giovedì 31 maggio 2012

Incontro mondiale delle famiglie: l'inno


"Il VII Incontro Mondiale delle Famiglie ha un inno ufficiale. Si intitola La tua famiglia ti rende grazie: una melodia solenne, intensa e commovente sostiene un testo profondo, ma facile da cantare e da memorizzare, che celebra la famiglia e la Santissima Trinità.
L’inno liturgico è stato scritto e musicato da don Claudio Burgio, Maestro Direttore della Cappella Musicale del Duomo di Milano.
Registrato dal Coro Cara Beltà e dall’Orchestra dell’Accademia Musica Sacra, diretti dal Maestro Diego Montrone, l’inno scandirà i giorni dell’evento, a partire dal Congresso Teologico Pastorale fino alla Santa Messa di domenica 3 giugno celebrata da Papa Benedetto XVI, e verrà cantato, a 4 voci, da tutti i Cori che parteciperanno alla “Festa delle Testimonianze” e alla Messa. DallaCappella Musicale del Duomo, al Coro La Verdi, dalla corale della Basilica di San Vittore di Varese ai Cantori Gregoriani di Cremona si conta che all’Aeroporto di Bresso si esibiranno oltre 1400 coristi comprese le voci delle parrocchie e dei decanati della Diocesi di Milano. Le voci saranno accompagnate dall’Orchestra La Verdi.
Il testo dell’inno, rivisto e approvato dal Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola e dal Cardinale Ennio Antonelli, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, celebra la Trinità, anche in occasione della Festa della SS. Trinità che ricorre proprio il 3 giugno prossimo. L’immagine della Trinità è espressione della famiglia intesa come soggetto di comunione e di rapporti tra padre e figlio.
Protagonista della prima strofa è il Padre: “Noi Ti preghiamo Padre dell’uomo per ogni famiglia che tu doni a noi. Noi contempliamo la Tua bellezza in ogni padre e in ogni madre”. Nel ritornello esplodono la festa e la gratitudine nei confronti del Signore: “La Tua famiglia Ti rende grazie per tutti i doni che tu le dai. Festa e lavoro, gioia e fatica, sei nostra vita Signore Gesù”. La seconda strofa ci parla del Figlio, mentre lo Spirito santo viene celebrato nella terza parte del canto. Nell’inno trova spazio anche il tema della famiglia nella prova mentre l’ultima strofa è dominata dalla famiglia in senso escatologico: l’immagine umana della famiglia viene proiettata verso il Regno di Dio"

(fonte family2012.com)
Per tutti coloro che volessero scaricare l'inno vi invitiamo a cliccare qui (Mp3 9,3 MB).
Per scoprire invece in anteprima gli altri canti che verranno usati durante la S.Messa vi invitiamo ad andare a questa pagina, mentre su quest'ultima pagina sono scaricabili alcuni contenuti ufficiali dal sito dell'incontro, tra cui la catechesi e alcune preghiere per prepararsi all'evento

mercoledì 30 maggio 2012

Incontro mondiale delle famiglie: come seguirlo

"Sono 1500 i giornalisti che si sono accreditati per seguire il VII Incontro mondiale delle famiglie, dal 30 maggio al 3 giugno, che culminerà con il viaggio apostolico di Papa Benedetto XVI a Milano.
Per seguire l'evento si sono mobilitate agenzie di stampa, quotidiani, periodici, radio, televisioni e siti internet in tutto il mondo.
A Milano arriveranno giornalisti dall’Europa: Inghilterra, Francia, Belgio, Germania, Svizzera, Norvegia, Spagna, Portogallo, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca. Dall’America: Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Messico, Repubblica Dominicana. Dall’Asia: Indonesia e Filippine. Ma anche dalla Russia, dal Sudafrica e dall'Algeria.
Oltre 40 le tv collegate da tutto il mondo per trasmettere in diretta la visita del Santo Padre a Milano"
(fonte family 2012).

Per poter seguire al meglio tutti gli eventi vi invitiamo a cliccare qui per visionare il programma completo.
Per tutti coloro che non abitassero in Lombardia da questa pagina potrete ascoltare in diretta lo streaming di Radio Marconi, mentre su questa è possibile ascoltare quello di Radio Mater

martedì 29 maggio 2012

Incontro mondiale delle famiglie: Come arrivare

Iniziano oggi ad arrivare i primi pellegrini a Milano e magari nei prossimi giorni ci sarete anche voi. Ecco quindi come giungere al parco di Bresso, che ospiterà l'incontro con il Santo Padre. Volendo si può anche scaricare a questa pagina la mappa ufficiale di ATM con tutte le indicazioni (attenzione, nella mappa è segnalata anche la M5 che risulta invece ancora chiusa in quanto non ha ottenuto le autorizzazioni necessarie per l'apertura anticipata, come annunciato da vari quotidiani, milanesi e non. Si legga ad esempio questo articolo):

"4 stazioni ferroviarie, 4 fermate della metropolitana, 3000 corse aggiuntive al giorno sulle linee di superficie, 9 bici parking. Tutti dal Papa, partecipare all'incontro è facile!
Un piano di comunicazione integrato tra gli enti e le aziende di trasporto milanese rivolto ai pellegrini e ai cittadini. Ed una comunicazione specifica per chi intende partecipare agli eventi con il Papa che si svolgeranno nell’area di Milano Parco Nord - aeroporto di Bresso, la Festa delle Testimonianze, sabato 2 giugno, e soprattutto la Santa Messa di domenica 3 giugno.


Il sito ufficiale dell’evento, www.family2012.com, continuerà a svolgere fino a pochi giorni prima dell’evento la sua funzione di porta di accesso al VII Incontro mondiale delle famiglie, puntando ai siti delle istituzioni e delle società di trasporto per le informazioni on-line su orari, tratte, biglietti di viaggio, itinerari consigliati. Accanto ai nuovi mezzi di comunicazione, tuttavia, si useranno ancora i sistemi tradizionali. Le parrocchie riceveranno una lettera nella quale sarà indicato il mezzo pubblico che si potrà utilizzare (treno, autobus, tram, metropolitana). Ma non solo: nel testo sarà anche specificato l’orario e descritto il percorso che i fedeli dovranno seguire per raggiungere l’area degli eventi. Le lettere saranno personalizzate, perché a ogni parrocchia sarà abbinato un mezzo di trasporto e un orario specifici. In questo modo i pellegrini saranno accompagnati passo dopo passo per raggiungere i luoghi della Festa e della Messa nel modo più veloce e semplice possibile.
L’area Parco Nord - aeroporto di Bresso è situata alle porte della città, in una zona densamente popolata, ma anche per questo ben collegata. La si può dunque raggiungere in diversi modi.
In treno: 

s
ono 2 le stazioni ferroviarie che garantiscono la migliore accessibilità al sito: Sesto San Giovanni da rete FS e Cormano da rete FN; nei pressi dell'area si trovano inoltre le stazioni di Cusano, Affori FN e Greco Pirelli FS. In particolare per chi viene da fuori città, il treno è il mezzo più comodo per raggiungere il cuore del VII Incontro mondiale delle famiglie. Nel piano di accessibilità definito sotto la regia del Prefetto, nelle giornate di sabato 2 e domenica 3 giugno è previsto un potenziamento dell’orario sulle 10 linee suburbane e le quattro linee regionali direttamente interessate (per Asso, per Bergamo via Carnate, per Lecco via Molteno e Sondrio).
Per agevolare gli spostamenti con il treno, Trenord ha previsto sconti e facilitazioni. Con un biglietto speciale al costo di 5 euro valido per entrambe le giornate di sabato 2 e domenica 3 giugno sarà possibile circolare su tutta la rete regionale di Trenord (bambini e ragazzi sotto i 14 anni viaggiano gratuitamente). Tutte le famiglie inoltre potranno viaggiare acquistando 2 biglietti da 5 euro. Anche le comitive di almeno 10 persone potranno usufruire di uno speciale sconto del 30% acquistando il biglietto on line. I biglietti speciali «Family 2012» saranno in vendita a partire da domani
(sono già in vendita NDR) nelle biglietterie ferroviarie Trenord, emettitrici automatiche di biglietti situate nelle stazioni Trenord e sul sito www.trenord.it (attenzione: è consigliabile acquistare i biglietti speciali Trenord prima del 2 giugno).Trenord fornirà informazioni sul sito internet www.trenord.it consultabile anche nella versione mobile attraverso smartphone e tablet. 
In metropolitana: 
sono quattro le le stazioni a servizio dell’area (M1 Sesto Marelli, M1 Sesto Rondò, M1 Sesto 1° Maggio, M3 Affori). Nei giorni del 2 e 3 giugno Atm potenzierà la propria offerta estendendo l’orario del servizio e intensificandone le frequenze. Le linee M1 e M3 rimarranno aperte, con i relativi parcheggi di corrispondenza, per tutta la notte tra il 2 e il 3 giugno, mentre la M2 avrà un’apertura anticipata alle ore 5 del 3 giugno. Per consentire un’ottimizzazione dei flussi dei fedeli, si consiglia a chi proviene da Milano di utilizzare le linee di superficie, che offriranno oltre 3.000 corse aggiuntive per ogni giornata. Sarà disponibile un biglietto speciale a tariffa agevolata.
In tram e autobus: 
i mezzi di superficie sono i più indicati per chi abita a Milano. Saranno dunque anche quelli consigliati per lasciare la metropolitana a disposizione dei pellegrini che vengono da fuori. Sono decine le linee che servono l’area. Tutte saranno implementate. I bus di linea offriranno anche un servizio all’intero dell’area interdetta al traffico per le persone che non possono percorrere a piedi il tragitto verso il pratone dove si radunerà la folla.
Con i pullman granturismo: 
sarà il mezzo di trasporto adottato soprattutto dai gruppi che provengono dalle altre diocesi d’Italia. I pullman in arrivo dalle principali direttrici verranno indirizzati verso le quattro aree di scarico, in corrispondenza delle stazioni della metropolitana (vedi mappa in questa pagina). Lì lasceranno i pellegrini che raggiungeranno, con la metropolitana, l’area di Bresso. E sempre in corrispondenza di tali aree riprenderanno i gruppi dei pellegrini al termine delle cerimonie. Le quattro aree individuate sono le seguenti: San Donato (corrispondenza con linea metropolitana 3), Bisceglie, Molino Dorino, Sesto San Giovanni (corrispondenza con linea metropoliana 1).
In auto: 
il consiglio è quello di parcheggiare l’automobile nei parcheggi di corrispondenza Atm che saranno aperti tutta la notte. Inoltre il servizio Isoradio, sulle frequenze 103.3 fornirà, a partire dalla mattinata di sabato 2 giugno, aggiornamenti sulla viabilità in tempo reale.
In bicicletta: 
per chi abita nei quartieri di Niguarda, Affori, Greco e nei comuni di Sesto San Giovanni, Bresso, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Nova Milanese la bicicletta è senza dubbio il mezzo più agevole ed ecologico. Per questa ragione sono stati previsti 9 bici-parking proprio in corrispondenza degli ingressi principali all’area.
In camper: 
per chi ha pensato di venire dal Papa portandosi dietro la casa sono a disposizione tre aree attrezzate a poca distanza dall’aeroporto di Bresso: a Nova Milanese (via Oberdan/Caravaggio, prenotazioni novacamper.family2012@gmail.com ), a Cologno Monzese (in prossimità del parcheggio della fermata della metropolitana M2 20/30 posti, protezionecivile@comune.colognomonzese.mi.it), a Paderno Dugnano (area mercato, 80/100 posti giocofesta@gmail.com o produzione@cavallerogomma.it). La sosta è gratuita in tutti e tre i casi. Da ognuna delle aree si raggiunge l’aeroporto di Bresso, in metro, in bici o a piedi."

(fonte family2012.com)

lunedì 28 maggio 2012

Incontro mondiale delle famiglie sul nostro sito

Avviso i nostri amici che per questa settimana sospenderemo le nostre "consuete rubriche" per poter seguire il VII incontro mondiale delle famiglie che si svolgerà da domani a Milano (qui il programma completo).
Vorremmo potere anche pubblicare le vostre immagini e le vostre testimonianze, vi invitiamo quindi a scriverci giorno per giorno o alla fine dell'evento all'indirizzo mail andrea@riowyd2013.com o come commento a questo o ai prossimi articoli...

domenica 27 maggio 2012

La parola del Papa: Il Regina Caeli del 27 maggio


BENEDETTO XVI
REGINA CÆLI
Piazza San Pietro
Domenica, 27 maggio 2012


Cari fratelli e sorelle!
Celebriamo oggi la grande festa di Pentecoste, che porta a compimento il Tempo di Pasqua, cinquanta giorni dopo la Domenica della Risurrezione. Questa solennità ci fa ricordare e rivivere l’effusione dello Spirito Santo sugli Apostoli e gli altri discepoli, riuniti in preghiera con la Vergine Maria nel Cenacolo (cfr At 2,1-11). Gesù, risorto e asceso al cielo, invia alla Chiesa il suo Spirito, affinché ogni cristiano possa partecipare alla sua stessa vita divina e diventare suo valido testimone nel mondo. Lo Spirito Santo, irrompendo nella storia, ne sconfigge l’aridità, apre i cuori alla speranza, stimola e favorisce in noi la maturazione interiore nel rapporto con Dio e con il prossimo.
Lo Spirito, che «ha parlato per mezzo dei profeti», con i doni della sapienza e della scienza continua ad ispirare donne e uomini che si impegnano nella ricerca della verità, proponendo vie originali di conoscenza e di approfondimento del mistero di Dio, dell’uomo e del mondo. In questo contesto, sono lieto di annunciare che il prossimo 7 ottobre, all’inizio dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, proclamerò san Giovanni d’Avila e santa Ildegarda di Bingen Dottori della Chiesa universale. Questi due grandi testimoni della fede vissero in periodi storici e ambienti culturali assai diversi. Ildegarda fu monaca benedettina nel cuore del Medioevo tedesco, autentica maestra di teologia e profonda studiosa delle scienze naturali e della musica. Giovanni, sacerdote diocesano negli anni del rinascimento spagnolo, partecipò al travaglio del rinnovamento culturale e religioso della Chiesa e della compagine sociale agli albori della modernità. Ma la santità della vita e la profondità della dottrina li rendono perennemente attuali: la grazia dello Spirito Santo, infatti, li proiettò in quell’esperienza di penetrante comprensione della rivelazione divina e di intelligente dialogo con il mondo che costituiscono l’orizzonte permanente della vita e dell’azione della Chiesa.
Soprattutto alla luce del progetto di una nuova evangelizzazione, alla quale sarà dedicata la menzionata Assemblea del Sinodo dei Vescovi, e alla vigilia dell’Anno della Fede, queste due figure di Santi e Dottori appaiono di rilevante importanza e attualità. Anche ai nostri giorni, attraverso il loro insegnamento, lo Spirito del Signore risorto continua a far risuonare la sua voce e ad illuminare il cammino che conduce a quella Verità che sola può renderci liberi e dare senso pieno alla nostra vita.
Pregando ora insieme il Regina Caeli, invochiamo l’intercessione della Vergine Maria affinché ottenga alla Chiesa di essere potentemente animata dallo Spirito Santo, per testimoniare Cristo con franchezza evangelica e aprirsi sempre più alla pienezza della verità.
* * *
Dopo il Regina Caeli
Cari fratelli e sorelle!
Stamani a Vannes, in Francia, è stata proclamata Beata Mère Saint-Louis, al secolo Louise-Élisabeth Molé, fondatrice delle Suore della Carità di San Luigi, vissuta tra il XVIII e il XIX secolo. Rendiamo grazie a Dio per questa esemplare testimone dell’amore per Dio e per il prossimo.
Ricordo inoltre che venerdì prossimo, 1° giugno, mi recherò a Milano, dove avrà luogo il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Invito tutti a seguire questo evento e a pregare per la sua buona riuscita.
En ce jour de la fête de la Pentecôte, je suis heureux de vous accueillir chers pèlerins francophones. Aujourd’hui, je participe aussi spirituellement à la joie des fidèles du diocèse de Vannes rassemblés pour la célébration de la Béatification de Louise-Élisabeth Molé, Mère Saint-Louis. Fondatrice des Sœurs de la Charité de Saint-Louis, elle nous apprend comment, avec l’aide de l’Esprit-Saint, nous pouvons ouvrir notre cœur avec douceur pour rejoindre les autres dans leur différence, leur fragilité et leur pauvreté. Laissons nous guider nous aussi par l’Esprit pour annoncer au monde les merveilles de Dieu ! Que la Vierge Marie nous aide à être des témoins de l’Esprit de vérité et de liberté ! Bonne fête de la Pentecôte à tous !
I offer a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors present at this Regina Caelion the Solemnity of Pentecost. Next Friday, I will go to Milan to be with families from all over the world celebrating the Seventh World Meeting of Families. I ask you to join me in praying for the success of this important event, and that families may be filled with the Holy Spirit, rediscover the joy of their vocation in the Church and the world, and bear loving witness to the faith.  Upon all of you, I invoke God’s abundant blessings!
Einen frohen Pfingstgruß richte ich an alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Die liturgischen Texte dieses Hochfestes sagen uns, wie der Heilige Geist wirkt: Der Heilige Geist schafft Gemeinschaft und Verständnis unter Menschen verschiedener Herkunft. Er macht die Jünger Jesu zu mutigen Zeugen, die das Erlösungswerk Christi in allen Sprachen verkünden. Er führt in die ganze Wahrheit ein und ist Tröster in Leid und Not. Erbitten wir sein Wirken auch in unseren Tagen, damit das Angesicht der Erde aus dem innersten Geheimnis Gottes heraus erneuert werde. Euch allen wünsche ich ein gesegnetes Pfingstfest!
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. Hoy, día de Pentecostés, la liturgia alaba al Espíritu Santo por haber congregado a su Iglesia en la confesión de una misma fe, infundiéndole el conocimiento de Dios. Pidamos  que el Espíritu de la Verdad, que procede del Padre, nos siga enseñando y dando la fuerza necesaria para ser testigos ante el mundo de Cristo Redentor, y en todo el orbe se ensalce e invoque al tres veces Santo. Feliz domingo.
Srdečně zdravím poutníky z České republiky, kteří v těchto dnech zde v Římě zahajují jubilejní rok svatého Cyrila a Metoděje. Pokoj vám!
[Saluto cordialmente i pellegrini della Repubblica Ceca, che in questi giorni inaugurano qui a Roma l’anno giubilare dei santi Cirillo e Metodio. Pace a voi!]
Lepo pozdravljam romarje iz Grosuplja in drugih krajev Slovenije! Ob današnjem prazniku binkošti se kristjani še posebej obračamo na Svetega Duha. Naj On napolnjuje vaša srca in vodi vaše misli, da se ne boste ravnali po tem svetu, ampak boste deležni sadov Kristusovega vstajenja. Naj bo z vami moj blagoslov!
[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti da Grosuplje e da altri luoghi della Slovenia! In occasione dell’odierna solennità di Pentecoste, noi cristiani ci rivolgiamo con particolare devozione allo Spirito Santo. Sia Lui a riempire i vostri cuori e a guidare le vostre menti, affinché non vi adeguiate alla mentalità di questo secolo, ma siate partecipi dei frutti della Risurrezione di Cristo. Vi accompagni la mia Benedizione!]
Pozdrawiam wszystkich Polaków. Myślą obejmuję pielgrzymów, którzy gromadzą się u stóp Maryi w Piekarach Śląskich. W uroczystość Zesłania Ducha Świętego otwieramy serca i umysły na Jego działanie i prosimy, aby nieustannie rozpalał naszą wiarę, nadzieję i miłość ogniem Bożej łaski. Niech żywe doświadczenie obecności Ducha Parakleta napełnia was pokojem..
[Saluto tutti i polacchi. Con il pensiero abbraccio i pellegrini che si radunano ai piedi di Maria a Piekary Slaskie. Nella solennità della Pentecoste apriamo i nostri cuori e le nostre menti alla Sua azione e chiediamo perché ininterrottamente infochi la nostra fede, la speranza e l’amore con la fiamma della grazia di Dio. La viva esperienza della presenza dello Spirito Paraclito vi colmi di pace.]
Rivolgo infine un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare all’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e alla Fondazione “Gigi Ghirotti”, alle quali esprimo apprezzamento per l’impegno di dare sostegno e speranza a tante persone nella sofferenza. Saluto la Misericordia di Santa Croce sull’Arno e la Federazione Italiana di Tiro con l’Arco. Un saluto speciale va alla rappresentanza della Polizia di Stato, a 160 anni dalla fondazione. A tutti auguro una buona festa, una buona domenica. Buona festa!


© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana

sabato 26 maggio 2012

Pace a voi. Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi

Concludiamo oggi le riflessioni di Don Giuseppe Turani tratte dal volume "Cristo, mia speranza, è risorto" che ci hanno tenuto compagnia durante il periodo quaresimale con alcuni spunti sulla Pentecoste:

Annunciare


Gesù, prima di compiere la sua missione terrena, dona agli apostoli lo Spirito [...]. Lo Spirito permette a ogni uomo di entrare nella salvezza meritata dalla pasqua di Cristo e di ricevere il perdono dei peccati. Il sacramento della riconciliazione è la celebrazione della Pasqua perché la vita nuova ottenuta dal Risorto riprende vigore nel penitente; contemporaneamente si compie la Pentecoste: è lo Spirito che rinnova l'uomo peccatore e lo rende capace di sperimentare la vita del Risorto [...].
Le manifestazioni dello Spirito sono impossibili da descrivere perché incalcolabili e infinite; nessun ostacolo può fermare la sua forza creatrice. Uno dei tanti avvenimenti nei quali si è manifestata in modo evidente l'ispirazione dello Spirito è stata l'indizione da parte di Giovanni XXIII del Concilio Vaticano II, definito come "una nuova primavera". Papa Roncalli, dopo l'elezione, ebbe a dire: "O la Chiesa è una Pentecoste vivente o non è Chiesa" [...]. L'enciclica Pacem in terris rivolta a "tutti gli uomini di buona volontà", ha affermato con forza che la pace si costruisce su quattro pilastri fondamentali: la verità, la giustizia, l'amore e la libertà. In ogni apparizione il Risorto afferma "pace a voi". La pace vera è quella che costruisce relazioni, che va oltre ogni ideologia, che abbatte i muri di separazione, che colma i cuori donando una grande capacità di amare. E' lo Spirito che realizza la pace, con i suoi doni: "amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé". In tal senso dovremmo chiederci: "Fino a che punto ognuno di noi si impegna a realizzare i doni che lo Spirito continua ad infondere?" Solo una Chiesa spinta dallo Spirito è una Chiesa libera, che non ha timore di parlare con chiarezza di fronte a situazioni ambigue come la difesa degli interessi economici, le logiche di distruzione della persona, gli interessi di capitale investito in produzione di armi... Guidata dalla forza dello Spirito, la Chiesa, ieri come oggi, è chiamata a rendere testimonianza della speranza e dell'amore che la animano.

Celebrare


Il saluto di pace apre e chiude la celebrazione dell'Eucarestia e risuona più volte durante tutto il rito. C'è però un momento specifico in cui viene particolarmente evidenziato: lo scambio di pace. Con questo gesto si fa memoria del mistero pasquale: il Risorto, presente nella sua Chiesa, dona pace e unità [...]. La pace che si implora non è quella che gli uomini possono costruire da se stessi; non si tratta di una pace umana, ma di quella donata dal Cristo agli apostoli [...]. La prossimità del rito della pace alla comunione sacramentale spiega perché questa preghiera sia rivolta a Cristo e non al Padre, cui normalmente s'innalza ogni preghiera. E' la pace del Risorto che rende la Chiesa maggiormente capace di vivere nell'unità. Nel rito ambrosiano, invece, lo scambio della pace è collocato prima della presentazione dei doni, per dare rilievo a quanto ha detto Gesù: "Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e li ti ricordi che tuo fratello..."
Dopo aver chiesto e accolto la pace come dono particolare del Risorto, frutto del suo sacrificio sulla croce e segno della ritrovata comunione con Dio e con i fratelli, la pace viene donata, secondo l'invito del presbitero: "Scambiatevi un segno di pace" [...].
E' bene ricordare che la partecipazione all'Eucarestia, specialmente al momento della comunione, non è soltanto un incontro esclusivo e personale con Cristo capo, ma anche con le membra del suo corpo, la Chiesa, presente in modo concreto nell'assemblea locale riunita attorno all'altare [...]. Partecipare all'Eucarestia significa rendersi maggiormente consapevoli di essere fratelli e sorelle nel Signore. Il gesto dona a questo momento maggiore forza espressiva.
La pace accolta domanda di essere comunicata e vissuta nella quotidianità.  "Andate in pace" è il saluto finale e l'impegno per il cammino di ogni giorno: "se possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti"

Testimoniare


Joseph Louis Bernardin nacque nel 1928 nella Carolina del Sud da una famiglia di emigranti italiani. Eletto vescovo ausiliare di Atlanta a soli trentotto anni, fu instancabile tessitore di comunione nella Chiesa nordamericana, spesso divisa al suo interno durante la difficile transizione post-conciliare. Nominato arcivescovo di Cincinnati e più tardi di Chicago, Bernardin guidò la conferenza episcopale statunitense, assumendo posizioni chiare in difesa della pace, senza risparmiare dure critiche alle politiche militari del suo paese. "Quello che vorrei lasciare dietro di me è una semplice preghiera: che ognuno di voi possa trovare ciò che ho trovato io, un dono speciale di Dio per tutti noi: il dono della pace. Quando siamo in pace, troviamo la libertà di essere più pienamente noi stessi, perfino nei tempi peggiori.
Ci distacchiamo da ciò che non è necessario e abbracciamo quello che è essenziale. Ci svuotiamo, affinché Dio possa lavorare in maniera più piena dentro di noi. E diventiamo strumenti del Signore".
Durante il suo episcopato egli iniziò una riflessione sulla necessità di spostare l'attenzione dalla Chiesa come istituzione a Cristo, fino a porre al centro del suo ministero la Parola di Dio. Dopo aver affrontato e superato, senza ricorrere a esenzioni e privilegi, le false accuse di molestie sessuali che gli erano state rivolte da un uomo malato di mente, Bernardin si trovò nel 1995 di fronte alla diagnosi di un male incurabile che lo portò alla morte il 14 novembre 1996. Egli fece degli ultimi due anni di vita un instancabile pellegrinaggio fra i sofferenti della sua diocesi, malati, carcerati ed emarginati di ogni sorte, per annunciare quell'amore per la vita che aveva illuminato tutta la sua esistenza e il suo ministero di pastore: "Come vescovo, diceva, ho cercato di dare forma all'annuncio del valore unico che ha la vita umana, e di ricordare a me e agli altri la nostra comune responsabilità di fronte ad essa. Ora che la mia vita volge lentamente al declino, man mano che il mio destino terreno si fa più chiaro, giorno dopo giorno, non mi sento angosciato, ma piuttosto riconfermato nella mia convinzione riguardo alla meravigliosità della vita umana, dono che sgorga dall'essere stesso di Dio e che è affidato a ciascuno di noi".

Letture della S.Messa del 27 maggio


RITO ROMANO:


PRIMA LETTURA (At 2,1-11)


Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». 

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 103)

Rit: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. 

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. 

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.
SECONDA LETTURA (Gal 5,16-25) 


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

Parola di Dio

SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce. 

Vieni, padre dei poveri, 
vieni, datore dei doni, 
vieni, luce dei cuori. 

Consolatore perfetto, 
ospite dolce dell'anima, 
dolcissimo sollievo. 

Nella fatica, riposo, 
nella calura, riparo, 
nel pianto, conforto. 

O luce beatissima, 
invadi nell'intimo 
il cuore dei tuoi fedeli. 

Senza la tua forza, 
nulla è nell'uomo, 
nulla senza colpa. 

Lava ciò che è sórdido, 
bagna ciò che è árido, 
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido, 
scalda ciò che è gelido, 
drizza ciò che è sviato. 

Dona ai tuoi fedeli, 
che solo in te confidano 
i tuoi santi doni. 

Dona virtù e premio, 
dona morte santa, 
dona gioia eterna.

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia.
Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia.


VANGELO (Gv 15,26-27; 16,12-15) 


Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

Parola del Signore


RITO AMBROSIANO



LETTURA
Lettura degli Atti degli Apostoli 2, 1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, i discepoli si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».            


SALMO
Sal 103 (104)

   ®  Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra.
        oppure
     ®  Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
La terra è piena delle tue creature. ®

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. ®

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. ®


EPISTOLA
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 12, 1-11

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare senza alcun controllo verso gli idoli muti. Perciò io vi dichiaro: nessuno che parli sotto l’azione dello Spirito di Dio può dire: «Gesù è anàtema!»; e nessuno può dire: «Gesù è Signore!», se non sotto l’azione dello Spirito Santo.
Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.                  


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 14, 15-20

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi».      



venerdì 25 maggio 2012

Conosciamo Rio de Janeiro: la geografia antropica


Storicamente e culturalmente la città di Rio de Janeiro è suddivisa in 4 grandi zone: la residenziale Zona Nord, la turistica e ricca Zona Sud, la Zona Ovest e il Centro. Le zone corrispondono a una prima suddivisione del territorio avvenuta sulla base dell'espansione urbanistica. Dall'originale centro storico, che in realtà si trova al limite più orientale della città e si affaccia sulla baia di Guanabara, la città si è espansa verso sud con la nascita dei quartieri più ricchi a ridosso delle rinomate spiagge sull'oceano e delimitati a nord dalla foresta di Tijuca, e verso nord e verso ovest con la nascita di quartieri residenziali e industriali che urbanisticamente si sono ormai espansi oltre i confini municipali.
Il municipio è amministrativamente e politicamente suddiviso in 33 regioni amministrative (Regiões Administrativas) che fanno capo a 6 subprefetture (Subprefeituras).
Geograficamente la città è suddivisa in 160 quartieri (Bairros) che non hanno funzioni amministrative. A questi si aggiungono altri bairros storici che hanno ormai solo una valenza toponomastica. Inoltre il territorio di Rio de Janeiro è suddiviso a scopo urbanistico in 5 aree di sviluppo (Área de Planejamento).
Intorno alla città è sorta una vasta area metropolitana fittamente urbanizzata che costituisce la Regione Metropolitana di Rio de Janeiro che conta oltre 11 milioni di abitanti e che comprende gran parte dei comuni limitrofi alla capitale carioca. Da un punto di vista statistico Rio de Janeiro appartiene alla Microregione di Rio de Janeiro e che a sua volta fa parte della mesoregione denominata Metropolitana di Rio de Janeiro

Centro

Il Centro è la parte storica della città e costituisce il nucleo originario su cui si è sviluppata. Tra i luoghi di interesse si trovano la Chiesa della Candelaria e la Cattedrale in stile moderno, il Teatro municipale e diversi musei. Il Centro rimane il cuore della comunità finanziaria della città. Il "Bonde", un tram giallo, parte da una stazione del centro nei pressi della nuova Cattedrale, attraversa l'ex acquedotto in stile romano - l'"Arcos da Lapa" costruito nel 1750 e converito in un viadotto tramviario nel 1896 - e corre lungo le strade in pendenza del vicino sobborgo di Santa Teresa. Da fine agosto 2011 il "Bonde" non è più in circolazione ed è stato sostituito da un servizio autobus che percorre il tracciato del tram.

Zona Sud

La zona meridionale di Rio de Janeiro è composta da diversi bairros, tra i quali São Conrado, Leblon, Ipanema, Arpoador, Copacabana, Leme, Botafogo e Flamengo, che compongono la famosa linea costiera di Rio.
Il quartiere di Flamengo è caratterizzato dalla perfetta integrazione della viabilità cittadina con il parco. Il grande parco è infatti intersecato dalle strade che portano nelle due direzioni verso il quartiere di Botafogo e poi Copacabana, Ipanema e così via e dall'altra parte verso Catete e Cinelandia.
Il quartiere della spiaggia di Copacabana ostenta una delle più spettacolari feste di Capodanno del mondo, con più di due milioni di festeggianti che si affollano sulla sabbia per guardare i fuochi d'artificio. I fuochi vengono sparati da barche in acqua, per garantire la sicurezza dell'evento.
Oltrepassando Copacabana e Leme, nel quartiere di Urca si trova il Pan di Zucchero (Pão de Açúcar), il cui nome caratterizza la famosa gobba che si erge dal mare. La cima può essere raggiunta con una funivia accessibile dal Colle di Urca (Morro da Urca), e offre una vista seconda solo a quella del Corcovado.
La più alta montagna della città comunque, con 842 metri, è la Pedra da Gávea di São Conrado. Il deltaplano è un'attività popolare su questo picco. Dopo un breve volo di atterra alla Praia do Pepino a São Conrado.
Dal 1961, la Foresta di Tijuca è diventata parco nazionale.

Zona Nord

La zona nord di Rio ospita lo stadio Maracanã, il più grande stadio di calcio del mondo in grado di contenere quasi 200.000 persone. Di recente la capacità è stata ridotta per conformarsi alle moderne regole di sicurezza e con l'introduzione dei soli posti a sedere. Attualmente in via di rinnovamento, finirà per contenere circa 120.000 posti. Il Maracanã è stato la sede delle cerimonie di apertura e chiusura e degli incontri di calcio, per i Giochi Panamericani del 2007.

Zona Ovest

La zona ovest è la regione metropolitana più distante dal centro di Rio de Janeiro. Comprende, tra gli altri, i bairros Barra da Tijuca, Jacarepaguá, Campo Grande, Santa Cruz, Sepetiba e Bangu. Barra da Tijuca è un'area a sviluppo accelerato, che attrae principalmente la parte più ricca della popolazione, mentre i distretti confinanti della zona ovest rivelano nette differenze tra classi sociali. La zona è dotata di aree industriali, ma rimangono ancora delle aree agricole. Oltre ai quartieri di Barra da Tijuca e Jacarepagua, un altro quartiere che ha mostrato una buona crescita economica è quello di Campo Grande. Alcuni degli eventi sportivi dei Giochi panamericani del 2007 si sono svolti nel Centro Sportivo Miécimo da Silva, soprannominato Ginnasio "Algodão", e altri nello Stadio Ítalo del Cima, a Campo Grande.




giovedì 24 maggio 2012

mercoledì 23 maggio 2012

Le parole del Papa alla GMG: Roma 2012

Ed eccoci all'ultimo appuntamento con la storia della GMG attraverso le parole dei S.Padri cominciato lo scorso febbraio.
Rileggeremo infatti oggi il messaggio, l'omelia e l'angelus per l'incontro del 2012. Continuate però a seguirci, in quanto da settimana prossima inizierà un nuovo appuntamento...


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
BENEDETTO XVI
PER LA XXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 

2012
«Siate sempre lieti nel Signore!» (Fil 4,4)

Cari giovani,
sono lieto di rivolgermi nuovamente a voi, in occasione della XXVII Giornata Mondiale della Gioventù. Il ricordo dell’incontro di Madrid, lo scorso agosto, resta ben presente nel mio cuore. E’ stato uno straordinario momento di grazia, nel corso del quale il Signore ha benedetto i giovani presenti, venuti dal mondo intero. Rendo grazie a Dio per i tanti frutti che ha fatto nascere in quelle giornate e che in futuro non mancheranno di moltiplicarsi per i giovani e per le comunità a cui appartengono. Adesso siamo già orientati verso il prossimo appuntamento a Rio de Janeiro nel 2013, che avrà come tema «Andate e fate discepoli tutti i popoli!» (cfr Mt 28,19).
Quest’anno, il tema della Giornata Mondiale della Gioventù ci è dato da un’esortazione dellaLettera di san Paolo apostolo ai Filippesi: «Siate sempre lieti nel Signore!» (4,4). La gioia, in effetti, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana. Anche durante ogni Giornata Mondiale della Gioventù facciamo esperienza di una gioia intensa, la gioia della comunione, la gioia di essere cristiani, la gioia della fede. È una delle caratteristiche di questi incontri. E vediamo la grande forza attrattiva che essa ha: in un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana.
La Chiesa ha la vocazione di portare al mondo la gioia, una gioia autentica e duratura, quella che gli angeli hanno annunciato ai pastori di Betlemme nella notte della nascita di Gesù (cfr Lc 2,10): Dio non ha solo parlato, non ha solo compiuto segni prodigiosi nella storia dell’umanità, Dio si è fatto così vicino da farsi uno di noi e percorrere le tappe dell’intera vita dell’uomo. Nel difficile contesto attuale, tanti giovani intorno a voi hanno un immenso bisogno di sentire che il messaggio cristiano è un messaggio di gioia e di speranza! Vorrei riflettere con voi allora su questa gioia, sulle strade per trovarla, affinché possiate viverla sempre più in profondità ed esserne messaggeri tra coloro che vi circondano.
1. II nostro cuore è fatto per la gioia
L’aspirazione alla gioia è impressa nell’intimo dell’essere umano. Al di là delle soddisfazioni immediate e passeggere, il nostro cuore cerca la gioia profonda, piena e duratura, che possa dare «sapore» all’esistenza. E ciò vale soprattutto per voi, perché la giovinezza è un periodo di continua scoperta della vita, del mondo, degli altri e di se stessi. È un tempo di apertura verso il futuro, in cui si manifestano i grandi desideri di felicità, di amicizia, di condivisione e di verità, in cui si è mossi da ideali e si concepiscono progetti.
E ogni giorno sono tante le gioie semplici che il Signore ci offre: la gioia di vivere, la gioia di fronte alla bellezza della natura, la gioia di un lavoro ben fatto, la gioia del servizio, la gioia dell’amore sincero e puro. E se guardiamo con attenzione, esistono tanti altri motivi di gioia: i bei momenti della vita familiare, l’amicizia condivisa, la scoperta delle proprie capacità personali e il raggiungimento di buoni risultati, l’apprezzamento da parte degli altri, la possibilità di esprimersi e di sentirsi capiti, la sensazione di essere utili al prossimo. E poi l’acquisizione di nuove conoscenze mediante gli studi, la scoperta di nuove dimensioni attraverso viaggi e incontri, la possibilità di fare progetti per il futuro. Ma anche l’esperienza di leggere un’opera letteraria, di ammirare un capolavoro dell’arte, di ascoltare e suonare musica o di vedere un film possono produrre in noi delle vere e proprie gioie.
Ogni giorno, però, ci scontriamo anche con tante difficoltà e nel cuore vi sono preoccupazioni per il futuro, al punto che ci possiamo chiedere se la gioia piena e duratura alla quale aspiriamo non sia forse un’illusione e una fuga dalla realtà. Sono molti i giovani che si interrogano: è veramente possibile la gioia piena al giorno d’oggi? E questa ricerca percorre varie strade, alcune delle quali si rivelano sbagliate, o perlomeno pericolose. Ma come distinguere le gioie veramente durature dai piaceri immediati e ingannevoli? Come trovare la vera gioia nella vita, quella che dura e non ci abbandona anche nei momenti difficili?
2. Dio è la fonte della vera gioia
In realtà le gioie autentiche, quelle piccole del quotidiano o quelle grandi della vita, trovano tutte origine in Dio, anche se non appare a prima vista, perché Dio è comunione di amore eterno, è gioia infinita che non rimane chiusa in se stessa, ma si espande in quelli che Egli ama e che lo amano. Dio ci ha creati a sua immagine per amore e per riversare su noi questo suo amore, per colmarci della sua presenza e della sua grazia. Dio vuole renderci partecipi della sua gioia, divina ed eterna, facendoci scoprire che il valore e il senso profondo della nostra vita sta nell’essere accettato, accolto e amato da Lui, e non con un’accoglienza fragile come può essere quella umana, ma con un’accoglienza incondizionata come è quella divina: io sono voluto, ho un posto nel mondo e nella storia, sono amato personalmente da Dio. E se Dio mi accetta, mi ama e io ne divento sicuro, so in modo chiaro e certo che è bene che io ci sia, che esista.
Questo amore infinito di Dio per ciascuno di noi si manifesta in modo pieno in Gesù Cristo. In Lui si trova la gioia che cerchiamo. Nel Vangelo vediamo come gli eventi che segnano gli inizi della vita di Gesù siano caratterizzati dalla gioia. Quando l’arcangelo Gabriele annuncia alla Vergine Maria che sarà madre del Salvatore, inizia con questa parola: «Rallegrati!» (Lc 1,28). Alla nascita di Gesù, l’Angelo del Signore dice ai pastori: «Ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11). E i Magi che cercavano il bambino, «al vedere la stella, provarono una gioia grandissima» (Mt 2,10). Il motivo di questa gioia è dunque la vicinanza di Dio, che si è fatto uno di noi. Ed è questo che intendeva san Paolo quando scriveva ai cristiani di Filippi: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). La prima causa della nostra gioia è la vicinanza del Signore, che mi accoglie e mi ama.
E infatti dall’incontro con Gesù nasce sempre una grande gioia interiore. Nei Vangeli lo possiamo vedere in molti episodi. Ricordiamo la visita di Gesù a Zaccheo, un esattore delle tasse disonesto, un peccatore pubblico, al quale Gesù dice: «Oggi devo fermarmi a casa tua». E Zaccheo, riferisce san Luca, «lo accolse pieno di gioia» (Lc 19,5-6). E’ la gioia dell’incontro con il Signore; è il sentire l’amore di Dio che può trasformare l’intera esistenza e portare salvezza. E Zaccheo decide di cambiare vita e di dare la metà dei suoi beni ai poveri.
Nell’ora della passione di Gesù, questo amore si manifesta in tutta la sua forza. Negli ultimi momenti della sua vita terrena, a cena con i suoi amici, Egli dice: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore... Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9.11). Gesù vuole introdurre i suoi discepoli e ciascuno di noi nella gioia piena, quella che Egli condivide con il Padre, perché l’amore con cui il Padre lo ama sia in noi (cfr. Gv 17,26). La gioia cristiana è aprirsi a questo amore di Dio e appartenere a Lui.
Narrano i Vangeli che Maria di Magdala e altre donne andarono a visitare la tomba dove Gesù era stato posto dopo la sua morte e ricevettero da un Angelo un annuncio sconvolgente, quello della sua risurrezione. Allora abbandonarono in fretta il sepolcro, annota l’Evangelista, «con timore e gioia grande» e corsero a dare la lieta notizia ai discepoli. E Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!» (Mt 28,8-9). E’ la gioia della salvezza che viene loro offerta: Cristo è il vivente, è Colui che ha vinto il male, il peccato e la morte. Egli è presente in mezzo a noi come il Risorto, fino alla fine del mondo (cfr Mt 28,20). Il male non ha l’ultima parola sulla nostra vita, ma la fede in Cristo Salvatore ci dice che l’amore di Dio vince.
Questa gioia profonda è frutto dello Spirito Santo che ci rende figli di Dio, capaci di vivere e di gustare la sua bontà, di rivolgerci a Lui con il termine «Abbà», Padre (cfr Rm 8,15). La gioia è segno della sua presenza e della sua azione in noi.
3. Conservare nel cuore la gioia cristiana
A questo punto ci domandiamo: come ricevere e conservare questo dono della gioia profonda, della gioia spirituale?
Un Salmo ci dice: «Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore» (Sal 37,4). E Gesù spiega che «il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo» (Mt 13,44). Trovare e conservare la gioia spirituale nasce dall’incontro con il Signore, che chiede di seguirlo, di fare la scelta decisa di puntare tutto su di Lui. Cari giovani, non abbiate paura di mettere in gioco la vostra vita facendo spazio a Gesù Cristo e al suo Vangelo; è la strada per avere la pace e la vera felicità nell’intimo di noi stessi, è la strada per la vera realizzazione della nostra esistenza di figli di Dio, creati a sua immagine e somiglianza.
Cercare la gioia nel Signore: la gioia è frutto della fede, è riconoscere ogni giorno la sua presenza, la sua amicizia: «Il Signore è vicino!» (Fil 4,5); è riporre la nostra fiducia in Lui, è crescere nella conoscenza e nell’amore di Lui. L’«Anno della fede», che tra pochi mesi inizieremo, ci sarà di aiuto e di stimolo. Cari amici, imparate a vedere come Dio agisce nelle vostre vite, scopritelo nascosto nel cuore degli avvenimenti del vostro quotidiano. Credete che Egli è sempre fedele all’alleanza che ha stretto con voi nel giorno del vostro Battesimo. Sappiate che non vi abbandonerà mai. Rivolgete spesso il vostro sguardo verso di Lui. Sulla croce, ha donato la sua vita perché vi ama. La contemplazione di un amore così grande porta nei nostri cuori una speranza e una gioia che nulla può abbattere. Un cristiano non può essere mai triste perché ha incontrato Cristo, che ha dato la vita per lui.
Cercare il Signore, incontrarlo nella vita significa anche accogliere la sua Parola, che è gioia per il cuore. Il profeta Geremia scrive: «Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore» (Ger 15,16). Imparate a leggere e meditare la Sacra Scrittura, vi troverete una risposta alle domande più profonde di verità che albergano nel vostro cuore e nella vostra mente. La Parola di Dio fa scoprire le meraviglie che Dio ha operato nella storia dell’uomo e, pieni di gioia, apre alla lode e all’adorazione: «Venite, cantiamo al Signore... adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti» (Sal 95,1.6).
In modo particolare, poi, la Liturgia è il luogo per eccellenza in cui si esprime la gioia che la Chiesa attinge dal Signore e trasmette al mondo. Ogni domenica, nell’Eucaristia, le comunità cristiane celebrano il Mistero centrale della salvezza: la morte e risurrezione di Cristo. E’ questo un momento fondamentale per il cammino di ogni discepolo del Signore, in cui si rende presente il suo Sacrificio di amore; è il giorno in cui incontriamo il Cristo Risorto, ascoltiamo la sua Parola, ci nutriamo del suo Corpo e del suo Sangue. Un Salmo afferma: «Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!» (Sal 118,24). E nella notte di Pasqua, la Chiesa canta l’Exultet, espressione di gioia per la vittoria di Gesù Cristo sul peccato e sulla morte: «Esulti il coro degli angeli... Gioisca la terra inondata da così grande splendore... e questo tempio tutto risuoni per le acclamazioni del popolo in festa!». La gioia cristiana nasce dal sapere di essere amati da un Dio che si è fatto uomo, ha dato la sua vita per noi e ha sconfitto il male e la morte; ed è vivere di amore per lui. Santa Teresa di Gesù Bambino, giovane carmelitana, scriveva: «Gesù, è amarti la mia gioia!» (P 45, 21 gennaio 1897, Op. Compl., pag. 708).
4. La gioia dell’amore
Cari amici, la gioia è intimamente legata all’amore: sono due frutti inseparabili dello Spirito Santo (cfr Gal 5,23). L’amore produce gioia, e la gioia è una forma d’amore. La beata Madre Teresa di Calcutta, facendo eco alle parole di Gesù: «si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35), diceva: «La gioia è una rete d’amore per catturare le anime. Dio ama chi dona con gioia. E chi dona con gioia dona di più». E il Servo di Dio Paolo VI scriveva: «In Dio stesso tutto è gioia poiché tutto è dono» (Esort. ap. Gaudete in Domino, 9 maggio 1975)
Pensando ai vari ambiti della vostra vita, vorrei dirvi che amare significa costanza, fedeltà, tener fede agli impegni. E questo, in primo luogo, nelle amicizie: i nostri amici si aspettano che siamo sinceri, leali, fedeli, perché il vero amore è perseverante anche e soprattutto nelle difficoltà. E lo stesso vale per il lavoro, gli studi e i servizi che svolgete. La fedeltà e la perseveranza nel bene conducono alla gioia, anche se non sempre questa è immediata.
Per entrare nella gioia dell’amore, siamo chiamati anche ad essere generosi, a non accontentarci di dare il minimo, ma ad impegnarci a fondo nella vita, con un’attenzione particolare per i più bisognosi. Il mondo ha necessità di uomini e donne competenti e generosi, che si mettano al servizio del bene comune. Impegnatevi a studiare con serietà; coltivate i vostri talenti e metteteli fin d’ora al servizio del prossimo. Cercate il modo di contribuire a rendere la società più giusta e umana, là dove vi trovate. Che tutta la vostra vita sia guidata dallo spirito di servizio, e non dalla ricerca del potere, del successo materiale e del denaro.
A proposito di generosità, non posso non menzionare una gioia speciale: quella che si prova rispondendo alla vocazione di donare tutta la propria vita al Signore. Cari giovani, non abbiate paura della chiamata di Cristo alla vita religiosa, monastica, missionaria o al sacerdozio. Siate certi che Egli colma di gioia coloro che, dedicandogli la vita in questa prospettiva, rispondono al suo invito a lasciare tutto per rimanere con Lui e dedicarsi con cuore indiviso al servizio degli altri. Allo stesso modo, grande è la gioia che Egli riserva all’uomo e alla donna che si donano totalmente l’uno all’altro nel matrimonio per costituire una famiglia e diventare segno dell’amore di Cristo per la sua Chiesa.
Vorrei richiamare un terzo elemento per entrare nella gioia dell’amore: far crescere nella vostra vita e nella vita delle vostre comunità la comunione fraterna. C’è uno stretto legame tra la comunione e la gioia. Non è un caso che san Paolo scriva la sua esortazione al plurale: non si rivolge a ciascuno singolarmente, ma afferma: «Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4). Soltanto insieme, vivendo la comunione fraterna, possiamo sperimentare questa gioia. Il libro degli Atti degli Apostoli descrive così la prima comunità cristiana: «spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore» (At 2,46). Impegnatevi anche voi affinché le comunità cristiane possano essere luoghi privilegiati di condivisione, di attenzione e di cura l’uno dell’altro.
5. La gioia della conversione
Cari amici, per vivere la vera gioia occorre anche identificare le tentazioni che la allontanano. La cultura attuale induce spesso a cercare traguardi, realizzazioni e piaceri immediati, favorendo più l’incostanza che la perseveranza nella fatica e la fedeltà agli impegni. I messaggi che ricevete spingono ad entrare nella logica del consumo, prospettando felicità artificiali. L’esperienza insegna che l’avere non coincide con la gioia: vi sono tante persone che, pur avendo beni materiali in abbondanza, sono spesso afflitte dalla disperazione, dalla tristezza e sentono un vuoto nella vita. Per rimanere nella gioia, siamo chiamati a vivere nell’amore e nella verità, a vivere in Dio.
E la volontà di Dio è che noi siamo felici. Per questo ci ha dato delle indicazioni concrete per il nostro cammino: i Comandamenti. Osservandoli, noi troviamo la strada della vita e della felicità. Anche se a prima vista possono sembrare un insieme di divieti, quasi un ostacolo alla libertà, se li meditiamo più attentamente, alla luce del Messaggio di Cristo, essi sono un insieme di essenziali e preziose regole di vita che conducono a un’esistenza felice, realizzata secondo il progetto di Dio. Quante volte, invece, costatiamo che costruire ignorando Dio e la sua volontà porta delusione, tristezza, senso di sconfitta. L’esperienza del peccato come rifiuto di seguirlo, come offesa alla sua amicizia, porta ombra nel nostro cuore.
Ma se a volte il cammino cristiano non è facile e l’impegno di fedeltà all’amore del Signore incontra ostacoli o registra cadute, Dio, nella sua misericordia, non ci abbandona, ma ci offre sempre la possibilità di ritornare a Lui, di riconciliarci con Lui, di sperimentare la gioia del suo amore che perdona e riaccoglie.
Cari giovani, ricorrete spesso al Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione! Esso è il Sacramento della gioia ritrovata. Domandate allo Spirito Santo la luce per saper riconoscere il vostro peccato e la capacità di chiedere perdono a Dio accostandovi a questo Sacramento con costanza, serenità e fiducia. Il Signore vi aprirà sempre le sue braccia, vi purificherà e vi farà entrare nella sua gioia: vi sarà gioia nel cielo anche per un solo peccatore che si converte (cfr Lc 15,7).
6. La gioia nelle prove
Alla fine, però, potrebbe rimanere nel nostro cuore la domanda se veramente è possibile vivere nella gioia anche in mezzo alle tante prove della vita, specialmente le più dolorose e misteriose, se veramente seguire il Signore, fidarci di Lui dona sempre felicità.
La risposta ci può venire da alcune esperienze di giovani come voi che hanno trovato proprio in Cristo la luce capace di dare forza e speranza, anche in mezzo alle situazioni più difficili. Il beato Pier Giorgio Frassati (1901-1925) ha sperimentato tante prove nella sua pur breve esistenza, tra cui una, riguardante la sua vita sentimentale, che lo aveva ferito in modo profondo. Proprio in questa situazione, scriveva alla sorella: «Tu mi domandi se sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà forza sempre allegro! Ogni cattolico non può non essere allegro... Lo scopo per cui noi siamo stati creati ci addita la via seminata sia pure di molte spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori» (Lettera alla sorella Luciana, Torino, 14 febbraio 1925). E il beato Giovanni Paolo II, presentandolo come modello, diceva di lui: «era un giovane di una gioia trascinante, una gioia che superava tante difficoltà della sua vita» (Discorso ai giovani, Torino, 13 aprile 1980).
Più vicina a noi, la giovane Chiara Badano (1971-1990), recentemente beatificata, ha sperimentato come il dolore possa essere trasfigurato dall’amore ed essere misteriosamente abitato dalla gioia. All’età di 18 anni, in un momento in cui il cancro la faceva particolarmente soffrire, Chiara aveva pregato lo Spirito Santo, intercedendo per i giovani del suo Movimento. Oltre alla propria guarigione, aveva chiesto a Dio di illuminare con il suo Spirito tutti quei giovani, di dar loro la sapienza e la luce: «È stato proprio un momento di Dio: soffrivo molto fisicamente, ma l’anima cantava» (Lettera a Chiara Lubich, Sassello, 20 dicembre 1989). La chiave della sua pace e della sua gioia era la completa fiducia nel Signore e l’accettazione anche della malattia come misteriosa espressione della sua volontà per il bene suo e di tutti. Ripeteva spesso: «Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io».
Sono due semplici testimonianze tra molte altre che mostrano come il cristiano autentico non è mai disperato e triste, anche davanti alle prove più dure, e mostrano che la gioia cristiana non è una fuga dalla realtà, ma una forza soprannaturale per affrontare e vivere le difficoltà quotidiane. Sappiamo che Cristo crocifisso e risorto è con noi, è l’amico sempre fedele. Quando partecipiamo alle sue sofferenze, partecipiamo anche alla sua gloria. Con Lui e in Lui, la sofferenza è trasformata in amore. E là si trova la gioia (cfr Col 1,24).
7. Testimoni della gioia
Cari amici, per concludere vorrei esortarvi ad essere missionari della gioia. Non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa. Andate a raccontare agli altri giovani la vostra gioia di aver trovato quel tesoro prezioso che è Gesù stesso. Non possiamo tenere per noi la gioia della fede: perché essa possa restare in noi, dobbiamo trasmetterla. San Giovanni afferma: «Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi... Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia piena» (1Gv 1,3-4).
A volte viene dipinta un’immagine del Cristianesimo come di una proposta di vita che opprime la nostra libertà, che va contro il nostro desiderio di felicità e di gioia. Ma questo non risponde a verità! I cristiani sono uomini e donne veramente felici perché sanno di non essere mai soli, ma di essere sorretti sempre dalle mani di Dio! Spetta soprattutto a voi, giovani discepoli di Cristo, mostrare al mondo che la fede porta una felicità e una gioia vera, piena e duratura. E se il modo di vivere dei cristiani sembra a volte stanco ed annoiato, testimoniate voi per primi il volto gioioso e felice della fede. Il Vangelo è la «buona novella» che Dio ci ama e che ognuno di noi è importante per Lui. Mostrate al mondo che è proprio così!
Siate dunque missionari entusiasti della nuova evangelizzazione! Portate a coloro che soffrono, a coloro che sono in ricerca, la gioia che Gesù vuole donare. Portatela nelle vostre famiglie, nelle vostre scuole e università, nei vostri luoghi di lavoro e nei vostri gruppi di amici, là dove vivete. Vedrete che essa è contagiosa. E riceverete il centuplo: la gioia della salvezza per voi stessi, la gioia di vedere la Misericordia di Dio all’opera nei cuori. Il giorno del vostro incontro definitivo con il Signore, Egli potrà dirvi: «Servo buono e fedele, prendi parte alla gioia del tuo padrone!» (Mt25,21).
La Vergine Maria vi accompagni in questo cammino. Ella ha accolto il Signore dentro di sé e l’ha annunciato con un canto di lode e di gioia, il Magnificat: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46-47). Maria ha risposto pienamente all’amore di Dio dedicando la sua vita a Lui in un servizio umile e totale. E’ chiamata «causa della nostra letizia» perché ci ha dato Gesù. Che Ella vi introduca in quella gioia che nessuno potrà togliervi!
Dal Vaticano, 15 marzo 2012

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
Piazza San Pietro
XXVII Giornata Mondiale della Gioventù
Domenica, 1° aprile 2012

Cari fratelli e sorelle!
La Domenica delle Palme è il grande portale che ci introduce nella Settimana Santa, la settimana nella quale il Signore Gesù si avvia verso il culmine della sua vicenda terrena. Egli sale a Gerusalemme per portare a compimento le Scritture e per essere appeso sul legno della croce, il trono da cui regnerà per sempre, attirando a sé l’umanità di ogni tempo e offrendo a tutti il dono della redenzione. Sappiamo dai Vangeli che Gesù si era incamminato verso Gerusalemme insieme ai Dodici, e che a poco a poco si era associata a loro una schiera crescente di pellegrini. San Marco ci racconta che già alla partenza da Gerico c’era una «grande folla» che seguiva Gesù (cfr 10,46).
In quest’ultimo tratto del percorso si verifica un particolare evento, che aumenta l’attesa di ciò che sta per accadere e fa sì che l’attenzione si concentri ancora di più su Gesù. Lungo la strada, all’uscita da Gerico, sta seduto a mendicare un uomo cieco, di nome Bartimeo. Appena egli sente dire che sta arrivando Gesù di Nazaret, incomincia a gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!» (Mc 10,47). Si cerca di farlo tacere, ma inutilmente; finché Gesù lo fa chiamare e lo invita ad avvicinarsi. «Che cosa vuoi che io faccia per te?», gli chiede. E quegli: «Rabbunì, che io veda di nuovo!” (v. 51). Gesù risponde: «Va’, la tua fede ti ha salvato». Bartimeo riacquistò la vista e si mise a seguire Gesù lungo la strada (cfr v. 52). Ed ecco che, dopo quel segno prodigioso, accompagnato da quella invocazione «Figlio di Davide», un fremito di speranza messianico attraversa la folla facendo sorgere in molti una domanda: quel Gesù, che camminava davanti a loro verso Gerusalemme, era forse il Messia, il nuovo Davide? E con il suo ingresso ormai imminente nella città santa, era forse giunto il tempo in cui Dio avrebbe finalmente restaurato il regno davidico?
Anche la preparazione dell’ingresso, che Gesù fa insieme ai suoi discepoli, contribuisce ad aumentare questa speranza. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo odierno (cfr Mc 11,1-10), Gesù arriva a Gerusalemme da Betfage e dal Monte degli ulivi, cioè dalla strada su cui avrebbe dovuto venire il Messia. Da lì, Egli manda avanti due discepoli, comandando loro di portargli un puledro di asino, che avrebbero trovato lungo la via. Essi trovano effettivamente l’asinello, lo slegano e lo conducono a Gesù. A questo punto, gli animi dei discepoli e anche degli altri pellegrini sono presi dall’entusiasmo: prendono i loro mantelli e li mettono sul puledro; altri li stendono sulla strada davanti a Gesù, che avanza in groppa all’asino. Poi tagliano rami dagli alberi e cominciano a gridare parole del Salmo 118, antiche parole di benedizione dei pellegrini che diventano, in quel contesto, una proclamazione messianica: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!» (vv. 9-10). Questa acclamazione festosa, trasmessa da tutti e quattro gli Evangelisti, è un grido di benedizione, un inno di esultanza: esprime l’unanime convinzione che, in Gesù, Dio ha visitato il suo popolo e che il Messia desiderato finalmente è giunto. E tutti sono lì, con la crescente attesa per l’opera che il Cristo compirà una volta entrato nella sua città.
Ma qual è il contenuto, la risonanza più profonda di questo grido di giubilo? La risposta ci viene dall’intera Scrittura, la quale ci ricorda che il Messia porta a compimento la promessa della benedizione di Dio, la promessa originaria che Dio aveva fatto ad Abramo, il padre di tutti i credenti: «Farò di te una grande nazione e ti benedirò … e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra» (Gen 12,2-3). È la promessa che Israele aveva tenuto sempre viva nella preghiera, in particolare nella preghiera dei Salmi. Per questo, Colui che è acclamato dalla folla come il benedetto è, nello stesso tempo, Colui nel quale sarà benedetta l’umanità intera. Così, nella luce del Cristo, l’umanità si riconosce profondamente unita e come avvolta dal manto della benedizione divina, una benedizione che tutto permea, tutto sostiene, tutto redime, tutto santifica.
Possiamo scoprire qui un primo grande messaggio che giunge a noi dalla festività di oggi: l’invito ad assumere il giusto sguardo sull’umanità intera, sulle genti che formano il mondo, sulle sue varie culture e civiltà. Lo sguardo che il credente riceve da Cristo è lo sguardo della benedizione: uno sguardo sapiente e amorevole, capace di cogliere la bellezza del mondo e di compatirne la fragilità. In questo sguardo traspare lo sguardo stesso di Dio sugli uomini che Egli ama e sulla creazione, opera delle sue mani. Leggiamo nel Libro della Sapienza: «Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento. Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; … Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita» (Sap 11,23-24.26).
Ritorniamo alla pagina evangelica odierna e domandiamoci: che cosa c’è realmente nel cuore di quanti acclamano Cristo come Re d’Israele? Certamente avevano una loro idea del Messia, un’idea di come dovesse agire il Re promesso dai profeti e a lungo aspettato. Non è un caso che, pochi giorni dopo, la folla di Gerusalemme, invece di acclamare Gesù, griderà a Pilato: «Crocifiggilo»! E gli stessi discepoli, come pure altri che lo avevano visto e ascoltato, rimarranno ammutoliti e smarriti. La maggior parte, infatti, era rimasta delusa dal modo in cui Gesù aveva deciso di presentarsi come Messia e Re di Israele. Proprio qui sta il nodo della festa di oggi, anche per noi. Chi è per noi Gesù di Nazaret? Che idea abbiamo del Messia, che idea abbiamo di Dio? È una questione cruciale, questa, che non possiamo eludere, tanto più che proprio in questa settimana siamo chiamati a seguire il nostro Re che sceglie come trono la croce; siamo chiamati a seguire un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio. Dobbiamo allora chiederci: quali sono le nostre vere attese? quali i desideri più profondi, con cui siamo venuti qui oggi a celebrare la Domenica delle Palme e ad iniziare la Settimana Santa?
Cari giovani, che siete qui convenuti! Questa è in modo particolare la vostra Giornata, dovunque nel mondo è presente la Chiesa. Per questo vi saluto con grande affetto! La Domenica delle Palme sia per voi il giorno della decisione, la decisione di accogliere il Signore e di seguirlo fino in fondo, la decisione di fare della sua Pasqua di morte e risurrezione il senso stesso della vostra vita di cristiani. E’ la decisione che porta alla vera gioia, come ho voluto ricordare nel Messaggio ai Giovani per questa Giornata - «Siate sempre lieti nel Signore» (Fil 4,4) -, e come avvenne per santa Chiara di Assisi, che, ottocento anni or sono, trascinata dall’esempio di san Francesco e dei suoi primi compagni, proprio nella Domenica delle Palme, lasciò la casa paterna per consacrarsi totalmente al Signore: aveva diciotto anni ed ebbe il coraggio della fede e dell’amore, di decidersi per Cristo, trovando in Lui la gioia e la pace.
Cari fratelli e sorelle, siano in particolare due i sentimenti di questi giorni: la lode, come hanno fatto coloro che hanno accolto Gesù a Gerusalemme con i loro «osanna»; ed il ringraziamento, perché in questa Settimana Santa il Signore Gesù rinnoverà il dono più grande che si possa immaginare: ci donerà la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore. Ma a un dono così grande dobbiamo rispondere in modo adeguato, ossia con il dono di noi stessi, del nostro tempo, della nostra preghiera, del nostro stare in comunione profonda d’amore con Cristo che soffre, muore e risorge per noi. Gli antichi Padri della Chiesa hanno visto un simbolo di tutto ciò nel gesto della gente che seguiva Gesù nel suo ingresso in Gerusalemme, il gesto di stendere i mantelli davanti al Signore. Davanti a Cristo – dicevano i Padri – dobbiamo stendere la nostra vita, le nostre persone, in atteggiamento di gratitudine e di adorazione. Riascoltiamo, in conclusione, la voce di uno di questi antichi Padri, quella di sant’Andrea, Vescovo di Creta: «Stendiamo, dunque, umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, o meglio, di tutto lui stesso ... e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese ... per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria. Agitando i rami spirituali dell’anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele”» (PG 97, 994). Amen!


ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica delle Palme, 1° aprile 2012

Cari fratelli e sorelle!
Al termine di questa celebrazione, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti i presenti: ai Signori Cardinali, ai Fratelli Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e a tutti i fedeli. Un saluto speciale rivolgo al Comitato organizzatore della scorsa GMG di Madrid e a quello che sta organizzando la prossima, di Rio de Janeiro; come pure ai delegati all’Incontro Internazionale sulle Giornate Mondiali della Gioventù, promosso dal Pontificio Consiglio per il Laici, qui rappresentato dal Presidente, Cardinale Rilko, e dal Segretario, Mons. Clemens.
Saludo cordialmente a los jóvenes y demás peregrinos de lengua española, que participan en la liturgia del Domingo de Ramos y en la Jornada Mundial de la Juventud de este año. En particular, a los jóvenes madrileños acompañados por su Pastor, el Cardenal Antonio María Rouco Varela. En el comienzo de la Semana Santa os invito a todos a participar con fe y devoción en la celebración anual de los misterios de la Pasión y Resurrección de Jesucristo y experimentar la grandeza de su amor, que nos libra del pecado y de la muerte, y nos abre las puertas a la auténtica alegría. Feliz Domingo. Feliz Semana Santa.
Quero agora dirigir a minha saudação amiga aos jovens e demais peregrinos de língua portuguesa, que participam nesta celebração do Domingo de Ramos. De modo particular, saúdo o Arcebispo Dom Orani Tempesta, o Governador e o Prefeito do Rio de Janeiro e demais autoridades e membros do comitê responsável pela organização da próxima Jornada Mundial da Juventude, no ano que vem. Nos trabalhos preparatórios da mesma, procurai viver segundo o convite que hoje nos foi feito: «Alegrai-vos sempre no Senhor». Deste modo, o espírito alegre e acolhedor, conatural aos brasileiros, será sublimado pela alegria que nasce da união com Cristo, o Único Redentor. Assim, podereis de braços abertos – como a Estátua do Cristo que domina a paisagem carioca - receber os jovens que virão de todos os cantos do mundo para a vossa cidade. A todos desejo uma feliz e santa Páscoa!
Chers amis francophones, je suis heureux de vous accueillir en ce dimanche des Rameaux et de la Passion. En ce jour, nous célébrons également la Journée Mondiale de la Jeunesse, je vous invite à ouvrir toutes grandes les portes de vos cœurs au Christ. En cette Semaine Sainte nous allons contempler le Christ dans sa Passion, offrons Lui les souffrances de notre monde et confions Lui plus particulièrement les jeunes qui connaissent la maladie, le handicap, la détresse morale, la désespérance, les incertitudes face à l’avenir. Que la Vierge Marie, accompagne chacun de vous, tout au long de votre vie, afin que vous puissiez trouver en Dieu une source de confiance et de réconfort !
Dear brothers and sisters, today is Palm Sunday: as we remember Our Lord’s welcome into Jerusalem, I am pleased to greet all of you, especially the many young people who have come here to pray with me.  This Holy Week, may we be moved again by Christ’s passion and death, put our sins behind us and, with God’s grace, choose a life of love and service to our brethren.  God’s blessings upon you!
Ganz herzlich grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache, besonders die Jugendlichen anläßlich des 27. Weltjugendtags. Dieser Tag steht unter dem Leitwort aus dem Philipperbrief: „Freut euch im Herrn zu jeder Zeit!“ (4,4). Der Wunsch nach Freude und nach einem erfüllten Leben ist tief in jedes Menschenherz eingeschrieben. Christus will uns mit seiner Gegenwart wahre und echte Freude schenken. In den kommenden Kartagen schauen wir auf ihn, unseren Herrn und König. Durch sein Leiden und Kreuz hat er uns vom Tod befreit, damit wir in ihm Leben haben. Euch allen wünsche ich eine gesegnete Karwoche!
Pozdravljam maturante Škofijske klasične gimnazije v Šentvidu in njihove profesorje! Naj Gospod poživi vašo vero, upanje in ljubezen in naj bo z vami moj blagoslov!
[Saluto i maturandi del Liceo Classico Diocesano di Šentvid e i loro professori! Il Signore ravvivi la vostra fede, speranza e carità. Vi accompagno con la mia Benedizione!]
Pozdrawiam Polaków, szczególnie młodych tu obecnych oraz zebranych w rodzimych diecezjach i parafiach. Mottem dzisiejszego Dnia Młodzieży jest wezwanie św. Pawła: „Radujcie się zawsze w Panu!” (Flp 4,4). Radość płynąca ze świadomości, że Bóg nas kocha, jest centralnym elementem doświadczenia chrześcijańskiego. W świecie często naznaczonym smutkiem i niepewnością jest ona ważnym świadectwem piękna i pewności wiary. Bądźcie radosnymi świadkami Chrystusa! Niech Bóg wam błogosławi!
[Saluto i polacchi, in particolare i giovani qui presenti e radunati nelle loro diocesi e parrocchie. Il motto dell’odierna Giornata della Gioventù è l’appello di San Paolo: «Siate sempre lieti nel Signore!». La gioia, che scaturisce dalla consapevolezza che Dio ci ama, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana. In un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede. Siate lieti testimoni di Cristo! Dio vi benedica!]
Saluto infine con grande affetto i pellegrini italiani, specialmente i giovani, tra i quali è presente un numeroso gruppo della Diocesi di Brescia. Cari amici, prego perché nel vostro cuore abiti la vera gioia, quella che deriva dall’amore e che non viene meno nell’ora del sacrificio. A tutti auguro una buona Settimana Santa e una buona Pasqua! Grazie.

© Copyright 2012 - Libreria Editrice Vaticana