wzorem zawierzenia Bogu i pełnienia Jego woli. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
Traduzione italiana:
Saluto i polacchi venuti a quest’udienza. Do il mio benvenuto ai partecipanti al Pellegrinaggio Nazionale dei Forestali Polacchi. Il vostro lavoro contribuisca alla conservazione della bellezza della natura. Saluto anche il gruppo dei diversamente abili insieme a coloro che li assistono, provenienti dal Gruppo delle Scuole “don Tischner” di Toruń. Auguro a tutti i pellegrini che la Beata Vergine Maria, la cui Presentazione al Tempio oggi ricordiamo, sia per voi modello dell’abbandono a Dio e del compimento della Sua volontà. Sia lodato Gesù Cristo.
Saluto in lingua croata:
Radosno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito članove Kulturno umjetničkog društva „Okićka Trešnja“ iz Stankova kao i članove Zajednice Krvi Kristove. Krist Kralj, čiji dolazak u vjeri i nadi s radošću iščekujemo, neka čuva i blagoslovi vas i vaše obitelji. Hvaljen Isus i Marija!
Traduzione italiana:
Con gioia saluto tutti i pellegrini croati, particolarmente i membri della Compagnia culturale artistica “Okićka Trešnja” come pure i membri dell’Unione del Sangue di Cristo. Il Cristo Re, la cui venuta nella fede e nella speranza con gioia aspettiamo, benedica e protegga voi e le vostre famiglie. Siano lodati Gesù e Maria!
Saluto in lingua lituana:
Iš širdies sveikinu maldininkus iš Lietuvos, ypatingai mišrujį chorą «Dermė» iš Širvintų!
Linkiu, kad jūsų apsilankymas ir malda Apaštalų ir Kankinių Mieste sustiprintų jūsų žingsnius kasdieniniame tikėjimo kelyje. Viešpats jus telaimina!
Garbė Jėzui Kristui!
Traduzione italiana:
Saluto di cuore i pellegrini della Lituania, in particolare il coro misto «Dermė» da Širvintai!
Vi auguro che la vostra orante visita nella Città degli Apostoli e dei Martiri rinvigorisca i vostri passi nel cammino quotidiano di fede. Il Signore vi benedica!
Sia lodato Gesù Cristo!
Saluto in lingua slovacca:
Zo srdca vítam slovenských pútnikov, osobitne z Bratislavy, Nitry a Rožňavy.
Bratia a sestry, minulú nedeľu sa v pápežských bazilikách svätých apoštolov Petra a Pavla slávilo Výročie ich posviacky. Nech návšteva týchto starobylých chrámov zveľadí vašu lásku k Cirkvi, ktorá je postavená na apoštoloch.
Všetkých vás žehnám.
Pochválený buď Ježiš Kristus!
Traduzione italiana:
Do un cordiale benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Bratislava, Nitra e Rožňava.
Fratelli e sorelle, domenica scorsa nelle Basiliche Papali dei Santi Apostoli Pietro e Paolo si è celebrata la festa della Dedicazione. La visita di queste antiche chiese approfondisca il vostro amore per la Chiesa, fondata sugli apostoli.
A tutti la mia benedizione.
Sia lodato Gesù Cristo!

APPELLO
Seguo con grave preoccupazione l'aggravarsi della violenza tra gli Israeliani e i Palestinesi della Striscia di Gaza. Insieme al ricordo orante per le vittime e per coloro che soffrono, sento il dovere di ribadire ancora una volta che l'odio e la violenza non sono la soluzione dei problemi. Inoltre, incoraggio le iniziative e gli sforzi di quanti stanno cercando di ottenere una tregua e di promuovere il negoziato. Esorto anche le Autorità di entrambe le Parti ad adottare decisioni coraggiose in favore della pace e a porre fine a un conflitto con ripercussioni negative in tutta la Regione medio-orientale, travagliata da troppi scontri e bisognosa di pace e di riconciliazione.
Traduzione in lingua araba:
نِدَاءٌ
أُتَابِعُ بِغَايَّةِ القَلقِ العُنْفَ المُتَزَايِدَ بَيْنَ الإسرائيليِّينَ وَالفِلَسطِينِيِّيْنَ فِي قِطاعِ غَزة. وبِجَانِبِ تأكيد الدُعاء مِنْ أَجَلْ الضَّحَايَا ومِن أجلِ جَمِيعِ الَّذِينَ يَتَأَلَّمُونَ، أشعُرُ بِوَاجِبِ إعادةِ التأكيد مَرَّةً أُخرى عَلَى أَن الكَرَاهِيِّةَ والعُنْفَ لَا يَمكِنُ لَهُمَا حَلّ المَشَاكِل. كَمَا  أنَنِي أُشجعُ مُبَادَرَاتِ ومَجْهُودَاتِ الَّذِينَ يَسْعَوْنَ لِلوُصُولِ لِهُدَنَةٍ ولتعزيز المُفَاوَضَاتِ. وأحِثُّ أيضًا السُّلُطاتِ مِن الجَانِبَينِ عَلَى تَبنِي قَرَارَاتٍ شُجَاعَةٍ مِنْ أَجَلِ السَّلاَمِ وَلِوَضْعِ نِهَاِيَّة لصِراعٍ لَهُ تأثِيِرات سَلبِيَّة عَلَى كُلِّ مَنْطِقَةِ الشَّرقِ الأَوسَطِ، المُضْطَرِبَة بِكَثِيرٍ مِن الصراعاتِ والمُحْتَاجَة لِلْسلامِ وَلِلمُصَالَحَةِ .
* * *
E adesso, rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli delle parrocchie di San Giovanni Bosco, in Altamura e di San Michele Arcangelo, in Bono; ai rappresentanti della Clinica Odontoiatrica dell’Università degli Studi di Milano e all’Associazione musicale Giacomo Puccini, di Cave. Grazie per la musica.
Saluto con affetto i malati, gli sposi novelli e i giovani, specialmente gli alunni della Scuola Beata Maria Cristina Brando, di Casoria. Domenica prossima, ultima del Tempo ordinario, celebreremo la solennità di Cristo Re dell’universo. Cari giovani, ponete Gesù al centro della vostra vita, e da Lui riceverete luce e coraggio in ogni scelta quotidiana. Cristo, che ha fatto della Croce un trono regale, insegni a voi, cari malati, a comprendere il valore redentivo della sofferenza vissuta in unione con Lui. A voi, cari sposi novelli, auguro di riconoscere la presenza del Signore nel vostro cammino matrimoniale, così da partecipare alla costruzione del suo Regno di amore e di pace.
Oggi, memoria liturgica della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, si celebra la Giornata per le Claustrali. Alle sorelle chiamate dal Signore alla vita contemplativa, desidero assicurare la speciale vicinanza mia e dell’intera Comunità ecclesiale. Rinnovo, al tempo stesso, l’invito a tutti i cristiani affinché non facciano mancare ai monasteri di clausura il necessario sostegno spirituale e materiale. Tanto dobbiamo, infatti, a queste persone che si consacrano interamente alla preghiera per la Chiesa e per il mondo! Grazie.

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

martedì 20 novembre 2012

A rio, nel segno della condivisione

Leggiamo dal sito ufficiale della GMG e rigiriamo a voi:

"La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito di contribuire alle spese di partecipazione alla Giornata Mondiale dei Giovani, che si terrà a Rio de Janeiro nel luglio del 2013, assumendosi il costo della quota d’iscrizione. Le modalità concrete saranno comunicate alle diocesi italiane dal Servizio Nazionale per la pastorale giovanile.
Intanto il Papa, nel messaggio per la Gmg, «Andate e fate discepoli tutti i popoli!», affida ai giovani la responsabilità di essere «i primi missionari tra i coetanei», li incita ad avere «il coraggio di “partire” da se stessi per “andare” verso gli altri e guidarli all’incontro con Dio».
Condizione di tale missione sono l’appartenenza viva alla comunità ecclesiale e lo sguardo rivolto al Cristo Redentore, di cui è immagine la grande statua posta a Rio de Janeiro: “Il suo cuore – conclude il Papa – è aperto all’amore verso tutti, senza distinzioni, e le sue braccia sono tese per raggiungere ciascuno. Siate voi il cuore e le braccia di Gesù!”"

Appena avremo maggiorni informazioni in merito sarà nostra premura comunicarvele

Letture della S.Messa del 25 novembre

RITO ROMANO (XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo):


Prima lettura

Dn 7,13-14




Dal libro del profeta Daniele

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.
Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.




Salmo responsoriale

Sal 92




R.: Il Signore regna, si riveste di splendore.


Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.


Seconda lettura

Ap 1,5-8



Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.
A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.
Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!



Vangelo

Gv 18,33-37



Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

RITO AMBROSIANO (II DOMENICA DI AVVENTO - I figli del Regno)


Lettura
Lettura del profeta Isaia 19, 18-24

Così dice il Signore Dio: «In quel giorno ci saranno cinque città nell’Egitto che parleranno la lingua di Canaan e giureranno per il Signore degli eserciti; una di esse si chiamerà Città del Sole.
In quel giorno ci sarà un altare dedicato al Signore in mezzo alla terra d’Egitto e una stele in onore del Signore presso la sua frontiera: sarà un segno e una testimonianza per il Signore degli eserciti nella terra d’Egitto. Quando, di fronte agli avversari, invocheranno il Signore, allora egli manderà loro un salvatore che li difenderà e li libererà. Il Signore si farà conoscere agli Egiziani e gli Egiziani riconosceranno in quel giorno il Signore, lo serviranno con sacrifici e offerte, faranno voti al Signore e li adempiranno. Il Signore percuoterà ancora gli Egiziani, ma, una volta colpiti, li risanerà. Essi faranno ritorno al Signore ed egli si placherà e li risanerà.
In quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria; l’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria, e gli Egiziani renderanno culto insieme con gli Assiri.
In quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra».

Salmo
Sal 86 (87)

      ®    Popoli tutti, lodate il Signore!

Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio! ®

Iscriverò Raab e Babilonia fra quelli che mi riconoscono;
ecco Filistea, Tiro ed Etiopia: là costui è nato.
Si dirà di Sion: «L’uno e l’altro in essa sono nati
e lui, l’Altissimo, la mantiene salda». ®

Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». ®

Epistola
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 3, 8-13

Fratelli, a me, che sono l’ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell’universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d’animo a causa delle mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra.                    


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Marco 1, 1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaia: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: / egli preparerà la tua via. / Voce di uno che grida nel deserto: / Preparate la via del Signore, / raddrizzate i suoi sentieri», / vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Messa vigilare:

Vangelo della Risurrezione
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Luca 24, 1-8

Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole.
             Cristo Signore è risorto!
             ®Rendiamo grazie a Dio!

domenica 18 novembre 2012

La parola del Papa: l'angelus del 18 novembre


BENEDETTO XVI
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 18 novembre 2012
Cari fratelli e sorelle!
In questa penultima domenica dell’anno liturgico, viene proclamata, nella redazione di San Marco, una parte del discorso di Gesù sugli ultimi tempi (cfr Mc 13,24-32). Questo discorso si trova, con alcune varianti, anche in Matteo e Luca, ed è probabilmente il testo più difficile dei Vangeli. Tale difficoltà deriva sia dal contenuto sia dal linguaggio: si parla infatti di un avvenire che supera le nostre categorie, e per questo Gesù utilizza immagini e parole riprese dall’Antico Testamento, ma soprattutto inserisce un nuovo centro, che è Lui stesso, il mistero della sua persona e della sua morte e risurrezione. Anche il brano odierno si apre con alcune immagini cosmiche di genere apocalittico: «Il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli verranno sconvolte» (v. 24-25); ma questo elemento viene relativizzato da ciò che segue: «Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria» (v. 26). Il «Figlio dell’uomo» è Gesù stesso, che collega il presente  e il futuro; le antiche parole dei profeti hanno trovato finalmente un centro nella persona del Messia nazareno: è Lui il vero avvenimento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane il punto fermo e stabile.
A conferma di questo sta un’altra espressione del Vangelo di oggi. Gesù afferma: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (v. 31). In effetti, sappiamo che nella Bibbia la Parola di Dio è all’origine della creazione: tutte le creature, a partire dagli elementi cosmici – sole, luna, firmamento – obbediscono alla Parola di Dio, esistono in quanto «chiamati» da essa. Questa potenza creatrice della Parola divina si è concentrata in Gesù Cristo, Verbo fatto carne, e passa anche attraverso le sue parole umane, che sono il vero «firmamento» che orienta il pensiero e il cammino dell’uomo sulla terra. Per questo Gesù non descrive la fine del mondo, e quando usa immagini apocalittiche, non si comporta come un «veggente». Al contrario, Egli vuole sottrarre i suoi discepoli di ogni epoca alla curiosità per le date, le previsioni, e vuole invece dare loro una chiave di lettura profonda, essenziale, e soprattutto indicare la via giusta su cui camminare, oggi e domani, per entrare nella vita eterna. Tutto passa – ci ricorda il Signore –, ma la Parola di Dio non muta, e di fronte ad essa ciascuno di noi è responsabile del proprio comportamento. In base a questo saremo giudicati.
Cari amici, anche nei nostri tempi non mancano calamità naturali, e purtroppo nemmeno guerre e violenze. Anche oggi abbiamo bisogno di un fondamento stabile per la nostra vita e la nostra speranza, tanto più a causa del relativismo in cui siamo immersi. La Vergine Maria ci aiuti ad accogliere questo centro nella Persona di Cristo e nella sua Parola.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Ieri, a Pergamino, in Argentina, è stata proclamata Beata María Crescencia Pérez, Religiosa, della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima dell’Orto. Vissuta nella prima parte del secolo scorso, è modello di dolcezza evangelica animata dalla fede. Lodiamo il Signore per la sua testimonianza!
Je salue cordialement les pèlerins francophones. En cherchant à voir autour de nous les signes de la présence de Dieu et à les accueillir, nous découvrirons le roc solide où s’enracine notre existence au-delà des changements qui nous atteignent. Par la foi, nous communions au dessein d’amour de Dieu sur l’humanité et sur chacun de nous. Dieu est fidèle ! À nous de le chercher ! Pour cela, je vous invite à participer régulièrement à la messe dominicale, nécessaire pour un chrétien. Que la Vierge Marie vous aide à comprendre l’importance de ce rendez-vous et la joie de le vivre en famille ! Bon dimanche à tous !
I greet all the English-speaking visitors and pilgrims present for today’s Angelus.  This Sunday, as the liturgical year draws to a close, Jesus tells us that although heaven and earth will pass away, his words will remain.  Let us pledge ourselves to build our lives more and more on the solid foundation of his holy word, the true source of life and joy.  May God bless all of you!
Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache, besonders die Reisegruppe des Bayerischen Rundfunks. Die liturgischen Lesungen zum Ende des Kirchenjahres rufen uns immer wieder die sogenannten letzten Dinge – Tod, Gericht, Hölle,  Himmel – in Erinnerung. Die Zeit hat ein Ziel. Und wir wollen das richtige Ziel finden. Dazu lädt der Herr uns ein, wenn er sagt, wir sollen wachen und  beten, damit wir einst hintreten können vor den Menschensohn (vgl. Lk 21,36). Möge der Herr stets unser Ziel sein in der Freude und Hoffnung auf „das Große, das er denen bereitet hat, die ihn lieben“ (1Kor 2,9).  Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag!
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En el Evangelio de hoy, Jesús advierte a sus discípulos, y a todos, que en la vida habrá que afrontar embaucadores, sufrir persecuciones y calamidades. Hoy se sabe esto muy bien. Pero con la esperanza perseverante en la victoria de la Cruz, el corazón humano encontrará siempre un suelo firme, la auténtica paz, en la presencia constante del Señor, verdadero fin de todas las cosas, y cuya ayuda nunca nos abandona. Confiemos a nuestra Madre del cielo nuestros desvelos, y que nos ayude también la intercesión de la Beata María Crescencia Pérez, que ayer ha sido elevada al honor de los altares en Argentina. Muchas gracias y feliz domingo.
Serdecznie pozdrawiam – uczestniczących w modlitwie „Anioł Pański” – Polaków. Ewangelia dzisiejszej Mszy świętej jest zapowiedzią Paruzji, czyli powtórnego przyjścia Chrystusa na ziemię. Wówczas, oświeceni Bożym światłem, uzyskamy odpowiedź na pytania dotyczące naszej egzystencji, a każdy nasz czyn i każda myśl zostaną osądzone. Niech perspektywa tego wydarzenia będzie dla nas przedmiotem szczególnej refleksji w tym Roku Wiary. Wszystkim z serca błogosławię.
[Saluto cordialmente i polacchi partecipanti alla preghiera dell’Angelus. Il Vangelo della santa Messa odierna è l’annuncio della Parousia, della seconda venuta di Cristo sulla terra. Allora, illuminati dalla luce divina, riceveremo la risposta alle domande riguardanti la nostra esistenza, e ogni nostra azione e ogni nostro pensiero saranno giudicati. La prospettiva di questo evento sia per noi oggetto di particolare riflessione in quest’Anno della fede. A tutti imparto di cuore una benedizione.]
Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare le numerose Scholae Cantorumdella Diocesi di Verona, accompagnate dal Vescovo – grazie per il canto che abbiamo sentito! Saluto i volontari del Banco Alimentare e incoraggio ogni iniziativa che educhi alla condivisione, come risposta alle difficoltà di tante famiglie. Saluto i fedeli venuti da Sezze, Tornareccio, Ischia Porto e Comiso, e anche da Malta, come pure i collaboratori laici dell’Istituto Ravasco e il gruppo di Scout dall’Ucraina. A tutti auguro una buona domenica. Grazie. Buona domenica, buona settimana. Arrivederci!
.

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana