martedì 31 luglio 2012

Letture della S.Messa del 5 agosto

RITO ROMANO:



Prima lettura
Es 16,2-4.12-15
 

In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.
Gli Israeliti dissero loro: «Fossimo morti per mano del Signore nella terra d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine».
Allora il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: “Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio”».
La sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino c’era uno strato di rugiada intorno all’accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c’era una cosa fine e granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: «È il pane che il Signore vi ha dato in cibo».


Salmo responsoriale
Sal 77

R.: Donaci, Signore, il pane del cielo.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.

Diede ordine alle nubi dall’alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo.

L’uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.


Seconda lettura
Ef 4,17.20-24
 

Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri.
Voi non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l’uomo vecchio che si corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.


Vangelo
Gv 6,24-35
 

In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

RITO AMBROSIANO:

LETTURA
Lettura del primo libro dei Re 7, 51 - 8, 14


In quei giorni. Fu terminato tutto il lavoro che il re Salomone aveva fatto per il tempio del Signore. Salomone fece portare le offerte consacrate da Davide, suo padre, cioè l’argento, l’oro e gli utensili; le depositò nei tesori del tempio del Signore.
Salomone allora convocò presso di sé in assemblea a Gerusalemme gli anziani d’Israele, tutti i capitribù, i prìncipi dei casati degli Israeliti, per fare salire l’arca dell’alleanza del Signore dalla Città di Davide, cioè da Sion. Si radunarono presso il re Salomone tutti gli Israeliti nel mese di Etanìm, cioè il settimo mese, durante la festa. Quando furono giunti tutti gli anziani d’Israele, i sacerdoti sollevarono l’arca e fecero salire l’arca del Signore, con la tenda del convegno e con tutti gli oggetti sacri che erano nella tenda; li facevano salire i sacerdoti e i leviti. Il re Salomone e tutta la comunità d’Israele, convenuta presso di lui, immolavano davanti all’arca pecore e giovenchi, che non si potevano contare né si potevano calcolare per la quantità. I sacerdoti introdussero l’arca dell’alleanza del Signore al suo posto nel sacrario del tempio, nel Santo dei Santi, sotto le ali dei cherubini. Difatti i cherubini stendevano le ali sul luogo dell’arca; i cherubini, cioè, proteggevano l’arca e le sue stanghe dall’alto. Le stanghe sporgevano e le punte delle stanghe si vedevano dal Santo di fronte al sacrario, ma non si vedevano di fuori. Vi sono ancora oggi. Nell’arca non c’era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposto Mosè sull’Oreb, dove il Signore aveva concluso l’alleanza con gli Israeliti quando uscirono dalla terra d’Egitto.
Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nube riempì il tempio del Signore, e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio del Signore. Allora Salomone disse:
«Il Signore ha deciso di abitare nella nube oscura. / Ho voluto costruirti una casa eccelsa, / un luogo per la tua dimora in eterno».
Il re si voltò e benedisse tutta l’assemblea d’Israele, mentre tutta l’assemblea d’Israele stava in piedi.


SALMO
Sal 28 (29)

®   Mostrati a noi, Signore, nella tua santa dimora.

Date al Signore, figli di Dio,
date al Signore gloria e potenza.
Date al Signore la gloria del suo nome,
prostratevi al Signore nel suo atrio santo. ®

La voce del Signore è forza,
la voce del Signore è potenza.
La voce del Signore saetta fiamme di fuoco.
Nel suo tempio tutti dicono: «Gloria!». ®

Il Signore è seduto sull’oceano del cielo,
il Signore siede re per sempre.
Il Signore darà potenza al suo popolo,
il Signore benedirà il suo popolo con la pace. ®


EPISTOLA
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 6, 14 - 7, 1


Fratelli, non lasciatevi legare al giogo estraneo dei non credenti. Quale rapporto infatti può esservi fra giustizia e iniquità, o quale comunione fra luce e tenebre? Quale intesa fra Cristo e Bèliar, o quale collaborazione fra credente e non credente? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come Dio stesso ha detto:
«Abiterò in mezzo a loro e con loro camminerò / e sarò il loro Dio, / ed essi saranno il mio popolo. / Perciò uscite di mezzo a loro / e separatevi, dice il Signore, / non toccate nulla d’impuro. / E io vi accoglierò / e sarò per voi un padre / e voi sarete per me figli e figlie, / dice il Signore onnipotente».
In possesso dunque di queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.
 

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 12-16

In quel tempo. Il Signore Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: / “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”. / Voi invece ne fate un covo di ladri».
Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: «Osanna al figlio di Davide!», si sdegnarono, e gli dissero: «Non senti quello che dicono costoro?». Gesù rispose loro: «Sì! Non avete mai letto: / “Dalla bocca di bambini e di lattanti / hai tratto per te una lode”?».

domenica 29 luglio 2012

La parola del Papa: l'Angelus del 29 luglio


BENEDETTO XVI
ANGELUS
Castel Gandolfo
Domenica, 29 luglio 2012
Cari fratelli e sorelle,
nell’odierna domenica abbiamo iniziato la lettura del capitolo 6° del Vangelo di Giovanni. Il capitolo si apre con la scena della moltiplicazione dei pani, che poi Gesù commenta nella sinagoga di Cafarnao, indicando in Se stesso il «pane» che dona la vita. Le azioni compiute da Gesù sono parallele a quelle dell’Ultima Cena: «Prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti»  – così dice il Vangelo (Gv 6,11). L’insistenza sul tema del «pane», che viene condiviso, e sul rendere grazie (v.11, in greco eucharistesas), richiamano l’Eucaristia, il Sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo.
L’Evangelista osserva che la Pasqua, la festa, era ormai vicina (cfr v. 4). Lo sguardo si orienta verso la Croce, il dono di amore, e verso l’Eucaristia, il perpetuarsi di questo dono: Cristo si fa pane di vita per gli uomini. Sant’Agostino commenta così: «Chi, se non Cristo, è il pane del cielo? Ma perché l’uomo potesse mangiare il pane degli angeli, il Signore degli angeli si è fatto uomo. Se tale non si fosse fatto, non avremmo il suo corpo; non avendo il corpo proprio di lui, non mangeremmo il pane dell’altare» (Sermone 130,2). L’Eucaristia è il permanente grande incontro dell’uomo con Dio, in cui il Signore si fa nostro cibo, dà Se stesso per trasformarci in Lui stesso.
Nella scena della moltiplicazione, viene segnalata anche la presenza di un ragazzo, che, di fronte alla difficoltà di sfamare tanta gente, mette in comune quel poco che ha: cinque pani e due pesci (cfr Gv6,8). Il miracolo non si produce da niente, ma da una prima modesta condivisione di ciò che un semplice ragazzo aveva con sé. Gesù non ci chiede quello che non abbiamo, ma ci fa vedere che se ciascuno offre quel poco che ha, può compiersi sempre di nuovo il miracolo: Dio è capace di moltiplicare il  nostro piccolo gesto di amore e renderci partecipi del suo dono. La folla è colpita dal prodigio: vede in Gesù il nuovo Mosè, degno del potere, e nella nuova manna, il futuro assicurato, ma si ferma all’elemento materiale, che hanno mangiato, e il Signore, «sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo» (Gv 6,15). Gesù non è un re terreno che esercita il dominio, ma un re che serve, che si china sull’uomo per saziare non solo la fame materiale, ma soprattutto la fame più profonda, la fame di orientamento, di senso, di verità, la fame di Dio.
Cari fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di farci riscoprire l’importanza di nutrirci non solo di pane, ma di verità, di amore, di Cristo, del corpo di Cristo, partecipando fedelmente e con grande consapevolezza all’Eucaristia, per essere sempre più intimamente uniti a Lui. Infatti «non è l’alimento eucaristico che si trasforma in noi, ma siamo noi che veniamo da esso misteriosamente cambiati. Cristo ci nutre unendoci a sé; ci attira dentro di sé» (Esort. Apost. Sacramentum caritatis, 70). Allo stesso tempo, vogliamo pregare perché non manchi mai a nessuno il pane necessario per una vita dignitosa, e siano abbattute le disuguaglianze non con le armi della violenza, ma con la condivisione e l’amore.
Ci affidiamo alla Vergine Maria, mentre invochiamo su di noi e sui nostri cari la sua materna intercessione.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
continuo a seguire con apprensione i tragici e crescenti episodi di violenza in Siria con la triste sequenza di morti e feriti, anche tra i civili, e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati nei Paesi limitrofi. Per questi chiedo che sia garantita la necessaria assistenza umanitaria e l’aiuto solidale. Nel rinnovare la mia vicinanza alla popolazione sofferente ed il ricordo nella preghiera, rinnovo un pressante appello, perché si ponga fine ad ogni violenza e spargimento di sangue. Chiedo a Dio la sapienza del cuore, in particolare per quanti hanno maggiori responsabilità, perché non venga risparmiato alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della comunità internazionale, attraverso il dialogo e la riconciliazione, in vista di un’adeguata soluzione politica del conflitto. Il mio pensiero si rivolge anche alla cara Nazione irachena, colpita in questi ultimi giorni da numerosi e gravi attentati che hanno provocato molti morti e feriti. Possa questo grande Paese trovare la via della stabilità, della riconciliazione e della pace.
Tra un anno, proprio in questo periodo, si terrà la 28a Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, in Brasile. Si tratta di una preziosa occasione per tanti giovani di sperimentare la gioia e la bellezza di appartenere alla Chiesa e di vivere la fede. Guardo con speranza a questo evento e desidero incoraggiare e ringraziare gli organizzatori, specialmente l’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, impegnati a preparare con solerzia l’accoglienza ai giovani che da tutto il mondo prenderanno parte a questo importante incontro ecclesiale.
Seguo con preoccupazione le notizie relative allo stabilimento ILVA di Taranto e desidero manifestare la mia vicinanza agli operai e alle loro famiglie, che vivono con apprensione questi difficili momenti. Mentre assicuro la mia preghiera e il sostegno della Chiesa, esorto tutti al senso di responsabilità e incoraggio le Istituzioni nazionali e locali a compiere ogni sforzo per giungere ad una equa soluzione della questione, che tuteli sia il diritto alla salute, sia il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi economica.
Chers francophones et chers pèlerins venus de Martinique, aujourd’hui débute dans la liturgie dominicale la lecture du 6ème chapitre de l’évangile de saint Jean, qui relate la multiplication des pains et rapporte le discours sur le pain de vie. Les foules qui suivent le Christ ont faim. Jésus multiplie le pain que les disciples distribuent. Je vous invite vous aussi à distribuer la Bonne Nouvelle du Christ. N’hésitez pas à parler de lui autour de vous. Ceux qui cherchent Dieu sont nombreux. Comblez leur faim dans la mesure du possible. Bonnes vacances et que Dieu vous bénisse par l’intercession de la Vierge Marie.
I greet all the English-speaking visitors present at today’s Angelus prayer. In the Gospel this morning, our Lord miraculously offers food to the crowds, leaving a sign of God’s immeasurable providence in the Eucharist.  Strengthened by that Sacrifice, may we always work for the spiritual nourishment of our brethren, not forgetting the poor and needy.  God bless you and your loved ones! 
Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Mit dem Wunder der Brotvermehrung im heutigen Sonntagsevangelium zeigt uns Christus, daß seine Liebe größer ist als menschliches Sorgen und Planen. Dabei will er aber auch unseren Beitrag. Was wir im Vertrauen auf ihn tun, das macht er fruchtbar und begleitet es mit seinem Segen. In der Einheit mit ihm, in die wir hineinzuwachsen wollen, werden wir Zeugen und Mitarbeiter seiner Güter. Der Herr vollende das Gute, das wir uns vornehmen.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, y quisiera recordar con particular afecto a todos los que están gozando de unos días de merecido descanso, y también a quienes están pasando por momentos difíciles o dolorosos, sometidos a duras pruebas. Invito a todos a acoger en este domingo la Palabra de Dios que la Iglesia nos propone en la liturgia. Meditémosla con un corazón humilde y llevémosla a la práctica con sencillez. Que María, la Santísima Virgen, nos muestre siempre su amor de Madre. Feliz domingo.
Witam serdecznie Polaków. Cud rozmnożenia chleba dokonany przez Jezusa, o jakim słyszymy w dzisiejszej Ewangelii, jest zapowiedzią Eucharystii. Chrystus nadal łamie Chleb dla nas i zapewnia: „Kto spożywa moje Ciało i pije Krew moją, trwa we Mnie, a Ja w nim” (J 6, 56). Zawierzając wszystko Bogu, jak powstańcy warszawscy, trwając w jedności z Chrystusem, nie zbłądzicie w codziennych wyborach wartości, nawet gdy świat będzie was kusił mirażami szczęścia i rozrywki. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Do il mio benvenuto ai Polacchi. Il miracolo della moltiplicazione dei pani, compiuto da Gesù, di cui ci parla il Vangelo di oggi era annuncio dell’Eucaristia. Cristo continua a spezzare il pane per noi e ci assicura: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6, 56). Affidando tutto a Dio come hanno fatto i combattenti della insurrezione di Varsavia, rimanendo nell’unità con Cristo, non commetterete errori nella scelta quotidiana dei valori, perfino quanto il mondo vi tenta con i miraggi della felicità e del divertimento. Sia lodato Gesù Cristo.]
Sono lieto di salutare con affetto i pellegrini di lingua italiana; in particolare la comunità del Seminario di Otranto - è venuto con voi il vostro Arcivescovo Mons. Donato Negro che saluto con voi; le Suore Figlie di Cristo Re, provenienti dall’Italia e da varie parti del mondo in occasione del loro Capitolo generale; i partecipanti al pellegrinaggio ciclistico degli ex allievi dell’Istituto Don Nicola Mazza di Verona. Ricordo, infine, che oggi si svolge qui a Castel Gandolfo la «Sagra delle Pesche». Auspico ogni migliore successo per questa tradizionale iniziativa che vede la collaborazione dell’Amministrazione Comunale, della Parrocchia e dell’intera cittadinanza. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana! Grazie. Buona domenica!


© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

giovedì 26 luglio 2012

Alcuni video sulla "nostra signora di Aparecida"

Per concludere la storia della Nostra Signora di Aparecida, iniziata nel post precedente, vorrei donarvi due video.
Nel primo vediamo alcuni immagini d'epoca scattate durante la realizzazione del santuario, nel secondo invece possiamo ascoltare, in brasiliano, una breve storia del Santuario e della statua della Madonna:




I Santi patroni della GMG: Nostra Signora di Aparecida

Come promesso, a partire da oggi, vi vogliamo "presentare" i Santi Patroni della GMG di Rio cominciando dalla Nostra Signora di Aparecida:


Nostra Signora Aparecida

All'entrata della cittadina di Aparecida vi e' un grande arco, sul quale sta scritto: ''Aparecida, la capitale della fede''.
Aparecida e' una piccola cittadina (35.000 abitanti), situata a 168 km . a nord di Sao Paulo. Pochi, al di fuori della regione, conoscerebbero il nome di questa localita', se non fosse che in essa sorge quello che, sostengono i
brasiliani, e' il maggior santuario mariano del mondo e, in assoluto, la seconda chiesa - per grandezza - dopo la
basilica vaticana. Ogni anno, il 12 ottobre, la città è visitata specialmente dagli affezionati alla Nostra Signora Aparecida. In questo giorno più di 200 mila pellegrini vanno al Santuario per partecipare ad una delle Messe celebrate nella Cattedrale-Basilica della Nostra Signora Aparecida, nota come “Nuova Basilica” e nella Basilica Nazionale di Aparecida, nota come la “Vecchia Basilica". Da una statistica del 1998 risulta secondo, dopo “Guadalupe” in Messico con oltre 14 milioni di pellegrini, per i suoi sette milioni e mezzo di famiglie, uomini e donne, religiosi/e, sacerdoti che s’inoltrano nel “Vale do Paraiba”, bagnata dal fiume Paraiba e circondata dalle catene montuose della Serra do Mar e della Serra da Mantiqueira.
La storia della Madonna di Aparecida (la ''apparsa'', in portoghese) comincia nel 1717 quando tre pescatori - cosi' si narra - pescando nel fiume Paraiba si trovarono nella rete il corpo di una statua, ma senza la testa. Gettarono ancora la rete, e pescarono una testa. Un senso di stupore colse i tre che rigettarono le reti. Lo stupore illuminò i loro volti quando a fatica tiravano le reti vedendo in esse pesce di ottima qualità. La pesca fu così abbondante che a stento la barca si manteneva in equilibrio sulle acque.
I pescatori, però, prima di andare al mercato, lasciarono la statua a Silvana, la moglie di João. Silvana ne incollò la testa al corpo e la tenne con sé per circa 10 anni. Tutti i giorni la famiglia, alla fine del lavoro, recitava il Rosario. Nel 1726 la statua fu affidata ai figli Atanasio e Pedroso che la deposero in una piccola nicchia di legno”. Difatti il Porto Iguaçu, nei pressi del fiume Paraiba, lo si considera il primo “trono” della Vergine Aparecida. Subito cominciarono i miracoli.Si accorso cosi' di aver trovato una statua della Madonna.
A poco a poco la notizia del ritrovamento della ''Aparecida'' si diffuse, e si sparse la voce che, pregando davanti alla statua custodita nella casa del pescatore, si ottenevano grazie e miracoli. Percio' fu costruita una cappella per accogliere la statua, e i numerosi pellegrini. La cappella fu poi ampliata, divenendo una bella chiesa, che pero', presto, divenne insufficiente per ospitare il numero crescente di devoti. Si racconta di uno schiavo di nome Zaccaria che viveva in una piantagione di caffè. E non riuscendo più a sopportare la ferocia dei suoi «padroni», scappò e si diresse nella città di San Paolo. Il capitano, responsabile degli schiavi, gli diede la «caccia». Lo trovò in un bosco. Gli mise alle mani e ai piedi delle catene pesanti sette chili. E lo trascinò per la strada. Passando davanti alla Cappella della Madonna «Aparecida» lo schiavo implorò il Suo aiuto. Subito si aprirono le catene. Di fronte a quel fatto il capitano lo lasciò andare. Ecco perché la tradizione dice che la Madonna è nera perché vuole essere accanto agli oppressi e in quel tempo i poveri erano i negri”.
Nel 1883 fu eretta la Basilica. Oggi conosciuta con il nome “La Basilica Vecchia”, poiché è stata costruita la nuova, inaugurata il 15 agosto 1967. Per l’occasione, il Papa Paolo VI, tramite un suo delegato, offrì una “Rosa d’oro”. Nel luglio del 1980 Papa Giovanni Paolo II ha consacrato la Basilica alla Madonna Aparecida, affidando alle sue cure il popolo brasiliano.
Il santuario è visibile da circa 10 km di distanza. Infine, per iniziativa dei padri Redentoristi, dal 1894 custodi del santuario, e per impulso del cardinale Carmelo Vasconcellos Motta, vescovo di Aparecida, a meta' del Novecento si decise di costruire la nuova grande basilica.Su progetto dell'architetto Benedito Calixto, la chiesa, a forma di croce greca, sorge su una collina che domina la cittadina di Aparecida e tutta la valle. La basilica e' lunga 173 metri, larga 168; la cupola e' a 70 metri di altezza, il
campanile e' alto 100 metri. Per costruire l'imponente edificio sono stati utilizzati 25 milioni di mattoni. Accanto
alla basilica vi e' un vastissimo piazzale e, piu' in la', un parcheggio che puo' contenere 4.000 pullman e 6.000 automobili. I lavori iniziarono nel 1955; quando era ancora in costruzione, il santuario fu consacrato nel 1980 da Giovanni Paolo II, al suo primo viaggio in Brasile. I lavori furono poi ultimati pochi anni dopo. Il pellegrino che si ferma in preghiera può facilmente contemplare, da qualsiasi punto della Chiesa, la statua nera di terracotta della Madonna che pesa circa tre chili ed è lunga 30 cm, il tabernacolo e l’azzurro del cielo, attraverso il gioco delle nuvole che s’intrecciano tra i rami degli alberi o si nascondono dietro le montagne.
Pio XI, nel 1929, proclamo' la Madonna di Aparecida patrona del Brasile; nel 1984 la Conferenza episcopale brasiliana dichiaro' la basilica di Aparecida santuario nazionale.

 

(Fonte http://www.tanogabo.it/religione/nostra_signora_aparecida.htm) 

martedì 24 luglio 2012

Letture della S.Messa del 29 luglio

RITO ROMANO:



Prima lettura
2Re 4,42-44
 

In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia.
Eliseo disse: «Dallo da mangiare alla gente». Ma il suo servitore disse: «Come posso mettere questo davanti a cento persone?». Egli replicò: «Dallo da mangiare alla gente. Poiché così dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”».
Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.


Salmo responsoriale
Sal 144

R.: Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.


Seconda lettura
Ef 4,1-6
 

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.


Vangelo
Gv 6,1-15

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

RITO AMBROSIANO:

LETTURA
Lettura del secondo libro di Samuele 6, 12b-22

In quei giorni. Davide andò e fece salire l’arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l’arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d’Israele facevano salire l’arca del Signore con grida e al suono del corno.
Quando l’arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo. Introdussero dunque l’arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d’Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua. Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e gli disse: «Bell’onore si è fatto oggi il re d’Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!». Davide rispose a Mical: «L’ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al Signore. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!».


SALMO
Sal 131 (132)

®
Il Signore ha scelto Sion per sua dimora.

Ricòrdati, Signore, di Davide,
quando giurò al Signore:
«Non entrerò nella tenda in cui abito,
non mi stenderò sul letto del mio riposo,
finché non avrò trovato un luogo per il Signore,
una dimora per il Potente di Giacobbe». ®

Sorgi, Signore, verso il luogo del tuo riposo,
tu e l’arca della tua potenza.
I tuoi sacerdoti si rivestano di giustizia
ed esultino i tuoi fedeli. ®

Per amore di Davide, tuo servo,
non respingere il volto del tuo consacrato.
Sì, il Signore ha scelto Sion,
l’ha voluta per sua residenza:
«Questo sarà il luogo del mio riposo per sempre:
qui risiederò, perché l’ho voluto». ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 25-31


Fratelli, ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto, «chi si vanta, si vanti nel Signore».


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 34-38


In quel tempo. Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, il Signore Gesù disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

lunedì 23 luglio 2012

Manca solo un anno alla GMG


Ormai ci siamo, alla GMG di Rio manca solo 1 anno. Il grande incontro brasiliano si avvicina. Continuate a seguirci per essere sempre aggiornati sulle varie news...

domenica 22 luglio 2012

Le parole del Papa: L'angelus del 22 luglio


BENEDETTO XVI
ANGELUS
Castel Gandolfo
Domenica, 22 luglio 2012

Cari fratelli e sorelle!
La Parola di Dio di questa domenica ci ripropone un tema fondamentale e sempre affascinante della Bibbia: ci ricorda che Dio è il Pastore dell’umanità. Questo significa che Dio vuole per noi la vita, vuole guidarci a buoni pascoli, dove possiamo nutrirci e riposare; non vuole che ci perdiamo e che moriamo, ma che giungiamo alla meta del nostro cammino, che è proprio la pienezza della vita. E’ quello che desidera ogni padre e ogni madre per i propri figli: il bene, la felicità, la realizzazione. Nel Vangelo di oggi Gesù si presenta come Pastore delle pecore perdute della casa d’Israele. Il suo sguardo sulla gente è uno sguardo per così dire ‘pastorale’. Ad esempio, nel Vangelo di questa domenica, si dice che «sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose» (Mc6,34). Gesù incarna Dio Pastore col suo modo di predicare e con le sue opere, prendendosi cura dei malati e dei peccatori, di coloro che sono «perduti» (cfr Lc 19,10), per riportarli al sicuro, nella misericordia del Padre.
Tra le «pecore perdute» che Gesù ha portato in salvo c’è anche una donna di nome Maria, originaria del villaggio di Magdala, sul Lago di Galilea, e detta per questo Maddalena. Oggi ricorre la sua memoria liturgica nel calendario della Chiesa. Dice l’Evangelista Luca che da lei Gesù fece uscire sette demoni (cfr Lc 8,2), cioè la salvò da un totale asservimento al maligno. In che cosa consiste questa guarigione profonda che Dio opera mediante Gesù? Consiste in una pace vera, completa, frutto della riconciliazione della persona in se stessa e in tutte le sue relazioni: con Dio, con gli altri, con il mondo. In effetti, il maligno cerca sempre di rovinare l’opera di Dio, seminando divisione nel cuore umano, tra corpo e anima, tra l’uomo e Dio, nei rapporti interpersonali, sociali, internazionali, e anche tra l’uomo e il creato. Il maligno semina guerra; Dio crea pace. Anzi, come afferma san Paolo, Cristo «è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne» (Ef 2,14). Per compiere questa opera di riconciliazione radicale Gesù, il Pastore Buono, ha dovuto diventare Agnello, «l’Agnello di Dio … che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Solo così ha potuto realizzare la stupenda promessa del Salmo: «Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne / tutti i giorni della mia vita, / abiterò ancora nella casa del Signore / per lunghi giorni» (22/23,6).
Cari amici, queste parole ci fanno vibrare il cuore, perché esprimono il nostro desiderio più profondo, dicono ciò per cui siamo fatti: la vita, la vita eterna! Sono le parole di chi, come Maria Maddalena, ha sperimentato Dio nella propria vita e conosce la sua pace. Parole più che mai vere sulla bocca della Vergine Maria, che già vive per sempre nei pascoli del Cielo, dove l’ha condotta l’Agnello Pastore. Maria, Madre di Cristo nostra pace, prega per noi!

Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Tra qualche giorno avrà inizio, a Londra, la XXX edizione dei Giochi Olimpici. Le Olimpiadi sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione. Preghiamo affinché, secondo la volontà di Dio, i Giochi di Londra siano una vera esperienza di fraternità tra i popoli della Terra.
La prière dominicale de l’Angélus me donne la joie de saluer les francophones présents ce matin ainsi que les personnes qui nous rejoignent par la radio ou la télévision. Dans l’Évangile de ce dimanche, Jésus invite ses disciples à venir à l’écart. Dans nos vies souvent mouvementées et trop rapides, suivons Jésus qui nous convie à le rejoindre dans le calme. Au cœur de l’été, acceptons de le suivre car Il veille sur nous comme sur des brebis qui sont sans berger. Avec l’aide de la Vierge Marie, venez à la rencontre de son Fils, Lui seul peut vous redonner les forces dont vous avez besoin pour votre vie quotidienne ! Bon dimanche à tous!
I welcome all the English-speaking visitors present and I pray that your stay in Rome will bring many blessings. I was deeply shocked by the senseless violence which took place in Aurora, Denver, and saddened by the loss of life in the recent ferry disaster near Zanzibar. I share the distress of the families and friends of the victims and the injured, especially the children.  Assuring all of you of my closeness in prayer, I impart my blessing as a pledge of consolation and strength in the risen Lord. In a few days from now, the Olympic Games are due to begin in Great Britain. I send greetings to the organizers, athletes and spectators alike, and I pray that, in the spirit of the Olympic Truce, the good will generated by this international sporting event may bear fruit, promoting peace and reconciliation throughout the world. Upon all those attending the London Olympic Games, I invoke the abundant blessings of Almighty God.
Herzlich grüße ich die Gäste deutscher Sprache hier in Castel Gandolfo und alle, die über Rundfunk und Fernsehen am Angelusgebet teilnehmen. „Kommt mit an einen einsamen Ort, wo wir allein sind, und ruht ein wenig aus“ (Mk 6,11), sagt der Herr heute Evangelium seinen Jüngern. Auch wir brauchen – jeder von uns – einen Ort der Ruhe und der Gemeinschaft mit dem Herrn. In der Stille wächst unsere Beziehung zu Gott, und wir werden mit uns selber wieder eins. Denn wenn wir beim Herrn sind, sind wir auch bei uns. Seine Gegenwart verwandelt uns von innen her, damit wir recht leben und Gutes tun können. Suchen wir daher diesen „Ruheplatz“ für unsere Seele im Gebet und in der Anbetung vor dem Tabernakel. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Sonntag.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. A la luz de la Palabra de Dios proclamada este domingo, invito a todos a orar por los ministros de la Iglesia, para que, a ejemplo de Jesucristo, se entreguen con generosidad a la grey que les ha sido confiada, siendo para todos espejo de virtudes. Encomendemos este hermoso propósito a la Santísima Virgen María, y pidámosle a Ella que suscite en el corazón de los jóvenes el deseo de seguir más de cerca y de por vida a su divino Hijo, dando así testimonio constante de fidelidad y amor. Muchas gracias.
Witam pielgrzymów polskich. Szczególnie pozdrawiam Siostry Zmartwychwstanki przebywające w Rzymie na spotkaniu odnowy ducha, jak również Urszulanki Szare z Polski, które pielgrzymują śladami swych świętych założycielek: Anieli Merici i Urszuli Ledóchowskiej. Drogie Siostry, życzę wam, by wasz pobyt w Rzymie umocnił was w charyzmacie i odnowił wasz zakonny zapał. Wszystkich Polaków obecnych dzisiaj w Castel Gandolfo, waszych bliskich i przyjaciół oraz tych, którzy odpoczywają na wakacjach, polecam opiece Bogarodzicy. Z serca wam błogosławię.
[Do il mio benvenuto ai pellegrini polacchi. In modo particolare saluto le Suore della Risurrezione che si trovano a Roma per un periodo di rinnovamento spirituale, come pure le Suore Orsoline Grigie venute dalla Polonia sulle orme delle loro sante fondatrici: Angela Merici e Orsola Ledóchowska. Care sorelle, vi auguro che il vostro soggiorno a Roma vi confermi nel vostro carisma e ravvivi il vostro entusiasmo per la vita consacrata. Tutti i polacchi presenti oggi a Castel Gandolfo, i vostri cari e i vostri amici e coloro che godono di un periodo di riposo estivo raccomando alla protezione della Madre di Dio. Vi benedico di cuore.]
Infine come sempre rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai gruppi parrocchiali, alle famiglie e ai giovani. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.

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sabato 21 luglio 2012

Conosciamo Rio de Janeiro: lo sport


Nel 2007 Rio de Janeiro ha ospitato i giochi panamericani, inoltre nel 2014 sarà una delle città chiave del progetto per i mondiali di calcio. Rio de Janeiro ospiterà la XXXI Olimpiade dal 5 al 21 agosto 2016. È la prima volta che una città dell'America del Sud ospita i Giochi Olimpici. Apertura e chiusura si svolgeranno al Maracanà.
CALCIO
Rio de Janeiro ospita quattro tradizionali squadre di calcio brasiliane: Flamengo, Botafogo, Fluminense e Vasco. Oltre a quelle di prima divisione e di notevole tradizione ospita anche squadre minori come il Ceres Futebol Clube.

giovedì 19 luglio 2012

Santi patroni della GMG

Nostra Signora di Aparecida, “patrona della Chiesa e delle famiglie”, San Sebastiano, “soldato e martire della fede”, sant’Antonio de Santana Galvao, “testimone di pace e di carità”, santa Teresa di Lisieux, “patrona delle missioni” e il beato Giovanni Paolo II, “amico dei giovani”: sono questi i cinque patroni della Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro (23-28 luglio 2013). A renderli noti, nel corso di una celebrazione nel santuario mariano di “Nossa Senhora da Penha”, è stato l’arcivescovo di Rio de Janeiro, dom Orani João Tempesta, che guida anche il Comitato organizzatore locale (Col) della Gmg. Si tratta, ha detto l’arcivescovo, “di uomini e donne che, anche in gioventù, hanno saputo scegliere la parte migliore della vita: Gesù Cristo. La loro storia ci esorta a coltivare le virtù e a testimoniare a tutti che la santità è possibile nella vita reale”. A fianco dei patroni dom Orani ha elencato anche altre figure esemplari, quali “intercessori” della Gmg: santa Rosa da Lima, “fedele alla volontà di Dio”, santa Teresa delle Ande, “contemplativa di Cristo”, santa Laura Vicuña, martire della purezza, beato José de Anchieta, “apostolo del Brasile”, beata Albertina Berkenbrock, “virtuosa dei valori evangelici”, beata Chiara Luce Badano, “devota a Gesù”, beata Irma Dulce, “ambasciatrice della Carità”, beato Adílio Daronch, “amico di Cristo”, beato Pier Giorgio Frassati, “ardente di amore per i poveri e la Chiesa”, beato Isidoro Bakanja, “martire dello scapolare”, beato Federico Ozanam, “servo dei più poveri”, san Giorgio, “combattente del male”; santi Andrea Kim e compagni, “martiri dell’evangelizzazione”. “Sono santi e beati - commenta al Sir padre Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani del Pontificio Consiglio per il laici - che richiamano virtù come la grande fede, la carità, la gioia, la testimonianza, la missionarietà, l’amore verso i poveri, quanto mai attuali e necessarie. La speranza è che i giovani del mondo possano conoscerli più a fondo e seguire il loro esempio per prepararsi al meglio per le Giornate di Rio”.


(Fonte gmg2013.it)


Sarà nostra cura, a breve, fornirvi delle breve schede su questi santi per poterli conoscere meglio, in preparazione alla GMG di Rio

martedì 17 luglio 2012

Letture della S.Messa del 22 luglio

RITO ROMANO:



PRIMA LETTURA

Ger 23, 1-6

Dal libro del profeta Geremìa
Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d'Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE 

Sal.22

RIT: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.

SECONDA LETTURA

Ef 2, 13-18

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l'inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

Alleluia, Alleluia.

Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono.

Alleluia.

VANGELO

Mc 6, 30-34
Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

RITO AMBROSIANO:

I LETTURA
Giudici 2,6-17
6Quando Giosuè ebbe congedato il popolo, gli Israeliti se ne andarono, ciascuno nella sua eredità, a prendere in possesso la terra. 7Il popolo servì il Signore durante tutta la vita di Giosuè e degli anziani che sopravvissero a Giosuè e che avevano visto tutte le grandi opere che il Signore aveva fatto in favore d’Israele.

8Poi Giosuè, figlio di Nun, servo del Signore, morì a centodieci anni 9e fu sepolto nel territorio della sua eredità, a Timnat‑Cheres, sulle montagne di Èfraim, a settentrione del monte Gaas. 10Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; dopo di essa ne sorse un’altra, che non aveva conosciuto il Signore, né l’opera che aveva compiuto in favore d’Israele. 11Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore e servirono i Baal; 12abbandonarono il Signore, Dio dei loro padri, che li aveva fatti uscire dalla terra d’Egitto, e seguirono altri dèi tra quelli dei popoli circostanti: si prostrarono davanti a loro e provocarono il Signore, 13abbandonarono il Signore e servirono Baal e le Astarti. 

14
Allora si accese l’ira del Signore contro Israele e li mise in mano a predatori che li depredarono; li vendette ai nemici che stavano loro intorno, ed essi non potevano più tener testa ai nemici. 15In tutte le loro spedizioni la mano del Signore era per il male, contro di loro, come il Signore aveva detto, come il Signore aveva loro giurato: furono ridotti all’estremo. 16Allora il Signore fece sorgere dei giudici, che li salvavano dalle mani di quelli che li depredavano.

17Ma neppure ai loro giudici davano ascolto, anzi si prostituivano ad altri dèi e si prostravano davanti a loro. Abbandonarono ben presto la via seguita dai loro padri, i quali avevano obbedito ai comandi del Signore: essi non fecero così.
SALMO
Salmo 105 (106)
35I figli di Israele si mescolarono con le genti
e impararono ad agire come loro.
36Servirono i loro idoli
e questi furono per loro un tranello.

39Si contaminarono con le loro opere,
si prostituirono con le loro azioni.
40L’ira del Signore si accese contro il suo popolo
ed egli ebbe in orrore la sua eredità.

43Molte volte li aveva liberati,
eppure si ostinarono nei loro progetti
e furono abbattuti per le loro colpe;
44ma egli vide la loro angustia,
quando udì il loro grido.
II LETTURA
1 Tessalonicesi 2,1-2.4-121Voi stessi infatti, fratelli, sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata inutile. 2Ma, dopo aver sofferto e subìto oltraggi a Filippi, come sapete, abbiamo trovato nel nostro Dio il coraggio di annunciarvi il vangelo di Dio in mezzo a molte lotte; 4ma, come Dio ci ha trovato degni di affidarci il Vangelo così noi lo annunciamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. 

5
Mai infatti abbiamo usato parole di adulazione, come sapete, né abbiamo avuto intenzioni di cupidigia: Dio ne è testimone.6E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, 7pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. 8Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.

9
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio. 10Voi siete testimoni, e lo è anche Dio, che il nostro comportamento verso di voi, che credete, è stato santo, giusto e irreprensibile. 11Sapete pure che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, 12vi abbiamo incoraggiato e scongiurato di comportarvi in maniera degna di Dio, che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.

VANGELO
Marco 10,35-45
35In quel tempo si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 

39
Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

41
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 

45
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

domenica 15 luglio 2012

La parola del Papa: l'angelus del 15 luglio


BENEDETTO XVI
ANGELUS
Castel Gandolfo
Domenica, 15 luglio 2012

Cari fratelli e sorelle!
Nel calendario liturgico il 15 luglio è la memoria di San Bovanentura da Bagnoregio, francescano, Dottore della Chiesa, successore di San Francesco d’Assisi alla guida dell’Ordine dei Frati Minori. Egli scrisse la prima biografia ufficiale del Poverello, e alla fine della vita fu anche Vescovo di questa Diocesi di Albano. In una sua lettera, Bonaventura scrive: «Confesso davanti a Dio che la ragione che mi ha fatto amare di più la vita del beato Francesco è che essa assomiglia agli inizi e alla crescita della Chiesa» (Epistula de tribus quaestionibus, in Opere di San Bonaventura. Introduzione generale, Roma 1990, p. 29). Queste parole ci rimandano direttamente al Vangelo di questa domenica, che presenta il primo invio in missione dei Dodici Apostoli da parte di Gesù. «Gesù chiamò a sé i Dodici – narra san Marco – e prese a mandarli a due a due … E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche» (Mc 6,7-9). Francesco d’Assisi, dopo la sua conversione, praticò alla lettera questo Vangelo, diventando un testimone fedelissimo di Gesù; e associato in modo singolare al mistero della Croce, fu trasformato in un «altro Cristo», come proprio san Bonaventura lo presenta.
Tutta la vita di san Bonaventura, come pure la sua teologia hanno quale centro ispiratore Gesù Cristo. Questa centralità di Cristo la ritroviamo nella seconda Lettura della Messa odierna (Ef 1,3-14), il celebre inno della Lettera di san Paolo agli Efesini, che inizia così: «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo». L’Apostolo mostra quindi come si è realizzato questo disegno di benedizione, in quattro passaggi che cominciano tutti con la stessa espressione «in Lui», riferita a Gesù Cristo. «In Lui» il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo; «in Lui» abbiamo la redenzione mediante il suo sangue; «in Lui» siamo diventati eredi, predestinati ad essere «lode della sua gloria»; «in Lui» quanti credono nel Vangelo ricevono il sigillo dello Spirito Santo. Questo inno paolino contiene la visione della storia che san Bonaventura ha contribuito a diffondere nella Chiesa: tutta la storia ha come centro Cristo, il quale garantisce anche novità e rinnovamento ad ogni epoca. In Gesù Dio ha detto e dato tutto, ma poiché Egli è un tesoro inesauribile, lo Spirito Santo non finisce mai di rivelare e di attualizzare il suo mistero. Perciò l’opera di Cristo e della Chiesa non regredisce mai, ma sempre progredisce.
Cari amici, invochiamo Maria Santissima, che domani celebreremo quale Vergine del Monte Carmelo, affinché ci aiuti, come san Francesco e san Bonaventura, a rispondere generosamente alla chiamata del Signore, per annunciare il suo Vangelo di salvezza con le parole e prima di tutto con la vita.

Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
La prière de cet Angélus dominical me donne la joie de vous saluer, chers fidèles et touristes de langue française. Cette période estivale permet à certains d’entre-nous de prendre du repos. Ce temps peut être pour chacun un moment favorable pour réfléchir sur sa propre vie et pour rendre son cœur disponible aux autres et à Dieu. Je vous invite aussi à être attentif à tous ceux qui souffrent de la solitude et de l’abandon, qu’ils soient dans la rue, dans leur appartement, dans des établissements hospitaliers ou dans des maisons de retraite. N’hésitez pas à aller visiter ces personnes! À l’exemple de la Vierge Marie, soyons des porteurs de la Bonne Nouvelle!
I offer a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors present at this Angelus prayer. In this Sunday’s Gospel, Jesus gives the twelve authority to preach and cast out demons. Relying on his power alone, their efforts bear fruit. Let us continue to strive to keep our lives rooted in Christ so that we too may be effective instruments of the Gospel. May God bless you!
Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Im Hallelujavers des heutigen Sonntags singt die Kirche: „Der Vater unseres Herrn Jesus Christus erleuchte die Augen unseres Herzens, damit wir verstehen, zu welcher Hoffnung wir berufen sind.“ Oft sind unsere Augen gehalten, unser Schauen bleibt in der sichtbaren Welt mit ihren Begrenzungen gefangen. Gott will unseren Blick weit machen für das Große, für das Leben in Fülle, das nur er geben kann. Er selbst will unser Glück und unsere Freude sein. Öffnen wir dem Herrn im täglichen Gebet unser Herz, damit seine Liebe in uns immer mehr wachsen kann. Gott segne euch alle!
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los fieles de la parroquia del Santo Niño, de Atocha, en México, así como a los que participan en esta oración mariana a través de los medios de comunicación. En el evangelio que nos propone la liturgia en este domingo, vemos a Jesús que llama y envía a los apóstoles a predicar la conversión. En efecto, la finalidad de la Iglesia es la propagación del Reino de Cristo, para hacer partícipes a todos los hombres de la redención. Animo, pues, a todos los miembros de la Iglesia, y de modo especial a los laicos, a responder con generosidad y prontitud de corazón a la voz de Cristo, para unirse más íntimamente a él y colaborar en su misión salvífica. Feliz domingo.
Dirijo agora uma saudação especial para os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente para os fiéis da Paróquia São José, de Bragança Paulista e para o grupo de Apóstolas do Sagrado Coração de Jesus, acompanhadas de professores de escolas brasileiras. Agradecido pela amizade e orações, sobre todos invoco os dons do Espírito Santo para serem verdadeiras testemunhas de Cristo no meio das respectivas famílias e comunidades, que de coração abençôo.
S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne žiakov, učiteľov a rodičov z cirkevnej Základnej školy svätého Vincenta z Ružomberka. Bratia a sestry, milí mladí, je čas prázdnin. Využite ich na oddych a na obnovu síl tela i ducha. Všetkých vás žehnám. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente ad alunni, insegnanti e genitori della Scuola elementare cattolica San Vincenzo di Ružomberok. Fratelli e sorelle, cari giovani, è il tempo delle vacanze. Approfittate di questo periodo per il riposo e per ritemprare le forze del corpo e dello spirito. A tutti la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]
Jutro będziemy obchodzili wspomnienie Najświętszej Maryi Panny z Góry Karmel – Matki Bożej Szkaplerznej. Znak szczególnego oddania się Jej – szkaplerz – nosił i bardzo sobie cenił błogosławiony Jan Paweł II. Wszystkim jego rodakom – w Polsce, w świecie, wam obecnym tu dzisiaj w Castel Gandolfo – życzę, by Maryja, najlepsza z matek, osłaniała was swoim płaszczem w walce ze złem, wypraszała potrzebne łaski, wskazywała drogi wiodące do Boga. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Domani celebreremo la memoria liturgica della B.V. Maria del Monte Carmelo – la Madre di Dio dello Scapolare. Il segno del personale affidamento a Lei – lo scapolare – lo portava e lo stimava tanto il beato Giovanni Paolo II. A tutti i suoi connazionali – in Polonia, nel mondo, a voi qui presenti oggi a Castel Gandolfo – auguro che Maria, la più buona delle madri, vi avvolga con il suo manto nella lotta contro il male, interceda nella richiesta delle grazie, vi mostri le strade che conducono a Dio. Sia lodato Gesù Cristo.]
Infine saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare la Sacra Corale Jonica «Giovanni Paolo II», della provincia di Taranto, e il Gruppo Scout di Reggio Calabria. A tutti auguro una buona domenica.

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