mercoledì 29 maggio 2013

L'udienza generale del 29 maggio

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 29 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Mercoledì scorso ho sottolineato il legame profondo tra lo Spirito Santo e la Chiesa. Oggi vorrei iniziare alcune catechesi sul mistero della Chiesa, mistero che tutti noi viviamo e di cui siamo parte. Lo vorrei fare con espressioni ben presenti nei testi del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Oggi la prima: la Chiesa come famiglia di Dio.
In questi mesi, più di una volta ho fatto riferimento alla parabola del figlio prodigo, o meglio del padre misericordioso (cfr Lc 15,11-32). Il figlio minore lascia la casa del padre, sperpera tutto e decide di tornare perché si rende conto di avere sbagliato, ma non si ritiene più degno di essere figlio e pensa di poter essere riaccolto come servo. Il padre invece gli corre incontro, lo abbraccia, gli restituisce la dignità di figlio e fa festa. Questa parabola, come altre nel Vangelo, indica bene il disegno di Dio sull’umanità.
Qual è questo progetto di Dio? E’ fare di tutti noi un’unica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola evangelica, senta il calore di essere famiglia di Dio. In questo grande disegno trova la sua radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone, ma - come ci ha ricordato tante volte il Papa Benedetto XVI - è opera di Dio, nasce proprio da questo disegno di amore che si realizza progressivamente nella storia. La Chiesa nasce dal desiderio di Dio di chiamare tutti gli uomini alla comunione con Lui, alla sua amicizia, anzi a partecipare come suoi figli della sua stessa vita divina. La stessa parola “Chiesa”, dal greco ekklesia, significa “convocazione”: Dio ci convoca, ci spinge ad uscire dall’individualismo, dalla tendenza a chiudersi in se stessi e ci chiama a far parte della sua famiglia. E questa chiamata ha la sua origine nella stessa creazione. Dio ci ha creati perché viviamo in una relazione di profonda amicizia con Lui, e anche quando il peccato ha rotto questa relazione con Lui, con gli altri e con il creato, Dio non ci ha abbandonati. Tutta la storia della salvezza è la storia di Dio che cerca l’uomo, gli offre il suo amore, lo accoglie. Ha chiamato Abramo ad essere padre di una moltitudine, ha scelto il popolo di Israele per stringere un’alleanza che abbracci tutte le genti, e ha inviato, nella pienezza dei tempi, il suo Figlio perché il suo disegno di amore e di salvezza si realizzi in una nuova ed eterna alleanza con l’umanità intera. Quando leggiamo i Vangeli, vediamo che Gesù raduna intorno a sé una piccola comunità che accoglie la sua parola, lo segue, condivide il suo cammino, diventa la sua famiglia, e con questa comunità Egli prepara e costruisce la sua Chiesa.
Da dove nasce allora la Chiesa? Nasce dal gesto supremo di amore della Croce, dal costato aperto di Gesù da cui escono sangue ed acqua, simbolo dei Sacramenti dell’Eucaristia e del Battesimo. Nella famiglia di Dio, nella Chiesa, la linfa vitale è l’amore di Dio che si concretizza nell’amare Lui e gli altri, tutti, senza distinzioni e misura. La Chiesa è famiglia in cui si ama e si è amati.
Quando si manifesta la Chiesa? L’abbiamo celebrato due domeniche fa; si manifesta quando il dono dello Spirito Santo riempie il cuore degli Apostoli e li spinge ad uscire e iniziare il cammino per annunciare il Vangelo, diffondere l’amore di Dio.
Ancora oggi qualcuno dice: “Cristo sì, la Chiesa no”. Come quelli che dicono “io credo in Dio ma non nei preti”. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa  a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo.
Domandiamoci oggi: quanto amo io la Chiesa? Prego per lei? Mi sento parte della famiglia della Chiesa? Che cosa faccio perché sia una comunità in cui ognuno si senta accolto e compreso, senta la misericordia e l’amore di Dio che rinnova la vita? La fede è un dono e un atto che ci riguarda personalmente, ma Dio ci chiama a vivere insieme la nostra fede, come famiglia, come Chiesa.
Chiediamo al Signore, in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio. 

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les fidèles venus de divers diocèse de France, ainsi que les nombreux jeunes présents. Aimez l’Eglise chers frères et sœurs, elle est l’œuvre de Dieu. Aimez l’Eglise comme Jésus l’aime, il lui a donné sa vie, il lui communique tout son amour. N’hésitez pas à la défendre ; n’hésitez pas à vous dépenser pour elle, à vous engager à son service, à la rendre plus fraternelle et plus accueillante. Jésus-Christ et l’Eglise c’est tout un ! Bon pèlerinage à chacun d’entre vous !
I offer a cordial welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Ireland, Norway, Sweden, Canada and the United States. May you always grow in love for Christ and for God’s family which is the Church. God bless you all!
Von Herzen grüße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache. Gott lädt uns ein, unseren Glauben gemeinsam als Familie in der Gemeinschaft der Kir­che zu leben. Deshalb wollen wir uns heute fragen, ob wir die Kirche wirklich lieben wie wir unsere Familien lieben und ob wir für sie beten. Der Heilige Geist schenke euch Kraft, stets das Gute zu vollbringen.
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, El Salvador, Ecuador, Honduras, Perú, Argentina, México y los demás países latinoamericanos. Invito a todos a vivir la fe, no sólo como un don y un acto personal, sino como respuesta a la llamada de Dios de vivir juntos, siendo la gran familia de los convocados por Él. Muchas gracias.
Queridos peregrinos lusófonos do Estoril e de Lisboa, em Portugal, bem como do Brasil: sejam bem-vindos! Saúdo-vos como membros desta família que é a Igreja, pedindo-vos que renoveis o vosso compromisso para que as vossas comunidades sejam lugares sempre mais acolhedores, onde se faz experiência da misericórdia e do amor de Deus. Que o Senhor vos abençoe a todos!
الأخوات والإخوة الأحباء الناطقون باللغة العربية، الأخواتُ والإخوةُ الأحباءُ النّاطِقون بِاللُّغةِ العربيّةِ. إن الكنيسة هي أسرة الله التي فيها كل واحد يحب يشعر بأنه محبوب. فأن نكون كنيسة يعني إحضار وإعلان خلاص الله لجميع البشر حتى أقاصي الأرض. فاحبوا الكنيسة وصلوا من أجلها حتى تكون في العالم علامة منظورة للرحمة، وللشركة، ولمحبة الله والأخوة. وأمنح لكم جميعا البركة الرسولية!
Pozdrawiam przybyłych na audiencję Polaków. Moją myśl kieruję już dzisiaj do młodych, którzy wkrótce, 1 czerwca spotkają się na Polach Lednickich. Drodzy młodzi Przyjaciele! Łączę się z wami w modlitewnym czuwaniu. Rozważając temat ojcostwa będziecie dotykali wielkiej tajemnicy Bożej miłości. Pamiętajcie, że Bóg jest Ojcem każdego z nas. On sam nas stworzył, obdarzył talentami, prowadzi przez życie, jest z nami pomimo naszej słabości, grzechu, zapomnienia – pragnie nas zbawić! Jest wzorem każdego ojcostwa. Także tego ziemskiego. Każdy z nas wiele zawdzięcza temu, który przekazał nam życie, który troszczył się i może nadal się troszczy o codzienny nasz byt i wzrost. Nie zapomnijcie podziękować Bogu za waszego tatę! Pamiętajcie o nim w modlitwie, nawet gdyby wasze relacje nie były najlepsze. Ojcostwo to Boży dar i wielka odpowiedzialność za nowego człowieka, niepowtarzalny obraz Boga. Nie lękajcie się ojcostwa, rodzicielstwa. Także wielu z was będzie zapewne ojcami! Bądźcie też otwarci na ojcostwo duchowe – wielki skarb naszej wiary! Niech Bóg obdarzy was bogactwem i promieniowaniem ojcostwa Bożego i napełni was swoją radością. Wszystkich, którzy pielgrzymują na Pola Lednickie, do źródeł chrzcielnych Polski z serca pozdrawiam i błogosławię: w imię Ojca i Syna, i Ducha Świętego. Tym błogosławieństwem ogarniam także wszystkich uczestników dzisiejszej audiencji, wasze rodziny i waszych bliskich. Życzę wszystkim bogatej w przeżycia Uroczystości Bożego Ciała.
* * *
Prima di salutare i fedeli di lingua italiana, vorrei rivolgere un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dall’Albania, con i rispettivi Vescovi; a quelli provenienti dal Kosovo, con il loro Pastore; e al pellegrinaggio dei Militari dell’Ucraina. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per la vostra presenza a questo incontro ed auspico che la vostra visita alle tombe degli apostoli vi rafforzi nella fede, consolidi la vostra speranza e animi in voi l’amore sempre pronto a servire l’uomo. Benedico di cuore voi, le vostre famiglie e i vostri connazionali.
Saluto ora i numerosi pellegrini di lingua italiana: parrocchie, associazioni, enti e scuole. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero ai fedeli delle Comunità diocesane de L’Aquila, Vallo della Lucania, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, accompagnati dai rispettivi Pastori. Il vostro pellegrinaggio in questo Anno della fede aiuti ciascuno di voi ad aderire più pienamente a Cristo e a testimoniarlo con gioia e con coraggio. Saluto i partecipanti all’incontro promosso dalla Caritas Italiana, con il Vescovo Presidente Mons. Giuseppe Merisi; come pure quanti prendono parte all’incontro della fondazione «Comunità di Gesù»; i seminaristi e gli studenti della Pontificia Facoltà dell’Italia meridionale e il pellegrinaggio promosso dalle Suore dell’Immacolata di Genova.
Mi rivolgo, infine, a voi, cari giovani, ammalati e sposi novelli. In quest’ultima Udienza del mese di maggio il pensiero va spontaneamente a Maria Santissima, stella luminosa del nostro cammino cristiano. Facciamo costante riferimento a Lei per trovare nella sua intercessione e nei suoi esempi ispirazione e guida sicura nel nostro quotidiano pellegrinaggio di fede.
Domani, festa del Corpus Domini, come ogni anno celebreremo alle ore 19 la Santa Messa a San Giovanni in Laterano. Al termine, seguirà la solenne processione che si concluderà a Santa Maria Maggiore. Invito i fedeli di Roma e i pellegrini ad unirsi in questo atto di profonda fede verso l’Eucaristia, che costituisce il più prezioso tesoro della Chiesa e dell'umanità.


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martedì 28 maggio 2013

Letture della S.Messa del 30 maggio

Il Rito ambrosiano celebra la festività del SS.Corpo e Sangue di Cristo giovedì 30 maggio e non posticipa la solennità alla domenica come il rito romano. Per questo motivo, per il solo rito ambrosiano, pubblico oggi le letture per quella data:

RITO AMBROSIANO (Santissimo Corpo e Sangue di Cristo):


LETTURA
Lettura del libro della Genesi 14, 18-20

In quei giorni. Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, / creatore del cielo e della terra, / e benedetto sia il Dio altissimo, / che ti ha messo in mano i tuoi nemici». / Ed egli diede a lui la decima di tutto.                      

SALMO
Sal 109 (110)

             ®  Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi». ®

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato. ®

Il Signore ha giurato
e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek». ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 11, 23-26

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.                


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Luca 9, 11b-17

In quel tempo. Il Signore Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.           

Letture della S.Messa del 2 giugno

RITO ROMANO (Santissimo Corpo e Sangue di Cristo):


Prima lettura
Gen 14,18-20
 
Dal libro della Gènesi
In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici».
E [Abramo] diede a lui la decima di tutto.


Salmo responsoriale
Sal 109

  R.: Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».


Seconda lettura
1Cor 11,23-26
 
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Vangelo
Lc 9,11-17
 

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


RITO AMBROSIANO (II domenica dopo Pentecoste):


Lettura del libro del Siracide
18, 1-2. 4-9a. 10-13

Colui che vive in eterno ha creato l’intero universo. / Il Signore soltanto è riconosciuto giusto. / A nessuno è possibile svelare le sue opere / e chi può esplorare le sue grandezze? / La potenza della sua maestà chi potrà misurarla? / Chi riuscirà a narrare le sue misericordie? / Non c’è nulla da togliere e nulla da aggiungere, / non è possibile scoprire le meraviglie del Signore. / Quando l’uomo ha finito, allora comincia, / quando si ferma, allora rimane perplesso. / Che cos’è l’uomo? A che cosa può servire? / Qual è il suo bene e qual è il suo male? / Quanto al numero dei giorni dell’uomo, cento anni sono già molti. / Come una goccia d’acqua nel mare e un granello di sabbia, / così questi pochi anni in un giorno dell’eternità. / Per questo il Signore è paziente verso di loro / ed effonde su di loro la sua misericordia. / Vede e sa che la loro sorte è penosa, / perciò abbonda nel perdono. / La misericordia dell’uomo riguarda il suo prossimo, / la misericordia del Signore ogni essere vivente.           


SALMO
Sal 135 (136)

             ®  Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.

Rendete grazie al Dio degli dèi,
perché il suo amore è per sempre.
Rendete grazie al Signore dei signori,
perché il suo amore è per sempre.
Lui solo ha compiuto grandi meraviglie,
perché il suo amore è per sempre. ®

Ha creato i cieli con sapienza,
perché il suo amore è per sempre.
Ha disteso la terra sulle acque,
perché il suo amore è per sempre.
Ha fatto le grandi luci:
perché il suo amore è per sempre. ®

Il sole, per governare il giorno,
perché il suo amore è per sempre.
La luna e le stelle, per governare la notte,
perché il suo amore è per sempre. ®

EPISTOLA
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8, 18-25

Fratelli, ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria futura che sarà rivelata in noi. L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Nella speranza infatti siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza.           
            

VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Matteo 6, 25-33

In quel tempo. Il Signore Gesù ammaestrava le folle dicendo: «Io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta».


MESSA VIGILARE:


VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Luca 24, 1-8

Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”». Ed esse si ricordarono delle sue parole.
             Cristo Signore è risorto!
             ®  Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della Messa nel giorno della Domenica:
Sir 18,1-12; Sal 135; Rm 8,18-25; Mt 6,25-33

domenica 26 maggio 2013

La parola del papa: l'angelus del 26 maggio


PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Solennità della Santissima Trinità
Domenica, 26 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle!
Buongiorno! Questa mattina ho fatto la mia prima visita in una parrocchia della diocesi di Roma. Ringrazio il Signore e vi chiedo di pregare per il mio servizio pastorale a questa Chiesa di Roma, che ha la missione di presiedere alla carità universale.
Oggi è la Domenica della Santissima Trinità. La luce del tempo pasquale e della Pentecoste rinnova ogni anno in noi la gioia e lo stupore della fede: riconosciamo che Dio non è qualcosa di vago, il nostro Dio non è un Dio “spray”, è concreto, non è un astratto, ma ha un nome: «Dio è amore». Non è un amore sentimentale, emotivo, ma l’amore del Padre che è all’origine di ogni vita, l’amore del Figlio che muore sulla croce e risorge, l’amore dello Spirito che rinnova l’uomo e il mondo. Pensare che Dio è amore ci fa tanto bene, perché ci insegna ad amare, a donarci agli altri come Gesù si è donato a noi, e cammina con noi. Gesù cammina con noi nella strada della vita.
La Santissima Trinità non è il prodotto di ragionamenti umani; è il volto con cui Dio stesso si è rivelato, non dall’alto di una cattedra, ma camminando con l’umanità. E’ proprio Gesù che ci ha rivelato il Padre e che ci ha promesso lo Spirito Santo. Dio ha camminato con il suo popolo nella storia del popolo d’Israele e Gesù ha camminato sempre con noi e ci ha promesso lo Spirito Santo che è fuoco, che ci insegna tutto quello che noi non sappiamo, che dentro di noi ci guida, ci dà delle buone idee e delle buone ispirazioni.
Oggi lodiamo Dio non per un particolare mistero, ma per Lui stesso, «per la sua gloria immensa», come dice l’inno liturgico. Lo lodiamo e lo ringraziamo perché è Amore, e perché ci chiama ad entrare nell’abbraccio della sua comunione, che è la vita eterna.
Affidiamo la nostra lode alle mani della Vergine Maria. Lei, la più umile tra le creature, grazie a Cristo è già arrivata alla meta del pellegrinaggio terreno: è già nella gloria della Trinità. Per questo Maria nostra Madre, la Madonna, risplende per noi come segno di sicura speranza. E’ la Madre della speranza; nel nostro cammino, nella nostra strada, Lei è la Madre della speranza. E’ la Madre anche che ci consola, la Madre della consolazione e la Madre che ci accompagna nel cammino. Adesso preghiamo la Madonna tutti insieme, a nostra Madre che ci accompagna nel cammino.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
 ieri, a Palermo, è stato proclamato Beato Don Giuseppe Puglisi, sacerdote e martire, ucciso dalla mafia nel 1993. Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo li sottraeva alla malavita, e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà, però, è lui che ha vinto, con Cristo Risorto. Io penso a tanti dolori di uomini e donne, anche di bambini, che sono sfruttati da tante mafie, che li sfruttano facendo fare loro un lavoro che li rende schiavi, con la prostituzione, con tante pressioni sociali. Dietro a questi sfruttamenti, dietro a queste schiavitù, ci sono mafie. Preghiamo il Signore perché converta il cuore di queste persone. Non possono fare questo! Non possono fare di noi, fratelli, schiavi! Dobbiamo pregare il Signore! Preghiamo perché questi mafiosi e queste mafiose si convertano a Dio e lodiamo Dio per la luminosa testimonianza di don Giuseppe Puglisi, e facciamo tesoro del suo esempio!
 Saluto con affetto tutti i pellegrini presenti, le famiglie, i gruppi parrocchiali venuti da Italia, Spagna, Francia e da tanti altri Paesi. Saluto in particolare l’Associazione Nazionale San Paolo degli Oratori e dei Circoli Giovanili, nata 50 anni fa al servizio dei giovani. Cari amici, San Filippo Neri, che oggi ricordiamo, e il Beato Giuseppe Puglisi sostengano il vostro impegno. Saluto il gruppo di cattolici cinesi qui presenti, che si sono riuniti a Roma per pregare per la Chiesa in Cina, invocando l’intercessione di Maria Ausiliatrice.
 Rivolgo un pensiero a quanti promuovono la “Giornata del Sollievo”, in favore dei malati che vivono il tratto finale del loro cammino terreno; come pure l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Grazie per il vostro impegno! Saluto l’Associazione Nazionale Arma di Cavalleria, e i fedeli di Fiumicello, presso Padova.
Buona domenica a tutti e buon pranzo!


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mercoledì 22 maggio 2013

L'udienza generale del 22 maggio


PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 22 maggio 2013
[Video]  

    
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
Nel Credo, subito dopo aver professato la fede nello Spirito Santo, diciamo: «Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica». C’è un profondo legame tra queste due realtà di fede: è lo Spirito Santo, infatti, che dà vita alla Chiesa, guida i suoi passi. Senza la presenza e l’azione incessante dello Spirito Santo, la Chiesa non potrebbe vivere e non potrebbe realizzare il compito che Gesù risorto le ha affidato di andare e fare discepoli tutti i popoli (cfr Mt 28,18). Evangelizzare è la missione della Chiesa, non solo di alcuni, ma la mia, la tua, la nostra missione. L’Apostolo Paolo esclamava: «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1Cor 9,16). Ognuno deve essere evangelizzatore, soprattutto con la vita! Paolo VI sottolineava che «evangelizzare… è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare» (Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 14).
Chi è il vero motore dell’evangelizzazione nella nostra vita e nella Chiesa? Paolo VI scriveva con chiarezza: «È lui, lo Spirito Santo che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore che si lasci possedere e condurre da Lui, che gli suggerisce le parole che da solo non saprebbe trovare, predisponendo nello stesso tempo l’animo di chi ascolta perché sia aperto ad accogliere la Buona Novella e il Regno annunziato» (ibid., 75). Per evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all'orizzonte dello Spirito di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi. Affidiamoci a Lui! Lui ci renderà capaci di vivere e testimoniare la nostra fede, e illuminerà il cuore di chi incontriamo. Questa è stata l’esperienza di Pentecoste: agli Apostoli, riuniti con Maria nel Cenacolo, «apparvero lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,3-4). Lo Spirito Santo, scendendo sugli Apostoli, li fa uscire dalla stanza in cui erano chiusi per timore, li fa uscire da se stessi, e li trasforma in annunciatori e testimoni delle «grandi opere di Dio» (v. 11). E questa trasformazione operata dallo Spirito Santo si riflette sulla folla accorsa sul luogo e proveniente «da ogni nazione che è sotto il cielo» (v. 5), perché ciascuno ascolta le parole degli Apostoli come se fossero pronunciate nella propria lingua (v. 6).
Qui c’è un primo effetto importante dell’azione dello Spirito Santo che guida e anima l’annuncio del Vangelo: l’unità, la comunione. A Babele, secondo il racconto biblico, era iniziata la dispersione dei popoli e la confusione delle lingue, frutto del gesto di superbia e di orgoglio dell’uomo che voleva costruire, con le sole proprie forze, senza Dio, «una città e una torre la cui cima tocchi il cielo» (Gen11,4). A Pentecoste queste divisioni sono superate. Non c’è più l’orgoglio verso Dio, né la chiusura degli uni verso gli altri, ma c’è l’apertura a Dio, c’è l’uscire per annunciare la sua Parola: una lingua nuova, quella dell’amore che lo Spirito Santo riversa nei cuori (cfr Rm 5,5); una lingua che tutti possono comprendere e che, accolta, può essere espressa in ogni esistenza e in ogni cultura. La lingua dello Spirito, la lingua del Vangelo è la lingua della comunione, che invita a superare chiusure e indifferenza, divisioni e contrapposizioni. Dovremmo chiederci tutti: come mi lascio guidare dallo Spirito Santo in modo che la mia vita e la mia testimonianza di fede sia di unità e di comunione? Porto la parola di riconciliazione e di amore che è il Vangelo negli ambienti in cui vivo? A volte sembra che si ripeta oggi quello che è accaduto a Babele: divisioni, incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo. Io che cosa faccio con la mia vita? Faccio unità attorno a me? O divido, con le chiacchiere, le critiche, le invidie? Che cosa faccio? Pensiamo a questo.  Portare il Vangelo è annunciare e vivere noi per primi la riconciliazione, il perdono, la pace, l’unità e l’amore che lo Spirito Santo ci dona. Ricordiamo le parole di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,34-35).
Un secondo elemento: il giorno di Pentecoste, Pietro, colmo di Spirito Santo, si alza in piedi «con gli undici» e «a voce alta» (At 2,14) e «con franchezza» (v. 29) annuncia la buona notizia di Gesù, che ha dato la sua vita per la nostra salvezza e che Dio ha risuscitato dai morti. Ecco un altro effetto dell’azione dello Spirito Santo: il coraggio, di annunciare la novità del Vangelo di Gesù a tutti, con franchezza (parresia), a voce alta, in ogni tempo e in ogni luogo. E questo avviene anche oggi per la Chiesa e per ognuno di noi: dal fuoco della Pentecoste, dall’azione dello Spirito Santo, si sprigionano sempre nuove energie di missione, nuove vie in cui annunciare il messaggio di salvezza, nuovo coraggio per evangelizzare. Non chiudiamoci mai a questa azione! Viviamo con umiltà e coraggio il Vangelo! Testimoniamo la novità, la speranza, la gioia che il Signore porta nella vita. Sentiamo in noi «la dolce e confortante gioia di evangelizzare» (Paolo VI, Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 80). Perché evangelizzare, annunciare Gesù, ci dà gioia; invece, l'egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù; evangelizzare ci porta su.
Accenno solamente ad un terzo elemento, che però è particolarmente importante: una nuova evangelizzazione, una Chiesa che evangelizza deve partire sempre dalla preghiera, dal chiedere, come gli Apostoli nel Cenacolo, il fuoco dello Spirito Santo. Solo il rapporto fedele e intenso con Dio permette di uscire dalle proprie chiusure e annunciare con parresia il Vangelo. Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima, e non è animato dallo Spirito.
Cari amici, come ha affermato Benedetto XVI, oggi la Chiesa «sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta; e così, con nuovo entusiasmo, siamo in cammino e ringraziamo il Signore» (Parole all’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 27 ottobre 2012). Rinnoviamo ogni giorno la fiducia nell’azione dello Spirito Santo, la fiducia che Lui agisce in noi, Lui è dentro di noi, ci dà il fervore apostolico, ci dà la pace, ci dà la gioia. Lasciamoci guidare da Lui, siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nel nostro mondo strumenti dell’unità e della comunione con Dio. Grazie.

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les fidèles venus de diverses paroisses de France ainsi que les nombreux jeunes présents. Chers amis, le Saint Esprit fait de nous des évangélisateurs courageux, habités du désir de porter la bonne nouvelle de l’Evangile à tous nos frères ; et il nous en rend capables. Priez-le sans relâche et laissez-vous guider par lui, sans avoir peur du chemin sur lequel il vous conduit. Ayez confiance, et soyez assurés de sa présence: c’est lui qui ouvre les cœurs à l’amour de Dieu et des frères.
Dear Brothers and Sisters, I invite all of you to pray with me for the victims, especially the children, of the disaster in Oklahoma. May the Lord himself console everyone, in particular parents who have lost a child in such a tragic way. I offer a cordial welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Ireland, India, Canada and the United States. My special greeting goes to the pilgrims from the Archdiocese of Hartford and the Alumni Association of the Catholic University of America. In these days when the Church celebrates the descent of the Holy Spirit at Pentecost, I invoke upon you and your families his gifts of wisdom and peace. God bless you all!
Ein herzliches Willkommen sage ich allen Brüdern und Schwestern deutscher Sprache. Der Heilige Geist ist in der Kirche am Werk; in ihm führt sie Christi Heilswerk heute fort. Tag für Tag wollen wir uns unser Vertrauen in sein Wirken erneuern. Lassen wir uns vom Heiligen Geist leiten, seien wir Männer und Frauen des Gebets, die mutig das Evangelium verkünden. So werden wir in unserer Welt zu Werkzeugen der Einheit und der Gemeinschaft mit Gott. Von Herzen segne ich euch alle.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los venidos de España, Argentina, Chile, Ecuador, Guatemala, México, Perú y otros países latinoamericanos. Que todos nos dejemos guiar por el Espíritu Santo, para ser verdaderos discípulos y misioneros de Cristo en la Iglesia. Muchas gracias.
Com íntimo afecto saúdo os grupos de fiéis vindos da diocese de Benguela (Angola), de Brasília e Carcavelos e todos os demais peregrinos de língua portuguesa, recordando a cada um a sua própria missão de ser evangelizador. O Espírito Santo tornar-vos-á capazes de viver e testemunhar a vossa fé e iluminará o coração das pessoas que encontrardes. Deixai-vos guiar por Ele, sem medo daquilo que vos peça ou aonde vos mande. O Senhor vos abençoe, para serdes em toda a parte farol de luz do Evangelho para todos. Nossa Senhora acompanhe e proteja a vós todos e aos vossos entes queridos. Força!
كلمات الأب الأقدس للأشخاص الناطقين باللغة العربية:
الأخوات والإخوة الأحباء الناطقون باللغة العربية، فلنسأل أنفسنا: كيف أترك نفسي لقيادة الروح القدس؟ وهل أحمل كلمة مصالحة ومحبة في الأماكن التي أعيش فيها؟ إن حمل الإنجيل للآخرين يعني أن نعيش، نحن أولا، المصالحة والمغفرة والسلاموالتواضع والمحبة، ثم نبشر بهم بشجاعة وبصراحة جهورة، وفي كل وقت وبأي مكان. لا تغلقوا قلوبكم أبدا أمام عمل الروح القدس! عبشوا الإنجيل بتواضع وبشجاعة وبفرح! وكونوا رجال ونساء صلاة، لتكونوا في عالمنا أدوات للوحدة وللشركة مع الله. وأمنح لكم جميعا البركة الرسولية!
Serdecznie witam polskich pielgrzymów. Ze szczególną miłością pozdrawiam dzieci z duszpasterstwa Polaków w Rzymie, które niedawno przystąpiły do pierwszej Komunii św., ich rodziców i katechetów. Tym pozdrowieniem obejmuję wszystkie dzieci, które w tym roku po raz pierwszy przyjmują Chrystusa do swoich serc i modlę się, aby zawsze napełniała je Boża radość, pokój i miłość, i by z pomocą swoich najbliższych zachowały na całe życie swoją dziecięcą niewinność i ufność w Panu. Z serca wam błogosławię!
Srdačno pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način mlade vjernike iz zagrebačke nadbiskupije zajedno s njihovim nadbiskupom, uzoritim gospodinom kardinalom Josipom Bozanićem! Dragi mladi prijatelji, susret sa živim Gospodinom u sakramentima neka ražari vaša srca kako biste oduševljeno svjedočili svoju vjeru i ljubili bližnje. Hvaljen Isus i Marija!
[Di cuore saluto e benedico tutti i pellegrini croati, in modo particolare i giovani dell’Arcidiocesi di Zagreb insieme con il loro Pastore, l’Eminentissimo Signor Cardinale Josip Bozanić. Cari amici, l’incontro con il Signore vivo nei sacramenti, riscaldi i vostri cuori affinché con entusiasmo possiate testimoniare la vostra fede e amare il vostro prossimo. Siano lodati Gesù e Maria!]

Appello
Venerdì, 24 maggio, è il giorno dedicato alla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, venerata con grande devozione nel Santuario di Sheshan a Shanghai.
Invito tutti i cattolici nel mondo a unirsi in preghiera con i fratelli e le sorelle che sono in Cina, per implorare da Dio la grazia di annunciare con umiltà e con gioia Cristo morto e risorto, di essere fedeli alla sua Chiesa e al Successore di Pietro e di vivere la quotidianità nel servizio al loro Paese e ai loro concittadini in modo coerente con la fede che professano.
Facendo nostre alcune parole della preghiera alla Madonna di Sheshan, vorrei insieme con voi invocare Maria così: “Nostra Signora di Sheshan, sostieni l’impegno di quanti in Cina, tra le quotidiane fatiche, continuano a credere, a sperare, ad amare, affinché mai temano di parlare di Gesù al mondo e del mondo a Gesù”.
Maria, Vergine fedele, sostenga i cattolici cinesi, renda i loro non facili impegni sempre più preziosi agli occhi del Signore, e faccia crescere l’affetto e la partecipazione della Chiesa che è in Cina al cammino della Chiesa universale.
* * *
Rivolgo il mio benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto la Congregazione della Sacra Famiglia e le Suore Figlie di Gesù che celebrano il loro Capitolo Generale; i fedeli dell’Eparchia di Lungro, con il Vescovo Mons. Olivero, convenuti alla Tomba di Pietro in occasione dell’Anno della fede; i ragazzi del Movimento dei Focolari riuniti nel Congresso Internazionale “Gen 3”, che spinti dal motto “Un cuore in azione” hanno seguito quest’anno la pratica delle opere di misericordia. Saluto i sacerdoti, le religiose, i seminaristi, i gruppi parrocchiali e le numerose scolaresche. Tutti incoraggio ad ascolta
re nella coscienza la voce dello Spirito Santo e a renderla operativa nella vita col bene e con la carità, per essere autentici discepoli di Gesù!
Infine, un pensiero affettuoso ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La Vergine Maria, cari giovani, sia maestra di tenerezza e di amore; sostenga voi, cari ammalati, specialmente i thalassemici italiani di Roma, nei momenti più duri della solitudine e della sofferenza; e sia di esempio per voi, cari sposi novelli, per vivere nell’unità e nell’armonia il vostro rapporto coniugale.
 
© Copyright 2013 - Libreria Editrice Vaticana

martedì 21 maggio 2013

Letture della S.Messa del 26 maggio

RITO ROMANO (SANTISSIMA TRINITA'):


Prima lettura
Pr 8,22-31
 
Dal libro dei Proverbi
Così parla la Sapienza di Dio:
«Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività,
prima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata,
fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata,
quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti,
prima delle colline, io fui generata,
quando ancora non aveva fatto la terra e i campi
né le prime zolle del mondo.
Quando egli fissava i cieli, io ero là;
quando tracciava un cerchio sull’abisso,
quando condensava le nubi in alto,
quando fissava le sorgenti dell’abisso,
quando stabiliva al mare i suoi limiti,
così che le acque non ne oltrepassassero i confini,
quando disponeva le fondamenta della terra,
io ero con lui come artefice
ed ero la sua delizia ogni giorno:
giocavo davanti a lui in ogni istante,
giocavo sul globo terrestre,
ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo».


Salmo responsoriale
Sal 8

  R.: O Signore, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!

Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell’uomo, perché te ne curi?

Davvero l’hai fatto poco meno di un dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.

Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
ogni essere che percorre le vie dei mari.


Seconda lettura
Rm 5,1-5
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
E non solo: ci vantiamo anche nelle tribolazioni, sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.


Vangelo
Gv 16,12-15
 

Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».


RITO AMBROSIANO (SANTISSIMA TRINITA' - I domenica dopo Pentecoste):


LETTURA
Lettura del libro della Genesi 18, 1-10a

In quei giorni. Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po’ d’acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l’albero. Andrò a prendere un boccone di pane e ristoratevi; dopo potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa’ pure come hai detto».
Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: «Presto, tre sea di fior di farina, impastala e fanne focacce». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese panna e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l’albero, quelli mangiarono.
Poi gli dissero: «Dov’è Sara, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda». Riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara, tua moglie, avrà un figlio».


SALMO
Sal 104 (105)

           ®  Il Signore è fedele alla sua parola.

Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto. ®

È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco. ®

Ha fatto uscire il suo popolo con esultanza,
i suoi eletti con canti di gioia.
Ha dato loro le terre delle nazioni
e hanno ereditato il frutto della fatica dei popoli,
perché osservassero i suoi decreti
e custodissero le sue leggi. ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 2-6

Fratelli, voi sapete che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.          


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 21-26

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».        


MESSA VIGILARE:


VANGELO DELLA RISURREZIONE
Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Marco 16, 9-16

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, il Signore Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro.
Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato».
             Cristo Signore è risorto!
             ® Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della messa nel giorno della Domenica:
Gen 18,1-10a; Sal 104; 1Cor 12,2-6; Gv 14,21-26