domenica 26 gennaio 2014

L'angelus del 26 gennaio

PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 26 gennaio 2014
Cari fratelli e sorelle buongiorno,
il Vangelo di questa domenica racconta gli inizi della vita pubblica di Gesù nelle città e nei villaggi della Galilea. La sua missione non parte da Gerusalemme, cioè dal centro religioso, centro anche sociale e politico, ma parte da una zona periferica, una zona disprezzata dai giudei più osservanti, a motivo della presenza in quella regione di diverse popolazioni straniere; per questo il profeta Isaia la indica come «Galilea delle genti» (Is 8,23).
E’ una terra di frontiera, una zona di transito dove si incontrano persone diverse per razza, cultura e religione. La Galilea diventa così il luogo simbolico per l’apertura del Vangelo a tutti i popoli. Da questo punto di vista, la Galilea assomiglia al mondo di oggi: compresenza di diverse culture, necessità di confronto e necessità di incontro. Anche noi siamo immersi ogni giorno in una “Galilea delle genti”, e in questo tipo di contesto possiamo spaventarci e cedere alla tentazione di costruire recinti per essere più sicuri, più protetti. Ma Gesù ci insegna che la Buona Novella, che Lui porta, non è riservata a una parte dell’umanità, è da comunicare a tutti. È un lieto annuncio destinato a quanti lo aspettano, ma anche a quanti forse non attendono più nulla e non hanno nemmeno la forza di cercare e di chiedere.
Partendo dalla Galilea, Gesù ci insegna che nessuno è escluso dalla salvezza di Dio, anzi, che Dio preferisce partire dalla periferia, dagli ultimi, per raggiungere tutti. Ci insegna un metodo, il suo metodo, che però esprime il contenuto, cioè la misericordia del Padre. «Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata. Uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 20).
Gesù comincia la sua missione non solo da un luogo decentrato, ma anche da uomini che si direbbero, così si può dire, “di basso profilo”. Per scegliere i suoi primi discepoli e futuri apostoli, non si rivolge alle scuole degli scribi e dei dottori della Legge, ma alle persone umili e alle persone semplici, che si preparano con impegno alla venuta del Regno di Dio. Gesù va a chiamarli là dove lavorano, sulla riva del lago: sono pescatori. Li chiama, ed essi lo seguono, subito. Lasciano le reti e vanno con Lui: la loro vita diventerà un’avventura straordinaria e affascinante.
Cari amici e amiche, il Signore chiama anche oggi! Il Signore passa per le strade della nostra vita quotidiana. Anche oggi in questo momento, qui, il Signore passa per la piazza. Ci chiama ad andare con Lui, a lavorare con Lui per il Regno di Dio, nelle “Galilee” dei nostri tempi. Ognuno di voi pensi: il Signore passa oggi, il Signore mi guarda, mi sta guardando! Cosa mi dice il Signore? E se qualcuno di voi sente che il Signore gli dice “seguimi” sia coraggioso, vada con il Signore. Il Signore non delude mai. Sentite nel vostro cuore se il Signore vi chiama a seguirlo. Lasciamoci raggiungere dal suo sguardo, dalla sua voce, e seguiamolo! «Perché la gioia del Vangelo giunga sino ai confini della terra e nessuna periferia sia priva della sua luce» (ibid., 288).

Dopo l'Angelus:
Adesso voi vedete che non sono solo: sono in compagnia di due di voi, che sono saliti qui. Sono bravi questi due!
Si celebra oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbra. Questa malattia, pur essendo in regresso, purtroppo colpisce ancora molte persone in condizione di grave miseria. E’ importante mantenere viva la solidarietà con questi fratelli e sorelle. Ad essi assicuriamo la nostra preghiera; e preghiamo anche per tutti coloro che li assistono e, in diversi modi, si impegnano a sconfiggere questo morbo.
Sono vicino con la preghiera all’Ucraina, in particolare a quanti hanno perso la vita in questi giorni e alle loro famiglie. Auspico che si sviluppi un dialogo costruttivo tra le istituzioni e la società civile e, evitando ogni ricorso ad azioni violente, prevalgano nel cuore di ciascuno lo spirito di pace e la ricerca del bene comune!
Oggi ci sono tanti bambini in piazza! Tanti! Anche con loro vorrei rivolgere un pensiero a Cocò Campolongo, che a tre anni è stato bruciato in macchina a Cassano allo Jonio. Questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità. Preghiamo con Cocò, che sicuro è con Gesù in cielo, per le persone che hanno fatto questo reato, perché si pentano e si convertano al Signore.
Nei prossimi giorni, milioni di persone, che vivono nell’Estremo Oriente o sparse in varie parti del mondo, tra cui cinesi, coreani e vietnamiti, celebrano il capodanno lunare. A tutti loro auguro un’esistenza colma di gioia e di speranza. L’anelito insopprimibile alla fraternità, che alberga nel loro cuore, trovi nell’intimità della famiglia il luogo privilegiato dove possa essere scoperto, educato e realizzato. Sarà questo un prezioso contributo alla costruzione di un mondo più umano, in cui regna la pace.
Ieri, a Napoli, è stata proclamata Beata Maria Cristina di Savoia, vissuta nella prima metà del secolo diciannovesimo, regina delle due Sicilie. Donna di profonda spiritualità e di grande umiltà, seppe farsi carico delle sofferenze del suo popolo, diventando vera madre dei poveri. Il suo straordinario esempio di carità testimonia che la vita buona del Vangelo è possibile in ogni ambiente e condizione sociale.
Saluto con affetto tutti voi, cari pellegrini venuti da diverse parrocchie d’Italia e di altri Paesi, come pure le associazioni, i gruppi scolastici e altri. In particolare, saluto gli studenti di Cuenca (Spagna) e le ragazze di Panamá. Saluto i fedeli di Caltanissetta, Priolo Gargallo, San Severino Marche e San Giuliano Milanese, e gli ex-allievi della Scuola di Minoprio. Vorrei anche esprimere la mia vicinanza alle popolazioni alluvionate in Emilia.
Mi rivolgo adesso ai ragazzi e ragazze dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma! Cari ragazzi, anche quest’anno, accompagnati dal Cardinale Vicario, siete venuti numerosi al termine della vostra “Carovana della Pace”. Vi ringrazio! Vi ringrazio tanto! Ascoltiamo ora il messaggio che i vostri amici, qui accanto a me, ci leggeranno.
[lettura del messaggio]
Ed ora questi due bravi ragazzi lanceranno le colombe, simbolo di pace.
A tutti auguro buona domenica e buon pranzo. Arrivederci!

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domenica 19 gennaio 2014

L'angelus del 19 gennaio

PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 19 gennaio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Con la festa del Battesimo del Signore, celebrata domenica scorsa, siamo entrati nel tempo liturgico chiamato “ordinario”. In questa seconda domenica, il Vangelo ci presenta la scena dell’incontro tra Gesù e Giovanni Battista, presso il fiume Giordano. Chi la racconta è il testimone oculare, Giovanni Evangelista, che prima di essere discepolo di Gesù era discepolo del Battista, insieme col fratello Giacomo, con Simone e Andrea, tutti della Galilea, tutti pescatori. Il Battista dunque vede Gesù che avanza tra la folla e, ispirato dall’alto, riconosce in Lui l’inviato di Dio, per questo lo indica con queste parole: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!» (Gv 1,29).
Il verbo che viene tradotto con “toglie” significa letteralmente “sollevare”, “prendere su di sé”. Gesù è venuto nel mondo con una missione precisa: liberarlo dalla schiavitù del peccato, caricandosi le colpe dell’umanità. In che modo? Amando. Non c’è altro modo di vincere il male e il peccato se non con l’amore che spinge al dono della propria vita per gli altri. Nella testimonianza di Giovanni Battista, Gesù ha i tratti del Servo del Signore, che «si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori» (Is 53,4), fino a morire sulla croce. Egli è il vero agnello pasquale, che si immerge nel fiume del nostro peccato, per purificarci.
Il Battista vede dinanzi a sé un uomo che si mette in fila con i peccatori per farsi battezzare, pur non avendone bisogno. Un uomo che Dio ha mandato nel mondo come agnello immolato. Nel Nuovo Testamento il termine “agnello” ricorre più volte e sempre in riferimento a Gesù. Questa immagine dell’agnello potrebbe stupire; infatti, un animale che non si caratterizza certo per forza e robustezza si carica sulle proprie spalle un peso così opprimente. La massa enorme del male viene tolta e portata via da una creatura debole e fragile, simbolo di obbedienza, docilità e di amore indifeso, che arriva fino al sacrificio di sé. L’agnello non è un dominatore, ma è docile; non è aggressivo, ma pacifico; non mostra gli artigli o i denti di fronte a qualsiasi attacco, ma sopporta ed è remissivo. E così è Gesù! Così è Gesù, come un agnello.
Che cosa significa per la Chiesa, per noi, oggi, essere discepoli di Gesù Agnello di Dio? Significa mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. È un buon lavoro! Noi cristiani dobbiamo fare questo: mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il servizio. Essere discepoli dell’Agnello significa non vivere come una “cittadella assediata”, ma come una città posta sul monte, aperta, accogliente, solidale. Vuol dire non assumere atteggiamenti di chiusura, ma proporre il Vangelo a tutti, testimoniando con la nostra vita che seguire Gesù ci rende più liberi e più gioiosi.

Dopo l'Angelus:
Cari fratelli e sorelle,
oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sul tema “Migranti e rifugiati: verso un mondo migliore”, che ho sviluppato nel Messaggio pubblicato già da tempo. Rivolgo un saluto speciale alle rappresentanze di diverse comunità etniche qui convenute, in particolare alle comunità cattoliche di Roma. Cari amici, voi siete vicini al cuore della Chiesa, perché la Chiesa è un popolo in cammino verso il Regno di Dio, che Gesù Cristo ha portato in mezzo a noi. Non perdete la speranza di un mondo migliore! Vi auguro di vivere in pace nei Paesi che vi accolgono, custodendo i valori delle vostre culture di origine. Vorrei ringraziare coloro che lavorano con i migranti per accoglierli e accompagnarli nei loro momenti difficili, per difenderli da quelli che il beato Scalabrini definiva “i mercanti di carne umana”, che vogliono schiavizzare i migranti! In modo particolare, intendo ringraziare la Congregazione dei Missionari di San Carlo, i padri e le suore Scalabriniani che tanto bene fanno alla Chiesa e si fanno migranti con i migranti.
In questo momento pensiamo ai tanti migranti, tanti rifugiati, alle loro sofferenze, alla loro vita, tante volte senza lavoro, senza documenti, tanto dolore; e possiamo tutti insieme rivolgere una preghiera per i migranti e i rifugiati che vivono situazioni più gravi e più difficili: Ave Maria…
Saluto con affetto tutti voi, cari fedeli provenienti da diverse parrocchie d’Italia e di altri Paesi, come pure le associazioni e i vari gruppi. In particolare, saluto i pellegrini spagnoli di Pontevedra, La Coruña, Murcia e gli studenti di Badajoz. Saluto gli ex-allievi dell’Opera Don Orione, l’Associazione Laici Amore Misericordioso e la Corale “San Francesco” di Montelupone.
A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo. Arrivederci!

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mercoledì 15 gennaio 2014

L'udienza generale del 15 gennaio

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 15 gennaio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Mercoledì scorso abbiamo iniziato un breve ciclo di catechesi sui Sacramenti, incominciando dal Battesimo. E sul Battesimo vorrei soffermarmi anche oggi, per sottolineare un frutto molto importante di questo Sacramento: esso ci fa diventare membri del Corpo di Cristo e del Popolo di Dio. San Tommaso d’Aquino afferma che chi riceve il Battesimo viene incorporato a Cristo quasi come suo stesso membro e viene aggregato alla comunità dei fedeli (cfr Summa Theologiae, III, q. 69, art. 5; q. 70, art. 1), cioè al Popolo di Dio. Alla scuola del Concilio Vaticano II, noi diciamo oggi che il Battesimo ci fa entrare nel Popolo di Dio, ci fa diventare membri di un Popolo in cammino, un Popolo peregrinante nella storia.
In effetti, come di generazione in generazione si trasmette la vita, così anche di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo, come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio. Dal momento che Gesù disse quanto abbiamo sentito dal Vangelo, i discepoli sono andati a battezzare; e da quel tempo a oggi c'è una catena nella trasmissione della fede mediante il Battesimo. E ognuno di noi è un anello di quella catena: un passo avanti, sempre; come un fiume che irriga. Così è la grazia di Dio e così è la nostra fede, che dobbiamo trasmettere ai nostri figli, trasmettere ai bambini, perché essi, una volta adulti, possano trasmetterla ai loro figli. Così è il battesimo. Perché? Perché il battesimo ci fa entrare in questo Popolo di Dio che trasmette la fede. Questo è molto importante. Un Popolo di Dio che cammina e trasmette la fede.
In virtù del Battesimo noi diventiamo discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo (cfr Esort. ap.Evangelii gaudium, 120). «Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione… La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo» (ibid.) di tutti, di tutto il popolo di Dio, un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati. Il Popolo di Dio è un Popolo discepolo – perché riceve la fede – e missionario – perché trasmette la fede. E questo lo fa il Battesimo in noi. Ci dona la Grazia e trasmette la fede. Tutti nella Chiesa siamo discepoli, e lo siamo sempre, per tutta la vita; e tutti siamo missionari, ciascuno nel posto che il Signore gli ha assegnato. Tutti: il più piccolo è anche missionario; e quello che sembra più grande è discepolo. Ma qualcuno di voi dirà: “I Vescovi non sono discepoli, i Vescovi sanno tutto; il Papa sa tutto non è discepolo”. No, anche i Vescovi e il Papa devono essere discepoli, perché se non sono discepoli non fanno il bene, non possono essere missionari, non possono trasmettere la fede. Tutti noi siamo discepoli e missionari.
Esiste un legame indissolubile tra la dimensione mistica e quella missionaria della vocazione cristiana, entrambe radicate nel Battesimo. «Ricevendo la fede e il battesimo, noi cristiani accogliamo l’azione dello Spirito Santo che conduce a confessare Gesù Cristo come Figlio di Dio e a chiamare Dio “Abbà”, Padre. Tutti i battezzati e le battezzate … siamo chiamati a vivere e trasmettere la comunione con la Trinità, poiché l’evangelizzazione è un appello alla partecipazione della comunione trinitaria» (Documento finale di Aparecida, n. 157).
Nessuno si salva da solo. Siamo comunità di credenti, siamo Popolo di Dio e in questa comunità sperimentiamo la bellezza di condividere l’esperienza di un amore che ci precede tutti, ma che nello stesso tempo ci chiede di essere “canali” della grazia gli uni per gli altri, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. La dimensione comunitaria non è solo una “cornice”, un “contorno”, ma è parte integrante della vita cristiana, della testimonianza e dell’evangelizzazione. La fede cristiana nasce e vive nella Chiesa, e nel Battesimo le famiglie e le parrocchie celebrano l’incorporazione di un nuovo membro a Cristo e al suo corpo che è la Chiesa (cfr ibid., n. 175b).
A proposito dell’importanza del Battesimo per il Popolo di Dio, è esemplare la storia della comunità cristiana in Giappone. Essa subì una dura persecuzione agli inizi del secolo XVII. Vi furono numerosi martiri, i membri del clero furono espulsi e migliaia di fedeli furono uccisi. Non è rimasto in Giappone nessun prete, tutti sono stati espulsi. Allora la comunità si ritirò nella clandestinità, conservando la fede e la preghiera nel nascondimento. E quando nasceva un bambino, il papà o la mamma lo battezzavano, perché tutti i fedeli possono battezzare in particolari circostanze. Quando, dopo circa due secoli e mezzo, 250 anni dopo, i missionari ritornarono in Giappone, migliaia di cristiani uscirono allo scoperto e la Chiesa poté rifiorire. Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo! Questo è grande: il Popolo di Dio trasmette la fede, battezza i suoi figli e va avanti. E avevano mantenuto, pur nel segreto, un forte spirito comunitario, perché il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del Popolo di Dio, membra della Chiesa. Possiamo tanto imparare da questa storia!

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les élèves, les professeurs et le personnel de l’Institut Saint-Dominique de Rome, et les jeunes venus de France.
Que le Seigneur vous donne de vivre pleinement de la grâce que vous avez reçue au Baptême, et d’être les instruments des bénédictions de Dieu pour les autres.
Bon pèlerinage!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, particolarmente gli studenti, i professori e il personale dell’Istituto Saint-Dominique di Roma, e i giovani venuti dalla Francia. Che il Signore vi conceda di vivere pienamente della grazia ricevuta nel Battesimo, e di essere gli strumenti delle benedizioni di Dio per gli altri. Buon pellegrinaggio!]
I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!
[Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore!]
Herzlich begrüße ich die Brüder und Schwestern aus den Ländern deutscher Sprache. Liebe Freunde, durch die Taufe sind wir alle berufen, missionarische Jünger zu sein! Der Herr zählt auf uns. Gott segne euch.
[Con affetto saluto i fratelli e le sorelle provenienti dai paesi di lingua tedesca. Cari amici, tutti noi siamo chiamati in virtù del Battesimo ad essere discepoli missionari! Il Signore conta su di noi. Dio vi benedica.]
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los Padres Agustinos Recoletos y a las Religiosas de María Inmaculada, así como a los demás grupos venidos de España, Uruguay, Argentina, México y otros países latinoamericanos. Invito a todos a tomar en serio su bautismo, siendo discípulos y misioneros del Evangelio, con la palabra y con el propio ejemplo. Que Jesús os bendiga y la Virgen Santa os cuide. Muchas gracias.
Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, presentes nesta Audiência, especialmente aos grupos vindos do Brasil. Queridos amigos, todos os batizados estão chamados a ser discípulos missionários, vivendo e transmitindo a comunhão com Deus, transmitindo a fé. Em todas as circunstâncias, procurai oferecer um testemunho alegre da vossa fé. Que Deus vos abençoe!
[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese presenti a quest’Udienza, in particolare ai gruppi qui giunti dal Brasile. Cari amici, tutti i battezzati sono chiamati a essere discepoli missionari, vivendo e trasmettendo la comunione con Dio, trasmettendo la fede. In ogni circostanza, cercate di dare una testimonianza gioiosa della vostra fede. Dio vi benedica!]
الأخوات والإخوة الأحباء الناطقون باللغة العربية، القادمون من الأردن ومن الأراضي المقدسة: تعلموا من الكنيسة في اليابان، التي عاشت في الخفاء لأكثر من قرنين ونصف، بسبب اضطهادات القرن السابع عشر، ناقلة من جيل إلى جيل شعلة الإيمان متوهجة دائما. إن الصعاب والاضطهادات، عندما تعاش باستسلام وبثقة وبرجاء، فهي تنقي الإيمان وتقويه. فكونوا شهودا حقيقيين للمسيح ولإنجيله، وأبناء صالحين للكنيسة، مستعدين دائما لتقديم شهادة للرجاء الذي فيكم، بمحبة وباحترام. ليحفظ الرب حياتكم ويبارككم!
[Cari fratelli e sorelle di lingua araba, provenienti dalla Giordania e dalla Terra Santa: imparate dalla Chiesa giapponese che a causa delle persecuzioni del diciassettesimo secolo si ritirò nel nascondimento per circa due secoli e mezzo, tramandando da una generazione all’altra la fiamma della fede sempre accesa. Le difficoltà e le persecuzioni, quando vengono vissute con affidamento, fiducia e speranza, purificano la fede e la fortificano. Siate veri testimoni di Cristo e del Suo Vangelo, autentici figli della Chiesa, pronti sempre a rendere ragione della vostra speranza, con amore e rispetto. Il Signore custodisca la vostra vita e vi benedica!]
Pozdrawiam serdecznie wszystkich Polaków. Bracia i siostry, Chrzest święty jest fundamentem naszego życia, najpiękniejszym darem Boga, początkiem nowego życia jako dzieci Bożych. Dziękujmy za nasz chrzest i pamiętajmy do czego ten sakrament nas zobowiązuje. Niech nasze codzienne życie i relacje z ludźmi będą świadectwem przynależności do Boga, który jest naszym Ojcem. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Saluto cordialmente tutti i Polacchi. Fratelli e sorelle, il Battesimo è il fondamento della nostra vita, il più bel dono offertoci da Dio, l’inizio della vita nuova da figli di Dio. Rendiamo grazie per il nostro Battesimo e teniamo presenti gli obblighi di questo sacramento. La vita di ogni giorno e le relazioni con le persone siano la testimonianza della nostra appartenenza a Dio che è nostro Padre. Sia lodato Gesù Cristo.]
* * *
Porgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della Diocesi di Civitavecchia-Tarquinia accompagnati dal Vescovo Mons. Luigi Marrucci; gli studenti della Diocesi di Caserta,  - sono rumorosi i casertani! - con l’Amministratore Apostolico Mons. Angelo Spinillo e quelli dell’Istituto delle Suore Immacolatine di Roma; le Suore Domenicane Missionarie di San Sisto, che ricordano il centenario della morte della Fondatrice, Madre Antonia Lalìa. Saluto inoltre i sacerdoti dell’Istituto Secolare della Regalità, il Lions Club con il Vescovo Mons. Luigi Renzo e i Lancieri di Aosta, che hanno prestato soccorso agli immigrati di Lampedusa. Tutti esorto a vivere con generosità il proprio impegno ecclesiale, perché il Signore riempia i cuori della gioia che solo Lui può donare.
Un saluto speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Domenica scorsa abbiamo celebrato la Solennità del Battesimo del Signore, occasione propizia per ripensare la propria appartenenza a Cristo nella fede della Chiesa. Cari giovani, riscoprite quotidianamente la grazia che proviene dal Battesimo. Voi, cari ammalati, attingete dal Battesimo la forza per affrontare momenti di dolore e di sconforto. E voi, cari sposi novelli, sappiate tradurre gli impegni del Battesimo nel vostro cammino di vita familiare.


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martedì 14 gennaio 2014

Letture della S:Messa del 19 gennaio

RITO ROMANO (II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO):

Prima lettura
Is 49,3.5-6

Dal libro del profeta Isaìa
Il Signore mi ha detto:
«Mio servo tu sei, Israele,
sul quale manifesterò la mia gloria».
Ora ha parlato il Signore,
che mi ha plasmato suo servo dal seno materno
per ricondurre a lui Giacobbe
e a lui riunire Israele
– poiché ero stato onorato dal Signore
e Dio era stato la mia forza –
e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe
e ricondurre i superstiti d’Israele.
Io ti renderò luce delle nazioni,
perché porti la mia salvezza
fino all’estremità della terra».


Salmo responsoriale
Salmo 39

    R.: Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà.

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.

Sacrificio e offerta non gradisci,
gli orecchi mi hai aperto,
non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo».

«Nel rotolo del libro su di me è scritto
di fare la tua volontà:
mio Dio, questo io desidero;
la tua legge è nel mio intimo».

Ho annunciato la tua giustizia
nella grande assemblea;
vedi: non tengo chiuse le labbra,
Signore, tu lo sai.


Seconda lettura
1Cor 1,1-3

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!


Vangelo
Gv 1,29-34

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele».
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio»

RITO AMBROSIANO (II DOMENICA DOPO L'EPIFANIA):

Lettura
Lettura del libro dei Numeri 20, 2. 6-13

In quei giorni. Mancava l’acqua per la comunità: ci fu un assembramento contro Mosè e contro Aronne.
Allora Mosè e Aronne si allontanarono dall’assemblea per recarsi all’ingresso della tenda del convegno; si prostrarono con la faccia a terra e la gloria del Signore apparve loro. Il Signore parlò a Mosè dicendo: «Prendi il bastone; tu e tuo fratello Aronne convocate la comunità e parlate alla roccia sotto i loro occhi, ed essa darà la sua acqua; tu farai uscire per loro l’acqua dalla roccia e darai da bere alla comunità e al loro bestiame». Mosè dunque prese il bastone che era davanti al Signore, come il Signore gli aveva ordinato.
Mosè e Aronne radunarono l’assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ascoltate, o ribelli: vi faremo noi forse uscire acqua da questa roccia?». Mosè alzò la mano, percosse la roccia con il bastone due volte e ne uscì acqua in abbondanza; ne bevvero la comunità e il bestiame.
Ma il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Poiché non avete creduto in me, in modo che manifestassi la mia santità agli occhi degli Israeliti, voi non introdurrete quest’assemblea nella terra che io le do». Queste sono le acque di Merìba, dove gli Israeliti litigarono con il Signore e dove egli si dimostrò santo in mezzo a loro.            

Salmo
Sal 94 (95)

             ® Noi crediamo, Signore, alla tua parola.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia. ®

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. ®

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere». ®


Epistola
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 22-27

Fratelli, sappiamo che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.                            


Vangelo
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 2, 1-11

In quel tempo. Vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

MESSA VIGILARE:

Vangelo della Risurrezione
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Luca 24, 1-8
Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.
Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole.
             Cristo Signore è risorto!
             ®Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della Messa nel giorno della Domenica:
Nm 20,2.6-13; Sal 94; Rm 8,22-27; Gv 2,1-11

domenica 12 gennaio 2014

Auguri dai volontari di Rio

Natale e Capodanno ormai sono passati, ma la voglia di farvi gli auguri no.
Vi posto quindi il seguente video, appena realizzato da Jamil, uno dei vari volontari di Rio, con gli auguri di molti suoi "colleghi".
Buona visione


L'angelus del 12 gennaio

FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE
PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 12 gennaio 2014
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi è la festa del Battesimo del Signore. Stamattina ho battezzato trentadue neonati. Ringrazio con voi il Signore per queste creature e per ogni nuova vita. A me piace battezzare bambini. Mi piace tanto! Ogni bambino che nasce è un dono di gioia e di speranza, e ogni bambino che viene battezzato è un prodigio della fede e una festa per la famiglia di Dio.
L’odierna pagina del Vangelo sottolinea che, quando Gesù ebbe ricevuto il battesimo da Giovanni nel fiume Giordano, «si aprirono per lui i cieli» (Mt 3,16). Questo realizza le profezie. Infatti, c’è una invocazione che la liturgia ci fa ripetere nel tempo di Avvento: «Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63,19). Se i cieli rimangono chiusi, il nostro orizzonte in questa vita terrena è buio, senza speranza. Invece, celebrando il Natale, la fede ancora una volta ci ha dato la certezza che i cieli si sono squarciati con la venuta di Gesù. E nel giorno del battesimo di Cristo ancora contempliamo i cieli aperti. La manifestazione del Figlio di Dio sulla terra segna l’inizio del grande tempo della misericordia, dopo che il peccato aveva chiuso i cieli, elevando come una barriera tra l’essere umano e il suo Creatore. Con la nascita di Gesù i cieli si aprono! Dio ci dà nel Cristo la garanzia di un amore indistruttibile. Da quando il Verbo si è fatto carne è dunque possibile vedere i cieli aperti. È stato possibile per i pastori di Betlemme, per i Magi d’Oriente, per il Battista, per gli Apostoli di Gesù, per santo Stefano, il primo martire, che esclamò: «Contemplo i cieli aperti!» (At 7,56). Ed è possibile anche per ognuno di noi, se ci lasciamo invadere dall’amore di Dio, che ci viene donato la prima volta nel Battesimo per mezzo dello Spirito Santo. Lasciamoci invadere dall’amore di Dio! Questo è il grande tempo della misericordia! Non dimenticatelo: questo è il grande tempo della misericordia!
Quando Gesù ricevette il battesimo di penitenza da Giovanni il Batti­sta, solidarizzando con il popolo penitente - Lui senza peccato e non bisognoso di con­versione -, Dio Padre fece udire la sua voce dal cielo: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (v.17). Gesù riceve l’approvazione del Padre celeste, che l’ha inviato proprio perché accetti di condividere la nostra condizione, la nostra povertà. Condividere è il vero modo di amare. Gesù non si dissocia da noi, ci considera fratelli e condivide con noi. E così ci rende figli, insieme con Lui, di Dio Padre. Questa è la rivelazione e la fonte del vero amore. E questo è il grande tempo della misericordia!
Non vi sembra che nel no­stro tempo ci sia bisogno di un supplemento di condivisione fraterna e di amore? Non vi sembra che ab­biamo tutti bisogno di un supplemento di carità? Non quella che si accontenta dell’aiuto estempo­raneo che non coinvolge, non mette in gioco, ma quella carità che condivide, che si fa carico del disagio e della sofferenza del fratello. Quale sapore acquista la vita, quando ci si lascia inondare dall’amore di Dio!
Chiediamo alla Vergine Santa di sostenerci con la sua intercessione nel nostro impegno di seguire Cristo sulla via della fede e della carità, la via tracciata dal nostro Battesimo.


Dopo l'Angelus:
Cari fratelli e sorelle,
rivolgo a tutti voi il mio saluto cordiale, in particolare alle famiglie e ai fedeli venuti da diverse parrocchie dall’Italia e da altri Paesi, come pure alle associazioni e ai vari gruppi.
Oggi un pensiero speciale vorrei rivolgerlo ai genitori che hanno portato i loro figli al Battesimo e a coloro che stanno preparando il Battesimo di un loro figlio. Mi unisco alla gioia di queste famiglie, ringrazio con loro il Signore, e prego perché il Battesimo dei bambini aiuti gli stessi genitori a riscoprire la bellezza della fede e a ritornare in modo nuovo ai Sacramenti e alla comunità.
Come è stato già annunciato il prossimo 22 febbraio, festa della Cattedra di San Pietro, avrò la gioia di tenere un Concistoro, durante il quale nominerò 16 nuovi Cardinali, che - appartenenti a 12 nazioni di ogni parte del mondo - rappresentano il profondo rapporto ecclesiale fra la Chiesa di Roma e le altre Chiese sparse per il mondo.
Il giorno seguente presiederò una solenne concelebrazione con i nuovi Cardinali, mentre il 20 e il 21 febbraio terrò un Concistoro con tutti i cardinali per riflettere sul tema della famiglia.
Ecco i nomi dei nuovi Cardinali:
1 – Mons. Pietro Parolin, Arcivescovo titolare di Acquapendente, Segretario di Stato.
2 – Mons. Lorenzo Baldisseri, Arcivescovo titolare di Diocleziana, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi.
3 - Mons. Gerhard Ludwig Müller, Arcivescovo-Vescovo emerito di Regensburg, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede.
4 – Mons. Beniamino Stella, Arcivescovo titolare di Midila, Prefetto della Congregazione per il Clero.
5 – Mons. Vincent Gerard Nichols, Arcivescovo di Westminster (Gran Bretagna).
6 – Mons. Leopoldo José Brenes Solórzano, Arcivescovo di Managua (Nicaragua).
7 – Mons. Gérald Cyprien Lacroix, Arcivescovo di Québec (Canada).
8 – Mons. Jean-Pierre Kutwa, Arcivescovo di Abidjan (Costa d’Avorio).
9 – Mons. Orani João Tempesta, O.Cist., Arcivescovo di Rio de Janeiro (Brasile).
10 – Mons. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve (Italia).
11 – Mons. Mario Aurelio Poli, Arcivescovo di Buenos Aires (Argentina).
12 – Mons. Andrew Yeom Soo jung, Arcivescovo di Seoul (Korea).
13 – Mons. Ricardo Ezzati Andrello, S.D.B., Arcivescovo di Santiago del Cile (Cile).
14 – Mons. Philippe Nakellentuba Ouédraogo, Arcivescovo di Ouagadougou (Burkina Faso).
15 – Mons. Orlando B. Quevedo, O.M.I., Arcivescovo di Cotabato (Filippine).
16 – Mons. Chibly Langlois, Vescovo di Les Cayes (Haïti).
Insieme ad essi, unirò ai membri del Collegio Cardinalizio tre Arcivescovi emeriti che si sono distinti per il loro servizio alla Santa Sede e alla Chiesa:
Mons. Loris Francesco Capovilla, Arcivescovo titolare di Mesembria;
Mons. Fernando Sebastián Aguilar, Arcivescovo emerito di Pamplona;
Mons. Kelvin Edward Felix, Arcivescovo emerito di Castries, nelle Antille.
Preghiamo per i nuovi Cardinali, affinché rivestiti delle virtù e dei sentimenti del Signore Gesù, Buon Pastore, possano aiutare più efficacemente il Vescovo di Roma nel suo servizio alla Chiesa universale.
A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo. Arrivederci!

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mercoledì 8 gennaio 2014

L'udienza generale dell'8 gennaio

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 8 gennaio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi iniziamo una serie di Catechesi sui Sacramenti, e la prima riguarda il Battesimo. Per una felice coincidenza, domenica prossima ricorre proprio la festa del Battesimo del Signore.
1. Il Battesimo è il sacramento su cui si fonda la nostra stessa fede e che ci innesta come membra vive in Cristo e nella sua Chiesa. Insieme all’Eucaristia e alla Confermazione forma la cosiddetta «Iniziazione cristiana», la quale costituisce come un unico, grande evento sacramentale che ci configura al Signore e fa di noi un segno vivo della sua presenza e del suo amore.
Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? E’ una domanda che può sorgere. E a tale proposito, è illuminante quanto scrive l’apostolo Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,3-4). Dunque non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Un bambino battezzato o un bambino non battezzato non è lo stesso. Non è lo stesso una persona battezzata o una persona non battezzata. Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli.
2. Molti di noi non hanno il minimo ricordo della celebrazione di questo Sacramento, ed è ovvio, se siamo stati battezzati poco dopo la nascita. Ho fatto questa domanda due o tre volte, qui, in piazza: chi di voi sa la data del proprio Battesimo, alzi la mano. È importante conoscere il giorno nel quale io sono stato immerso proprio in quella corrente di salvezza di Gesù. E mi permetto di darvi un consiglio. Ma, più che un consiglio, un compito per oggi. Oggi, a casa, cercate, domandate la data del Battesimo e così saprete bene il giorno tanto bello del Battesimo. Conoscere la data del nostro Battesimo è conoscere una data felice. Il rischio di non saperlo è di perdere la memoria di quello che il Signore ha fatto in noi, la memoria del dono che abbiamo ricevuto. Allora finiamo per considerarlo solo come un evento che è avvenuto nel passato — e neppure per volontà nostra, ma dei nostri genitori —, per cui non ha più nessuna incidenza sul presente. Dobbiamo risvegliare la memoria del nostro Battesimo. Siamo chiamati a vivere il nostro Battesimo ogni giorno, come realtà attuale nella nostra esistenza. Se riusciamo a seguire Gesù e a rimanere nella Chiesa, pur con i nostri limiti, con le nostre fragilità e i nostri peccati, è proprio per il Sacramento nel quale siamo diventati nuove creature e siamo stati rivestiti di Cristo. È in forza del Battesimo, infatti, che, liberati dal peccato originale, siamo innestati nella relazione di Gesù con Dio Padre; che siamo portatori di una speranza nuova, perché il Battesimo ci da questa speranza nuova: la speranza di andare sulla strada della salvezza, tutta la vita. E questa speranza niente e nessuno può spegnere, perché la speranza non delude. Ricordatevi: la speranza nel Signore non delude mai. Grazie al Battesimo, siamo capaci di perdonare e di amare anche chi ci offende e ci fa del male; che riusciamo a riconoscere negli ultimi e nei poveri il volto del Signore che ci visita e si fa vicino. Il Battesimo ci aiuta a riconoscere nel volto delle persone bisognose, nei sofferenti, anche del nostro prossimo, il volto di Gesù. Tutto ciò è possibile grazie alla forza del Battesimo!
3. Un ultimo elemento, che è importante. E faccio la domanda: una persona può battezzarsi da se stessa? Nessuno può battezzarsi da sé! Nessuno. Possiamo chiederlo, desiderarlo, ma abbiamo sempre bisogno di qualcuno che ci conferisca questo Sacramento nel nome del Signore. Perché il Battesimo è un dono che viene elargito in un contesto di sollecitudine e di condivisione fraterna. Sempre nella storia, uno battezza l’altro, l’altro, l’altro… è una catena. Una catena di Grazia. Ma, io non mi posso battezzare da solo: devo chiedere ad un altro il Battesimo. E’ un atto di fratellanza, un atto di filiazione alla Chiesa. Nella celebrazione del Battesimo possiamo riconoscere i lineamenti più genuini della Chiesa, la quale come una madre continua a generare nuovi figli in Cristo, nella fecondità dello Spirito Santo.
Chiediamo allora di cuore al Signore di poter sperimentare sempre più, nella vita di ogni giorno, questa grazia che abbiamo ricevuto con il Battesimo. Incontrandoci, i nostri fratelli possano incontrare dei veri figli di Dio, veri fratelli e sorelle di Gesù Cristo, veri membri della Chiesa. E non dimenticate il compito di oggi: cercare, domandare la data del proprio Battesimo. Come io conosco la data della mia nascita, devo conoscere anche la data del mio Battesimo, perché è un giorno di festa.


Saluti:
Je salue avec joie les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes prêtres du diocèse de Poitiers. Chers amis, je vous invite à accueillir chaque jour la grâce de votre Baptême et à la faire fructifier en étant des signes de l’amour du Seigneur pour tous. Bonne année et bon pèlerinage!
[Saluto con gioia i pellegrini di lingua francese, in particolare i giovani sacerdoti della Diocesi di Poitiers. Cari amici, vi invito ad accogliere ogni giorno la grazia del vostro Battesimo ed a farla fruttificare, diventando segni dell’amore del Signore per tutti. Buon anno e buon pellegrinaggio!]
I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from Ausralia, Haiti and the United States of America. Upon you and your families I invoke God’s blessings of joy and peace!
[Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Australia, Haiti e Stati Uniti d’America. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore!]
Sehr herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache. In der Taufe haben wir das neue Leben in Christus empfangen. Danken wir Gott für dieses wunderbare Geschenk und bitten wir ihn, dass wir jeden Tag als seine Kinder, als wahre Brüder und Schwestern Christi und Glieder seiner Kirche leben. Der Herr begleite euch und eure Lieben mit seinem Segen in diesem neuen Jahr.
[Con affetto saluto i pellegrini e partecipanti di lingua tedesca. Nel Battesimo abbiamo ricevuto la nuova vita in Cristo. Ringraziamo Dio per questo meraviglioso dono e chiediamoGli di poter vivere ogni giorno come Suoi figli, da veri fratelli e sorelle di Cristo e membri della Chiesa. Il Signore accompagni voi e i vostri cari con la sua benedizione in questo anno nuovo.]
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España - veo la Diócesis de Cuenca, allí - de Argentina, de Bolivia, Venezuela, México y los demás países latinoamericanos. Invito a todos a experimentar en la vida de cada día la gracia que recibimos en el Bautismo, siendo verdaderos hermanos, verdaderos miembros de la Iglesia. Feliz año a todos.
Dirijo uma cordial saudação aos peregrinos de língua portuguesa, encorajando-vos a todos a viver o vosso Baptismo como realidade actual da vossa existência. Não deixeis que vos roubem a vossa identidade cristã! Com estes votos, invoco sobre vós e vossas famílias a abundância das bênçãos do Céu.
[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua portoghese, incoraggiandovi tutti a vivere il vostro Battesimo come realtà attuale della vostra esistenza. Non lasciatevi rubare la vostra identità cristiana! Con questi auguri, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’abbondanza delle benedizioni del Cielo.]
الأخوات والإخوة الأحباء الناطقون باللغة العربية، القادمون من الشرق الأوسط، وخاصة من سوريا ومن العراق: تحتفل الكنيسة بالأسرار، ولكن الأسرار هي التي تقيم الكنيسة وتغذيها. ادعوكم لتذكر يوم معموديتكم والاحتفال به، لأنه اليوم الذي فيه ولدنا كخليقة جديدة في المسيح، وكهيكل للروح القدس، وكأبناء بالتبني للآب؛ وكأعضاء في الكنيسة المقدسة؛ وكأخوة في الإيمان ومبشرين بالخبر السار؛ قادرين على تقديم الغفران والمحبة للجميع، حتى للأعداء. ليحفظ الرب حياتكم ويبارككم!
[Cari fratelli e sorelle di lingua araba, provenienti dal Medio Oriente e specialmente dalla Siria e dall’Iraq: la Chiesa amministra i Sacramenti ma sono i Sacramenti che costruiscono e nutrono la Chiesa. Vi invito a ricordare oggi il giorno del vostro Battesimo e a celebrarlo, poiché in esso siamo diventati nuove creature in Cristo; tempio dello Spirito; figli addottivi del Padre; membri della Chiesa; fratelli nella fede e annunciatori della Buona Novella, capaci di perdonare e di amare tutti, perfino i nemici. Il Signore custodisca la vostra vita e vi benedica!]
Serdeczne pozdrowienie kieruję do Polaków. Dziękując wam za wszystkie życzenia bożonarodzeniowe, jakie wraz z modlitwą nadesłaliście mi z Polski i ze wszystkich stron świata, z serca je odwzajemniam i proszę nowo narodzonego Pana o Jego błogosławieństwo dla was i dla waszych rodzin. Niech Jego łaska stale wam towarzyszy!
[Un cordiale saluto rivolgo ai polacchi. Ringraziandovi per tutti gli auguri natalizi che mi avete inviato, accompagnati dalla preghiera, dalla Polonia e da ogni parte del mondo, li contraccambio di cuore e chiedo al neo-nato Signore la sua benedizione per voi e per le vostre famiglie. La Sua grazia vi accompagni sempre!]
* * *
A tutti i pellegrini di lingua italiana presenti a questa prima Udienza Generale del 2014 porgo un cordiale augurio di serenità e di pace per il nuovo anno. Saluto i sacerdoti di Milano e di Genova; le Apostole del Sacro Cuore di Gesù; i gruppi parrocchiali e le Associazioni, in particolare quelle di volontariato ed assistenza ai bambini dell’Est, di Enna e di Modugno. Do il benvenuto ai componenti del Golden Circus di Liana Orfei – sono stati bravi, complimenti! – che privilegia quest’anno il mondo latinoamericano, e li invito, nel loro viaggiare di città in città, a sentirsi messaggeri di gioia, messaggeri di fratellanza, in una società che ne ha tanto bisogno. Saluto con affetto i piccoli degenti dell’Istituto nazionale per la ricerca e la cura dei tumori di Milano ed assicuro la mia preghiera affinché il Signore sostenga ognuno con la sua grazia.
Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Carissimi, in questi giorni che seguono la festa dell'Epifania, continuiamo a meditare sulla manifestazione di Gesù a tutti i popoli. La Chiesa invita voi, cari giovani, specialmente gli studenti dell’Istituto Vescovile di Nola, ad essere testimoni entusiasti di Cristo tra i vostri coetanei; esorta voi, cari malati, a diffondere ogni giorno la sua luce con serena pazienza; e sprona voi, cari sposi novelli, a essere segno della sua presenza rinnovatrice col vostro amore fedele.


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