domenica 30 giugno 2013

La parola del Papa: l'angelus del 30 giugno

PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 30 giugno 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il Vangelo di questa domenica (Lc 9,51-62) mostra un passaggio molto importante nella vita di Cristo: il momento in cui – come scrive san Luca – «Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (9,51). Gerusalemme è la meta finale, dove Gesù, nella sua ultima Pasqua, deve morire e risorgere, e così portare a compimento la sua missione di salvezza.
Da quel momento, dopo quella “ferma decisione”, Gesù punta dritto al traguardo, e anche alle persone che incontra e che gli chiedono di seguirlo, dice chiaramente quali sono le condizioni: non avere una dimora stabile; sapersi distaccare dagli affetti umani; non cedere alla nostalgia del passato.
Ma Gesù dice anche ai suoi discepoli, incaricati di precederlo sulla via verso Gerusalemme per annunciare il suo passaggio, di non imporre nulla: se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone.
Tutto questo ci fa pensare. Ci dice, ad esempio, l’importanza che, anche per Gesù, ha avuto la coscienza: l’ascoltare nel suo cuore la voce del Padre e seguirla. Gesù, nella sua esistenza terrena, non era, per così dire, “telecomandato”: era il Verbo incarnato, il Figlio di Dio fatto uomo, e a un certo punto ha preso la ferma decisione di salire a Gerusalemme per l’ultima volta; una decisione presa nella sua coscienza, ma non da solo: insieme al Padre, in piena unione con Lui! Ha deciso in obbedienza al Padre, in ascolto profondo, intimo della sua volontà. E per questo la decisione era ferma, perché presa insieme con il Padre. E nel Padre Gesù trovava la forza e la luce per il suo camminoE Gesù era libero, in quella decisione era libero. Gesù vuole noi cristiani liberi come Lui, con quella libertà che viene da questo dialogo con il Padre, da questo dialogo con Dio. Gesù non vuole né cristiani egoisti, che seguono il proprio io, non parlano con Dio; né cristiani deboli, cristiani, che non hanno volontà, cristiani «telecomandati», incapaci di creatività, che cercano sempre di collegarsi con la volontà di un altro e non sono liberi. Gesù ci vuole liberi e questa libertà dove si fa? Si fa nel dialogo con Dio nella propria coscienza. Se un cristiano non sa parlare con Dio, non sa sentire Dio nella propria coscienza, non è libero, non è libero.
Per questo dobbiamo imparare ad ascoltare di più la nostra coscienza. Ma attenzione! Questo non significa seguire il proprio io, fare quello che mi interessa, che mi conviene, che mi piace... Non è questo! La coscienza è lo spazio interiore dell’ascolto della verità, del bene, dell’ascolto di Dio; è il luogo interiore della mia relazione con Lui, che parla al mio cuore e mi aiuta a discernere, a comprendere la strada che devo percorrere, e una volta presa la decisione, ad andare avanti, a rimanere fedele.
Noi abbiamo avuto un esempio meraviglioso di come è questo rapporto con Dio nella propria coscienza, un recente esempio meraviglioso. Il Papa Benedetto XVI ci ha dato questo grande esempio quando il Signore gli ha fatto capire, nella preghiera, quale era il passo che doveva compiere. Ha seguito, con grande senso di discernimento e coraggio, la sua coscienza, cioè la volontà di Dio che parlava al suo cuoreE questo esempio del nostro Padre fa tanto  bene a tutti noi, come un esempio da seguire.
La Madonna, con grande semplicità, ascoltava e meditava nell’intimo di se stessa la Parola di Dio e ciò che accadeva a Gesù. Seguì il suo Figlio con intima convinzione, con ferma speranza. Ci aiuti Maria a diventare sempre più uomini e donne di coscienza, liberi nella coscienza, perché è nella coscienza che si dà dialogo con Dio; uomini e donne, capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione  capaci di ascoltare la voce di Dio e di seguirla con decisione.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
oggi in Italia si celebra la Giornata della carità del Papa. Desidero ringraziare i Vescovi e tutte le parrocchie, specialmente le più povere, per le preghiere e le offerte che sostengono tante iniziative pastorali e caritative del Successore di Pietro in ogni parte del mondo. Grazie a tutti!
Rivolgo di cuore il mio saluto a tutti i pellegrini presenti, in particolare ai numerosi fedeli venuti dalla Germania. Saluto anche i pellegrini di Madrid, Augsburg, Sonnino, Casarano, Lenola, Sambucetole e Montegranaro; il gruppo di laici domenicani, la Fraternità apostolica della Divina Misericordia di Piazza Armerina, gli Amici delle missioni del Preziosissimo Sangue, l’UNITALSI di Ischia di Castro e i ragazzi di Latisana.
Vi chiedo di pregare per me. A tutti auguro una buona domenica e buon pranzo. Arrivedeci!



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sabato 29 giugno 2013

La parola del Papa: l'angelus del 29 giugno

SOLENNITÀ DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO
PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Sabato, 29 giugno 2013

Cari fratelli e sorelle!
Oggi, 29 giugno, è la festa solenne dei Santi Pietro e Paolo. E’ in modo speciale la festa della Chiesa di Roma, fondata sul martirio di questi due Apostoli. Ma è anche una grande festa per la Chiesa universale, perché tutto il Popolo di Dio è debitore verso di loro per il dono della fede. Pietro è stato il primo a confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio. Paolo ha diffuso questo annuncio nel mondo greco-romano. E la Provvidenza ha voluto che tutti e due giungessero qui a Roma e qui versassero il sangue per la fede. Per questo la Chiesa di Roma è diventata, subito, spontaneamente, il punto di riferimento per tutte le Chiese sparse nel mondo. Non per il potere dell’Impero, ma per la forza del martirio, della testimonianza resa a Cristo! In fondo, è sempre e soltanto l’amore di Cristo che genera la fede e che manda avanti la Chiesa.
Pensiamo a Pietro. Quando confessò la sua fede in Gesù, non lo fece per le sue capacità umane, ma perché era stato conquistato dalla grazia che Gesù sprigionava, dall’amore che sentiva nelle sue parole e vedeva nei suoi gesti: Gesù era l’amore di Dio in persona!
E lo stesso accadde a Paolo, anche se in modo diverso. Paolo da giovane era nemico dei cristiani, e quando Cristo Risorto lo chiamò sulla via di Damasco la sua vita fu trasformata: capì che Gesù non era morto, ma vivo, e amava anche lui, che era suo nemico! Ecco l’esperienza della misericordia, del perdono di Dio in Gesù Cristo: questa è la Buona Notizia, il Vangelo che Pietro e Paolo hanno sperimentato in se stessi e per il quale hanno dato la vita. Misericordia, perdono! Il Signore sempre ci perdona, il Signore ha misericordia, è misericordioso, ha un cuore misericordioso e ci aspetta sempre.
Cari fratelli, che gioia credere in un Dio che è tutto amore, tutto grazia! Questa è la fede che Pietro e Paolo hanno ricevuto da Cristo e hanno trasmesso alla Chiesa. Lodiamo il Signore per questi due gloriosi testimoni, e come loro lasciamoci conquistare da Cristo, dalla misericordia di Cristo.
Ricordiamo anche che Simon Pietro aveva un fratello, Andrea, che ha condiviso con lui l’esperienza della fede in Gesù. Anzi, Andrea incontrò Gesù prima di Simone, e subito ne parlò al fratello e lo portò da Gesù. Mi piace ricordarlo anche perché oggi, secondo la bella tradizione, è presente a Roma la Delegazione del Patriarcato di Costantinopoli, che ha come Patrono proprio l’Apostolo Andrea. Tutti insieme mandiamo il nostro saluto cordiale al Patriarca Bartolomeo I e preghiamo per lui e per quella Chiesa. Vi invito anche a pregare tutti insieme un’Ave Maria per il patriarca Bartolomeo I; tutti insieme: Ave o Maria…
Preghiamo anche per gli Arcivescovi Metropoliti di diverse Chiese del mondo ai quali poco fa ho consegnato il Pallio, simbolo di comunione e di unità.
Ci accompagni e ci sostenga tutti la nostra Madre amata, Maria Santissima.


Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle,
con gioia saluto i pellegrini venuti da diversi Paesi per festeggiare gli Arcivescovi Metropoliti. Prego per tutte le loro Comunità; in particolare incoraggio il popolo centroafricano, duramente provato, a camminare con fede e speranza.
Vi saluto tutti con affetto: famiglie, fedeli di tante parrocchie e associazioni; in particolare quelli della diocesi di Iglesias, della città di Aragona e di Casale Popolo.
A tutti voi buona festa e buon pranzo. Arrivederci.


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mercoledì 26 giugno 2013

L'udienza generale del 26 giugno

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 26 giugno 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
oggi vorrei fare un breve cenno ad un’ulteriore immagine che ci aiuta ad illustrare il mistero della Chiesa: quella del tempio (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6).
Che cosa ci fa pensare la parola tempio? Ci fa pensare ad un edificio, ad una costruzione. In modo particolare, la mente di molti va alla storia del Popolo di Israele narrata nell’Antico Testamento. A Gerusalemme, il grande Tempio di Salomone era il luogo dell’incontro con Dio nella preghiera; all’interno del Tempio c’era l’Arca dell’alleanza, segno della presenza di Dio in mezzo al popolo; e nell’Arca c’erano le Tavole della Legge, la manna e la verga di Aronne: un richiamo al fatto che Dio era stato sempre dentro la storia del suo popolo, ne aveva accompagnato il cammino, ne aveva guidato i passi. Il tempio ricorda questa storia: anche noi quando andiamo al tempio dobbiamo ricordare questa storia, ciascuno di noi la nostra storia, come Gesù mi ha incontrato, come Gesù ha camminato con me, come Gesù mi ama e mi benedice.
Ecco, ciò che era prefigurato nell’antico Tempio, è realizzato, dalla potenza dello Spirito Santo, nella Chiesa: la Chiesa è la “casa di Dio”, il luogo della sua presenza, dove possiamo trovare e incontrare il Signore; la Chiesa è il Tempio in cui abita lo Spirito Santo che la anima, la guida e la sorregge. Se ci chiediamo: dove possiamo incontrare Dio? Dove possiamo entrare in comunione con Lui attraverso Cristo? Dove possiamo trovare la luce dello Spirito Santo che illumini la nostra vita? La risposta è: nel popolo di Dio, fra noi, che siamo Chiesa. Qui incontreremo Gesù, lo Spirito Santo e il Padre.
L’antico Tempio era edificato dalle mani degli uomini: si voleva “dare una casa” a Dio, per avere un segno visibile della sua presenza in mezzo al popolo. Con l’Incarnazione del Figlio di Dio, si compie la profezia di Natan al Re Davide (cfr 2 Sam 7,1-29): non è il re, non siamo noi a “dare una casa a Dio”, ma è Dio stesso che “costruisce la sua casa” per venire ad abitare in mezzo a noi, come scrive san Giovanni nel suo Vangelo (cfr 1,14). Cristo è il Tempio vivente del Padre, e Cristo stesso edifica la sua “casa spirituale”, la Chiesa, fatta non di pietre materiali, ma di “pietre viventi”, che siamo noi. L’Apostolo Paolo dice ai cristiani di Efeso: voi siete «edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (Ef 2,20-22). Questa è una cosa bella! Noi siamo le pietre vive dell’edificio di Dio, unite profondamente a Cristo, che è la pietra di sostegno, e anche di sostegno tra noi. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che il tempio siamo noi, noi siamo la Chiesa vivente, il tempio vivente e quando siamo insieme tra di noi c’è anche lo Spirito Santo, che ci aiuta a crescere come Chiesa. Noi non siamo isolati, ma siamo popolo di Dio: questa è la Chiesa!
Ed è lo Spirito Santo, con i suoi doni, che disegna la varietà. Questo è importante: cosa fa lo Spirito Santo fra noi? Egli disegna la varietà che è la ricchezza nella Chiesa e unisce tutto e tutti, così da costituire un tempio spirituale, in cui non offriamo sacrifici materiali, ma noi stessi, la nostra vita (cfr 1Pt 2,4-5). La Chiesa non è un intreccio di cose e di interessi, ma è il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera, il Tempio dello Spirito Santo, il Tempio in cui Dio opera, il Tempio in cui ognuno di noi con il dono del Battesimo è pietra viva. Questo ci dice che nessuno è inutile nella Chiesa e se qualcuno a volte dice ad un altro: ‘Vai a casa, tu sei inutile’, questo non è vero, perché nessuno è inutile nella Chiesa, tutti siamo necessari per costruire questo Tempio! Nessuno è secondario. Nessuno è il più importante nella Chiesa, tutti siamo uguali agli occhi di Dio. Qualcuno di voi potrebbe dire: ‘Senta Signor Papa, Lei non è uguale a noi’. Sì, sono come ognuno di voi, tutti siamo uguali, siamo fratelli! Nessuno è anonimo: tutti formiamo e costruiamo la Chiesa. Questo ci invita anche a riflettere sul fatto che se manca il mattone della nostra vita cristiana, manca qualcosa alla bellezza della Chiesa. Alcuni dicono: ‘Io con la Chiesa non c’entro’, ma così salta il mattone di una vita in questo bel Tempio. Nessuno può andarsene, tutti dobbiamo portare alla Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro lavoro: tutti insieme.
Vorrei allora che ci domandassimo: come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per così dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti? Avete visto quanto è brutto vedere un cristiano stanco, annoiato, indifferente? Un cristiano così non va bene, il cristiano deve essere vivo, gioioso di essere cristiano; deve vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che è la Chiesa. Ci apriamo noi all’azione dello Spirito Santo per essere parte attiva nelle nostre comunità, o ci chiudiamo in noi stessi, dicendo: ‘ho tante cose da fare, non è compito mio’?
Il Signore doni a tutti noi la sua grazia, la sua forza, affinché possiamo essere profondamente uniti a Cristo, che è la pietra angolare, il pilastro, la pietra di sostegno della nostra vita e di tutta la vita della Chiesa. Preghiamo perché, animati dal suo Spirito, siamo sempre pietre vive della sua Chiesa.

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les jeunes venus de France, ainsi que les pèlerins venus du Congo et du Canada. Chers frères et sœurs, que le Seigneur nous donne la grâce d’être profondément unis au Christ et, par le don de nous-mêmes, de participer généreusement à la construction de l’Eglise: telle est notre mission.
I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Wales, South Africa, Indonesia, Canada and the United States. May your stay in the Eternal City confirm you in love for our Lord and his Church. God bless you all!
Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Pilger deutscher Sprache. Liebe Brüder und Schwestern! Im geistlichen Bau der Kirche wird jeder Stein gebraucht, keiner ist überflüssig. Fragen wir uns, wie wir unser Kirche-Sein leben, ob wir vielleicht brüchige Steine geworden sind. Der Heilige Geist will uns durch das Feuer der Liebe neue Festigkeit verleihen, Eifer und Begeisterung, um nach dem Vorbild Christi zu leben. Gott segne euch.
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, Bolivia, Colombia, México y los demás países latinoamericanos. Pidamos al Señor que, animados por su Espíritu, seamos siempre piedras vivas de su Iglesia. Muchas gracias.
Queridos peregrinos de língua portuguesa, particularmente vós, brasileiros de Goiânia e Santa Maria: sede bem-vindos! Saúdo-vos como pedras vivas do edifício espiritual que é a Igreja, encorajando-vos a permanecer profundamente unidos a Cristo para que, animados pelo seu Espírito, possais contribuir na edificação de uma Igreja sempre mais bela. Abençôo-vos a vós e as vossas comunidades.
كلمات الأب الأقدس للأشخاص الناطقين باللغة العربية:
المؤمنون الأحباء الناطقون باللغة العربية خاصة القادمون من مصر والعراق ومن الأراضي المقدسة: كونوا حجارة حية في بناء الله؛ ولا تسمحوا للضجر واللامبالاة بأن يحولانكم إلى حجارة مائتة ومميتة. افتحوا انفسكم لعمل الروح القدس كي تتحولوا إلى حجارة حية في المجتمع، متحدين بعمق بالمسيح، حجرة الزاوية لحياتكم ولحياة الكنيسة. وأمنح لكم جميعا البركة الرسولية!
Witam serdecznie przybyłych na audiencję Polaków. Szczególnie pozdrawiam pielgrzymów z Archidiecezji Łódzkiej z jej Arcybiskupem Metropolitą, jak również dzieci z Domu Pomocy Społecznej ze Starej Wsi. Życzę wszystkim byście byli głęboko zjednoczeni z Chrystusem, na którym wspiera się nasze życie i całe życie Kościoła. Niech On zawsze będzie dla was źródłem mocy i radości. Z sera wam błogosławię.
* * *
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana: parrocchie, associazioni, confraternite, enti, scuole e gruppi vari. In particolare, saluto i fedeli delle diocesi di Sessa Aurunca e di Caltagirone, accompagnati dai rispettivi Vescovi. Un affettuoso pensiero rivolgo al Padre Abate Pietro Vittorelli ed ai fedeli dell’Abbazia territoriale di Montecassino.
Sono lieto di salutare il Cardinale Salvatore De Giorgi e quanti gli sono vicini in occasione del suo sessantesimo anniversario di Ordinazione presbiterale e quarantesimo di Ordinazione episcopale. Pensate che bel servizio alla Chiesa: sessanta anni di sacerdozio e quaranta di episcopato! È un bel servizio che lui ha fatto con cuore di padre, con bontà di padre, e con questo cuore di padre ha fatto tanto bene alla Chiesa. Questa mattina abbiamo celebrato la Messa e c'era un piccolo gruppo di preti che sono stati ordinati da lui. Era piccolo il gruppo: ce n'erano più di ottanta! Immaginatevi quanti ne ha ordinati: ringraziamolo per tutto quello che ha fatto per la Chiesa. Saluto le Figlie della Chiesa e le Suore delle Poverelle che celebrano i loro Capitoli Generali. Vorrei, inoltre, come di consueto, rivolgere il mio cordiale saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.
A ciascuno auguro che questo incontro costituisca un incoraggiamento a diffondere con entusiasmo la novità del perenne messaggio salvifico portato da Cristo.


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Letture della S.Messa del 30 giugno

RITO ROMANO (XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO):

Prima lettura
1Re 19,16.19-21
 
Dal primo libro dei Re
In quei giorni, il Signore disse a Elìa: «Ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto».
Partito di lì, Elìa trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elìa, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello.
Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elìa, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elìa disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te».
Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elìa, entrando al suo servizio.


Salmo responsoriale
Sal 15

  R.:Sei tu, Signore, l’unico mio bene.

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu».
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


Seconda lettura
Gal 5,1.13-18
 
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù.
Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: «Amerai il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!
Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge.


Vangelo
Lc 9,51-62

Dal Vangelo secondo Luca
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio»

RITO AMBROSIANO (VI DOMENICA DOPO PENTECOSTE):

LETTURA
Lettura del libro dell’Esodo 24, 3-18

In quei giorni. Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!». Mosè scrisse tutte le parole del Signore. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore. Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto». Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».
Mosè salì con Aronne, Nadab, Abiu e i settanta anziani d’Israele. Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffìro, limpido come il cielo. Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e poi mangiarono e bevvero.
Il Signore disse a Mosè: «Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli». Mosè si mosse con Giosuè, suo aiutante, e Mosè salì sul monte di Dio. Agli anziani aveva detto: «Restate qui ad aspettarci, fin quando torneremo da voi; ecco, avete con voi Aronne e Cur: chiunque avrà una questione si rivolgerà a loro».
Mosè salì dunque sul monte e la nube coprì il monte. La gloria del Signore venne a dimorare sul monte Sinai e la nube lo coprì per sei giorni. Al settimo giorno il Signore chiamò Mosè dalla nube. La gloria del Signore appariva agli occhi degli Israeliti come fuoco divorante sulla cima della montagna. Mosè entrò dunque in mezzo alla nube e salì sul monte. Mosè rimase sul monte quaranta giorni e quaranta notti.   

SALMO
Sal 49 (50)

             ®  Ascoltate oggi la voce del Signore.

Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra da oriente a occidente.
Da Sion, bellezza perfetta,
Dio risplende. ®

Viene il nostro Dio e non sta in silenzio;
davanti a lui un fuoco divorante,
intorno a lui si scatena la tempesta.
Convoca il cielo dall’alto
e la terra per giudicare il suo popolo. ®

«Davanti a me riunite i miei fedeli,
che hanno stabilito con me l’alleanza
offrendo un sacrificio».
I cieli annunciano la sua giustizia:
è Dio che giudica. ®


EPISTOLA
Lettera agli Ebrei 8, 6-13a

Fratelli, Gesù ha avuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, perché è fondata su migliori promesse. Se la prima alleanza infatti fosse stata perfetta, non sarebbe stato il caso di stabilirne un’altra. Dio infatti, biasimando il suo popolo, dice: / «Ecco: vengono giorni, dice il Signore, / quando io concluderò un’alleanza nuova / con la casa d’Israele e con la casa di Giuda. / Non sarà come l’alleanza che feci con i loro padri, / nel giorno in cui li presi per mano / per farli uscire dalla terra d’Egitto; / poiché essi non rimasero fedeli alla mia alleanza, / anch’io non ebbi più cura di loro, dice il Signore. / E questa è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele / dopo quei giorni, dice il Signore: / porrò le mie leggi nella loro mente / e le imprimerò nei loro cuori; / sarò il loro Dio / ed essi saranno il mio popolo. / Né alcuno avrà più da istruire il suo concittadino, / né alcuno il proprio fratello, dicendo: / “Conosci il Signore!”. / Tutti infatti mi conosceranno, / dal più piccolo al più grande di loro. / Perché io perdonerò le loro iniquità / e non mi ricorderò più dei loro peccati». / Dicendo alleanza nuova, Dio ha dichiarato antica la prima.         


VANGELO
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 19, 30-35

In quel tempo. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

MESSA VIGILARE:

Annuncio della Risurrezione del Signore Nostro Gesù Cristo secondo Matteo 28, 8-10

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, il Signore Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Cristo Signore è risorto!
®   Rendiamo grazie a Dio!

Seguono le letture della messa della Domenica:
Es 24,3-18; Sal 49; Eb 8,6-13a; Gv 19,30-35

domenica 23 giugno 2013

La parola del Papa: l'angelus del 23 giugno

PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Piazza San Pietro
Domenica, 23 giugno 2013


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel Vangelo di questa domenica risuona una delle parole più incisive di Gesù: «Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà» (Lc 9,24).
Qui c’è una sintesi del messaggio di Cristo, ed è espressa con un paradosso molto efficace, che ci fa conoscere il suo modo di parlare, quasi ci fa sentire la sua voce… Ma che cosa significa “perdere la vita per causa di Gesù”? Questo può avvenire in due modi: esplicitamente confessando la fede o implicitamente difendendo la verità. I martiri sono l’esempio massimo del perdere la vita per Cristo. In duemila anni sono una schiera immensa gli uomini e le donne che hanno sacrificato la vita per rimanere fedeli a Gesù Cristo e al suo Vangelo. E oggi, in tante parti del mondo, ci sono tanti, tanti, - più che nei primi secoli – tanti martiri, che danno la propria vita per Cristo, che sono portati alla morte per non rinnegare Gesù Cristo. Questa è la nostra Chiesa. Oggi abbiamo più martiri che nei primi secoli! Ma c’è anche il martirio quotidiano, che non comporta la morte ma anch’esso è un “perdere la vita” per Cristo, compiendo il proprio dovere con amore, secondo la logica di Gesù, la logica del dono, del sacrificio. Pensiamo: quanti papà e mamme ogni giorno mettono in pratica la loro fede offrendo concretamente la propria vita per il bene della famiglia! Pensiamo a questi! Quanti sacerdoti, frati, suore svolgono con generosità il loro servizio per il regno di Dio! Quanti giovani rinunciano ai propri interessi per dedicarsi ai bambini, ai disabili, agli anziani… Anche questi sono martiri! Martiri quotidiani, martiri della quotidianità!
E poi ci sono tante persone, cristiani e non cristiani, che “perdono la propria vita” per la verità. E Cristo ha detto “io sono la verità”, quindi chi serve la verità serve Cristo. Una di queste persone, che ha dato la vita per la verità, è Giovanni il Battista: proprio domani, 24 giugno, è la sua festa grande, la solennità della sua nascita. Giovanni è stato scelto da Dio per preparare la via davanti a Gesù, e lo ha indicato al popolo d’Israele come il Messia, l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (cfr Gv 1,29). Giovanni ha consacrato tutto se stesso a Dio e al suo inviato, Gesù. Ma, alla fine, cosa è successo? E’ morto per la causa della verità, quando ha denunciato l’adulterio del re Erode e di Erodiade. Quante persone pagano a caro prezzo l’impegno per la verità! Quanti uomini retti preferiscono andare controcorrente, pur di non rinnegare la voce della coscienza, la voce della verità! Persone rette, che non hanno paura di andare controcorrente! E noi, non dobbiamo avere paura! Fra voi ci sono tanti giovani. A voi giovani dico: Non abbiate paura di andare controcorrente, quando ci vogliono rubare la speranza, quando ci propongono questi valori che sono avariati, valori come il pasto andato a male e quando un pasto è andato a male, ci fa male; questi valori ci fanno male. Dobbiamo andare controcorrente! E voi giovani, siate i primi: Andate controcorrente e abbiate questa fierezza di andare proprio controcorrente. Avanti, siate coraggiosi e andate controcorrente! E siate fieri di farlo!
Cari amici, accogliamo con gioia questa parola di Gesù. E’ una regola di vita proposta a tutti. E san Giovanni Battista ci aiuti a metterla in pratica. Su questa via ci precede, come sempre, la nostra Madre, Maria Santissima: lei ha perduto la sua vita per Gesù, fino alla Croce, e l’ha ricevuta in pienezza, con tutta la luce e la bellezza della Risurrezione. Ci aiuti Maria a fare sempre più nostra la logica del Vangelo.



Dopo l'Angelus
Ricordatevi bene: Non abbiate paura di andare controcorrente! Siate coraggiosi! E così, come noi non vogliamo mangiare un pasto andato a male, non portiamo con noi questi valori che sono avariati e che rovinano la vita, e tolgono la speranza. Avanti!
Vi saluto con affetto: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni, le scuole. Saluto gli alunni del Liceo diocesano di Vipàva in Slovenia; la comunità polacca di Ascoli Piceno; l’UNITALSI di Ischia di Castro; i ragazzi dell’Oratorio di Urgnano - vedo qui la loro bandiera, Bravi, siete bravi voi! -, i fedeli di Pordenone; le Suore e gli operatori dell’Ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti; un gruppo di delegati sindacali dal Veneto.
Auguro a tutti una buona domenica!
Pregate per me e buon pranzo!


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sabato 22 giugno 2013

Aspettando Rio, la replica

Se ieri vi foste persi lo special di Rai1 dedicato alla prossima GMG di Rio vi diamo la possibilità di rivederlo dalla nostra pagina di yotube:


Iniziative per la GMG

Leggiamo le seguenti iniziative dalla pagina ufficiale della GMG di Rio de Janeiro (che potrete visitare qui).
Ve le rigiriamo come scritte, in quanto paiono molto interessanti:

"NUOVE INIZIATIVE!
Ciao a tutti! A partire da oggi lanciamo tre iniziative in modo da conoscere e coinvolgere sia i gruppi che verranno a Rio sia quelli che ci seguiranno da casa...vorremmo conoscere le vostre storie, esperienze e sentire la vostra partecipazione "live" in quel di Rio!

Partiamo quindi con la prima iniziativa diretta proprio ai pellegrini della GMG di Rio2013!!!

VOI A RIO DE JANEIRO
Un questionario per conoscere il vostro gruppo....da dove venite....come vi state preparando...e tanto altro!

Vi preghiamo quindi di rispondere alle seguenti domande e inviare le vostre risposte a traduzionigmg.it@rio2013.com con in allegato una foto del vostro gruppo. Cercheremo di pubblicare tutte le vostre storie!

1) Nome del gruppo e provenienza

2) Quanti sarete? Età media dei partecipanti?

3) Come vi state preparando alla GMG?

4) Per quanti di voi sarà la prima esperienza alla GMG?

5) Quali sono stati i frutti delle precedenti edizioni?

6) Cosa vi aspettate dalla GMG e cosa pensate di fare quando tornerete alla "normalita' "?

Vi ringraziamo in anticipo del vostro contributo!!! Vi aspettiamo a RIO!!!"

(per rispondere a questo questionario dovete visitare la pagina ufficiale su FB)

"INIZIATIVA NUMERO 2....LITURGIA DELLE ORE

Una proposta alle Congregazioni Religiose che ci seguono: stiamo cercando delle comunità disponibili a cantare la Liturgia delle Ore del periodo dal 23 al 28 luglio 2013, da registrare in formato mp3, per inserirla nel programma radio italiano che andrà in onda durante la GMG. Gli interessati possono scrivere a traduzionigmg.it@rio2013.com 
Siamo sicuri che non farete mancare il vostro contributo!"

"INIZIATIVA NUMERO 3....TU ALLE GMG!

Avete già partecipato a qualche GMG e vorreste raccontare in modo orginale la vostra esperienza? Potete ritrovarvi con i vostri amici e registrare una testimonianza di circa tre minuti in mp3. Questi brevi racconti saranno mandati in onda su un canale radio durante la GMG Rio 2013. Tutti i pellegrini e i volontari di lingua italiana ascolteranno le vostre esperienze! Inviate il file mp3 con una breve presentazione del vostro gruppo a traduzionigmg.it@rio2013.com
Date spazio alla creatività e fate arrivare la vostra voce a Rio!!!"

venerdì 21 giugno 2013

L'Italia chiama Rio

Già in precedenza su queste pagine vi segnalammo le iniziative regionali per quanti volessero seguire la GMg senza poter andare in Brasile.
Per riassumere quanto detto e proporvi altre iniziative ripubblichiamo il seguente articolo, pubblicato sul giornale Avvenire lo scorso 29 maggio:

L’Italia chiama Rio. La Gmg è sotto casa

L’Italia chiama Rio. E la Gmg carioca arriva dietro casa. Per chi non potrà andare in Brasile al grande raduno internazionale dei giovani nessun timore: la Giornata mondiale sarà comunque a portata di mano. Grazie all’impegno e alla collaborazione delle diocesi italiana, la Penisola toccherà con mano il clima della Gmg. Da Nord a Sud, una mappa di appuntamenti per vivere l’evento brasiliano.

Lombardia. In Lombardia le diocesi danno appuntamento ai giovani nel Santuario di Caravaggio (Bg) per la veglia regionale. A cavallo tra il 27 e il 28 luglio si terrà la preghiera guidata dal vescovo di Bergamo, Francesco Beschi. Seguirà l’adorazione con alcune testimonianze. Notte all’aperto in collegamento diretto dal Brasile con il Papa e alle 8 del mattino successivo la Messa presieduta dall’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola.

Veneto. Proposta «Sottomarina» per i giovani del Nordest. Chioggia ospiterà il 27 e il 28 luglio la manifestazione «Io, Te e Rio» sul litorale di Sottomarina. Capofila del progetto è la diocesi di Chioggia, coadiuvata da Venezia, Vicenza, Concordia-Pordenone e Adria-Rovigo. A queste si sono aggiunte le diocesi di Vittorio Veneto, Udine e gli oratori «Noi» del Veneto. La mattinata del 27 sarà dedicata alla catechesi. Nel pomeriggio l’onda colorata raggiungerà la spiaggia. All’imbrunire le luci si accenderanno sulla diga dove si alterneranno musiche, balli e testimonianze. Una festa che continuerà con il collegamento da Rio per seguire la veglia del Papa. I giovani trascorreranno la notte sulla spiaggia. La Messa sarà il fulcro di domenica 28 luglio.

Liguria. Sarà Arenzano (Ge) il punto di raccolta dei giovani della Liguria che vivranno in contemporanea la Gmg di Rio. «Sfrutteremo un parco messoci a disposizione dal comune – spiega don Alberto Gastaldi, responsabile regionale per la Pastorale giovanile – e un’arena dove sarà allestito un maxi schermo per seguire la veglia del Papa. Abbiamo scelto questa località per la vicinanza al Santuario del Bambino di Praga. Al mattino del 27 luglio è prevista la catechesi.

Umbria. Doppia occasione per i giovani umbri. A Bolsena si celebra il 750 anniversario del miracolo eucaristico e tra il 27 e il 28 luglio si terrà la Gmg per quanti non potranno essere di persona a Rio. «L’incontro – precisa l’incaricato regionale per la pastorale giovanile, don Marcello Cruciani – prevede spazi di confronto e di preghiera e il collegamento in diretta per la veglia». All’incontro sarà presente il vescovo di Orvieto-Todi, Benedetto Tuzia.

Marche. Nelle Marche la settimana della Gmg si trasforma in un campo missionario. Itinerante, con tappe a Loreto, Pesaro, Ancona, Ascoli, Porto Recanati e Civitanova Marche. L’iniziativa, promossa dal Servizio regionale per la pastorale giovanile, dall’Ufficio vocazioni e da Migrantes, porterà i ragazzi nelle parrocchie e tra la gente. Il tour si concluderà il 27 e il 28 luglio al Centro Giovanni Paolo II di Loreto per il collegamento con Rio. Ai giovani sarà affidata «la regola di vita del missionario», basata sulla sobrietà e sulla prossimità, sperimentata durante il campo. E da continuare a vivere nella ferialità.

Abruzzo. In Abruzzo sono diverse le iniziative in cantiere. L’iniziativa nella diocesi di Avezzano, voluta dal vescovo Pietro Santoro, delegato regionale per i giovani di Abruzzo e Molise, si svolgerà nella parrocchia di Caruscino all’insegna della di missione e dell’evangelizzazione. Nella diocesi di Teramo-Atri, presieduta dal vescovo Michele Seccia, l’evento seguirà la diretta dell’incontro del Papa e i giovani potranno dormire nel Santuario di San Gabriele dell’Addolorata, ai piedi del Gran Sasso.

Campania. A casa, ma «in pieno stile Gmg con tanto di accoglienza nelle parrocchie, nelle famiglie e negli istituti religiosi». Dal 26 al 28 luglio i giovani della Campania si ritroveranno a Salerno: venerdì pomeriggio spazio alla catechesi sul Credo e alla professione di fede sulla tomba di san Matteo. Sabato la visita ad alcuni luoghi della città per riflettere sulla cittadinanza attiva, sulla politica e sull’impegno sociale precede i workshop sulla missione, sull’affettività, sull’orientamento vocazionale e sul lavoro. Si continua con la veglia di preghiera, l’adorazione e la festa. Domenica, prima della Messa, sarà proiettato un video che sintetizzerà quanto avvenuto a Rio.

Basilicata. La spiaggia di Maratea, la statua del Redentore, tantissimi ragazzi desiderosi di fare un’esperienza di fede per ripartire, da missionari, sulle vie del mondo. A Rio, ma anche a Maratea dove tutto – perfino il paesaggio – richiamerà il raduno brasiliano. L’appuntamento lucano, organizzato dal Servizio regionale per la pastorale giovanile, inizierà sabato 27 luglio sulla spiaggia di Fiumicello: dopo l’accoglienza si raggiungerà in pellegrinaggio la statua del Cristo. Il concerto della rock band «Nova» farà da preludio alla veglia e all’adorazione eucaristica che proseguirà per tutta la notte. Domenica una catechesi e la Messa conclusiva.

Sicilia. Sono attesi almeno 5000 ragazzi al grande appuntamento in programma il 27 luglio a Calderà di Barcellona Pozzo di Gotto. L’iniziativa, organizzata dal Servizio per la pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela in collaborazione con il Movimento giovanile salesiano di Sicilia, prenderà il via sabato pomeriggio in piazza delle Ancore e andrà avanti per tutta la notte con la veglia in collegamento video con Rio. Una serata di preghiera e festa per «Ri-svegliare l’aurora», come recita il titolo dell’evento.

Sardegna. Saranno Alghero e Nuoro i due punti in Sardegna nei quali i giovani potranno vivere insieme i momenti più importanti della Gmg di Rio. Nelle due città si ritroveranno i ragazzi che non potendo andare in Brasile vogliono comunque condividere l’esperienza della Giornata mondiale. «Il programma è ancora in via di definizione – dice don Massimo Cabua, delegato regionale della pastorale giovanile – ma in linea di massima nei due punti ci si ritroverà per vivere alcuni giorni di esperienze comuni mentre la sera della veglia a Rio cercheremo di collegarci via web tra i tre punti, Alghero, Nuoro e Rio, per vivere assieme questo momento così particolare e speciale».

(hanno collaborato Roberto Comparetti ed Elisabetta Marraccini)

Stefania Careddu e Patrizio Righero
© riproduzione riservata

Aspettando Rio stasera su Rai 1

Vi rigiro la seguente notizia, da me letta oggi sul sito della RAI:

"Manca un mese alla partenza di migliaia di giovani verso Rio de Janeiro per la Giornata Mondiale della Gioventù, la prima con Papa Francesco.

La Gmg dal 1987 al 2011 ha raccolto 20 milioni di giovani di tutto il mondo e il carisma di Papa Francesco porterà a Rio sicuramente altre centinaia di migliaia di ragazzi.
Rai1 Rai Vaticano in collaborazione con TgrTg1 Tg2 hanno  ripercorso in uno speciale i momenti più emozionanti delle passate GMG. Ci saranno le voci entusiaste di quei momenti, ma anche  le storie di giovani di allora che hanno re-interpretato la loro vita dopo quell’appuntamento indimenticabile. E’ la storia di Claudio e Giusy che con il loro camper della speranza la sera percorrono le vie di Crotone per portare conforto e cibo ai più disperati, o quella de parigino don Stefano. Non era nemmeno battezzato quando partecipò con un amico alla sua prima GMG, quella del 2000 a Roma, ora è un attivissimo parroco alla periferia di Roma. C’è la storia di un gruppo di napoletani che dalle GMG  hanno trovato la forza per creare delle cooperative e aiutare i tanti sfortunati del capoluogo partenopeo. E poi una coppia barese, si sono conosciuti grazie alla Gmg, si sono sposati e con il piccolo Giandomenico portano la loro testimonianza di fede e di famiglia. Ricordate l’inno della GMG di Tor Vergata? fu scritto da un torinese, che racconta la sua commovente storia. Massimo  era stato scelto per cantare il suo inno davanti a Papa Giovanni Paolo II, ma sua moglie Anna incinta del secondo figlio ebbe dei problemi e lui rinunciò, ma la domenica della GMG all’Angelus del Papa nacque Samuele, prematuro di due mesi ma sano.
Insomma storie diverse ma che raccontano le esperienze di giovani credenti, che hanno accolto l’invito del Papa per pregare tutti insieme diventando davvero parte del mondo."

Sarà nostra premura, se possibile, ritrasmettere su queste pagine questo speciale. Per ora vi auguriamo però buona visione






mercoledì 19 giugno 2013

L'udienza generale del 19 giugno

PAPA FRANCESCO
UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 19 giugno 2013

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi mi soffermo su un'altra espressione con cui il Concilio Vaticano II indica la natura della Chiesa: quella del corpo; il Concilio dice che la Chiesa è Corpo di Cristo (cfr Lumen gentium, 7).
Vorrei partire da un testo degli Atti degli Apostoli che conosciamo bene: la conversione di Saulo, che si chiamerà poi Paolo, uno dei più grandi evangelizzatori (cfr At 9,4-5). Saulo è un persecutore dei cristiani, ma mentre sta percorrendo la strada che porta alla città di Damasco, improvvisamente una luce lo avvolge, cade a terra e sente una voce che gli dice «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Lui domanda: «Chi sei, o Signore?», e quella voce risponde: «Io sono Gesù che tu perseguiti» (v. 3-5). Questa esperienza di san Paolo ci dice quanto sia profonda l’unione tra noi cristiani e Cristo stesso. Quando Gesù è salito al cielo non ci ha lasciati orfani, ma con il dono dello Spirito Santo l’unione con Lui è diventata ancora più intensa. Il Concilio Vaticano II afferma che Gesù «comunicando il suo Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli, chiamati da tutti i popoli» (Cost. dogm. Lumen gentium, 7).
L’immagine del corpo ci aiuta a capire questo profondo legame Chiesa-Cristo, che san Paolo ha sviluppato in modo particolare nella Prima Lettera ai Corinzi (cfr cap. 12). Anzitutto il corpo ci richiama ad una realtà viva. La Chiesa non è un’associazione assistenziale, culturale o politica, ma è un corpo vivente, che cammina e agisce nella storia. E questo corpo ha un capo, Gesù, che lo guida, lo nutre e lo sorregge. Questo è un punto che vorrei sottolineare: se si separa il capo dal resto del corpo, l’intera persona non può sopravvivere. Così è nella Chiesa: dobbiamo rimanere legati in modo sempre più intenso a Gesù. Ma non solo questo: come in un corpo è importante che passi la linfa vitale perché viva, così dobbiamo permettere che Gesù operi in noi, che la sua Parola ci guidi, che la sua presenza eucaristica ci nutra, ci animi, che il suo amore dia forza al nostro amare il prossimo. E questo sempre! Sempre, sempre! Cari fratelli e sorelle, rimaniamo uniti a Gesù, fidiamoci di Lui, orientiamo la nostra vita secondo il suo Vangelo, alimentiamoci con la preghiera quotidiana, l’ascolto della Parola di Dio, la partecipazione ai Sacramenti.
E qui vengo ad un secondo aspetto della Chiesa come Corpo di Cristo. San Paolo afferma che come le membra del corpo umano, pur differenti e numerose, formano un solo corpo, così tutti noi siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo (cfr 1Cor 12,12-13). Nella Chiesa quindi, c’è una varietà, una diversità di compiti e di funzioni; non c’è la piatta uniformità, ma la ricchezza dei doni che distribuisce lo Spirito Santo. Però c’è la comunione e l’unità: tutti sono in relazione gli uni con gli altri e tutti concorrono a formare un unico corpo vitale, profondamente legato a Cristo. Ricordiamolo bene: essere parte della Chiesa vuol dire essere uniti a Cristo e ricevere da Lui la vita divina che ci fa vivere come cristiani, vuol dire rimanere uniti al Papa e ai Vescovi che sono strumenti di unità e di comunione, e vuol dire anche imparare a superare personalismi e divisioni, a comprendersi maggiormente, ad armonizzare le varietà e le ricchezze di ciascuno; in una parola a voler più bene a Dio e alle persone che ci sono accanto, in famiglia, in parrocchia, nelle associazioni. Corpo e membra per vivere devono essere uniti! L’unità è superiore ai conflitti, sempre! I conflitti se non si sciolgono bene, ci separano tra di noi, ci separano da Dio. Il conflitto può aiutarci a crescere, ma anche può dividerci. Non andiamo sulla strada delle divisioni, delle lotte fra noi! Tutti uniti, tutti uniti con le nostre differenze, ma uniti, sempre: questa è la strada di Gesù. L'unità è superiore ai conflitti. L’unità è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore perché ci liberi dalle tentazioni della divisione, delle lotte tra noi, degli egoismi, delle chiacchiere. Quanto male fanno le chiacchiere, quanto male! Mai chiacchierare degli altri, mai! Quanto danno arrecano alla Chiesa le divisioni tra i cristiani, l’essere di parte, gli interessi meschini!
Le divisioni tra noi, ma anche le divisioni fra le comunità: cristiani evangelici, cristiani ortodossi, cristiani cattolici, ma perché divisi? Dobbiamo cercare di portare l'unità. Vi racconto una cosa: oggi, prima di uscire da casa, sono stato quaranta minuti, più o meno, mezz'ora, con un Pastore evangelico e abbiamo pregato insieme, e cercato l'unità. Ma dobbiamo pregare fra noi cattolici e anche con gli altri cristiani, pregare perché il Signore ci doni l'unità, l'unità fra noi. Ma come avremo l'unità fra i cristiani se non siamo capaci di averla tra noi cattolici? Di averla nella famiglia? Quante famiglie lottano e si dividono! Cercate l'unità, l'unità che fa la Chiesa. L'unità viene da Gesù Cristo. Lui ci invia lo Spirito Santo per fare l'unità.
Cari fratelli e sorelle, chiediamo a Dio: aiutaci ad essere membra del Corpo della Chiesa sempre profondamente unite a Cristo; aiutaci a non far soffrire il Corpo della Chiesa con i nostri conflitti, le nostre divisioni, i nostri egoismi; aiutaci ad essere membra vive legate le une con le altre da un’unica forza, quella dell’amore, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori (cfr Rm 5,5).

Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement les nombreux jeunes présents, venus de Suisse et de France. Chers frères et sœurs, devenons chaque jours plus unis à Jésus. Demandons cette grâce au Seigneur de ne plus faire souffrir le Corps de son Eglise par nos égoïsmes et nos divisions. Que l’Esprit de communion soit toujours le plus fort !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, specialmente i numerosi giovani provenienti dalla Svizzera e dalla Francia. Cari fratelli e sorelle, unitevi sempre più intimamente a Gesù. Domandiamo al Signore la grazia di non far soffrire il Corpo della sua Chiesa con i personali egoismi e le divisioni. Lo spirito di comunione sia sempre più forte!]
I offer an affectionate greeting to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including those from England, Scotland, Slovakia, Sweden, South Africa, Papua New Guinea, India, Indonesia, Pakistan, the West Indies and the United States. May your stay in the Eternal City confirm you in love for our Lord and for his Body which is the Church. God bless you all!
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Slovacchia, Svezia, Sud Africa, Papua Nuova Guinea, India, Indonesia, Pakistan, Indie Occidentali e Stati Uniti. Il vostro soggiorno nella Città eterna vi confermi nell’amore di Cristo e del suo Corpo che è la Chiesa. Dio vi benedica tutti!]
Von Herzen grüße ich alle Gäste aus den Ländern deutscher Sprache. besonders die verschiedenen Schülergruppen und die Ehejubilare aus München. Der Heilige Geist lasse uns teilhaben an seiner Liebe, damit wir in Einheit und Frieden mit allen unseren Mitmenschen leben. Gott geleite euch stets auf eurem Lebensweg.
[Saluto di cuore tutti gli ospiti giunti fin qui dalle terre di lingua tedesca, in particolare i diversi gruppi di studenti e le coppie da Monaco di Baviera, che festeggiano diversi giubilei. Lo Spirito Santo ci renda partecipi del suo amore, affinché viviamo in concordia e in pace con tutti i nostri vicini. Dio vi protegga sempre nel cammino della vostra vita.]
Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, Argentina, Costa Rica, Honduras, México, República Dominicana y los demás países latinoamericanos. Pidamos al Señor que nos ayude a ser miembros vivos de su Cuerpo unidos por el amor que el Espíritu Santo derrama en los corazones. Muchas gracias.
Dirijo uma cordial saudação ao grupo de Jurisprudentes Católicos de Língua Portuguesa, aos peregrinos de Lisboa e quantos provêm do Brasil e dos vários países lusófonos. Que esta peregrinação aos túmulos dos Apóstolos São Pedro e São Paulo fortaleça, nos vossos corações, o sentir e o viver com a Igreja, sob o terno olhar da Virgem Mãe. Aprendei com Ela a ler os sinais de Deus na história, para serdes construtores de uma nova humanidade. Com estes votos, invoco sobre vós e vossas famílias a abundância das bênçãos do Céu.
[Saluto il gruppo dei Giuristi cattolici di lingua portoghese, i pellegrini di Lisbona e quanti provengono dal Brasile e dai diversi Paesi lusofoni. Possa questo pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli San Pietro e San Paolo rinvigorire, nei vostri cuori, il sentire e il vivere con la Chiesa, sotto il tenero sguardo della Vergine Madre. Con Lei imparate a leggere i segni di Dio nella storia, per essere costruttori di una nuova umanità. Con questi auguri, invoco su di voi e sulle vostre famiglie l’abbondanza delle benedizioni del Cielo.]
كلمات الأب الأقدس للأشخاص الناطقين باللغة العربية:
المؤمنون الأحباء الناطقون باللغة العربية خاصة القادمون من مصر والعراق ولبنان: إن الكنيسة هي جسد المسيح، ولهذا يجب علينا الاتحاد أكثر بالمسيح، والسماح له بأن يعمل في حياتنا. لترشدنا كلمته، وليغذينا حضوره الإفخارستي، ويهبنا القوة كي نحب القريب، كما أحبنا هو. ليعضد الرب، بواسطة نعمته، عزمنا في ألا نكون سبب ألم لجسد الكنيسة بصراعاتنا، وانقساماتنا، وأنانياتنا. وأمنح لكم جميعا البركة الرسولية!
[Cari fedeli di lingua araba, specialmente voi provenienti dall’Egitto, dall’Iraq e dal Libano: la Chiesa è il Corpo di Cristo, perciò dobbiamo rimanere uniti a Lui e permettere che Egli operi in noi. La sua Parola ci guida, la sua presenza eucaristica ci nutre e ci dona la forza per amare il prossimo, come Lui ci ha amati. Il Signore sostenga, con la sua Grazia, il nostro proposito di non far soffrire il Corpo della Chiesa con i nostri conflitti, le nostre divisioni, i nostri egoismi. A tutti voi imparto la Benedizione Apostolica!]
Drodzy polscy pielgrzymi, prośmy Boga, aby pomógł nam być członkami Ciała Kościoła zawsze głęboko zjednoczonymi z Chrystusem. Módlmy się, abyśmy nie zadawali cierpień Kościołowi przez nasz egoizm, podziały i konflikty. Niech Pan nam pomoże być żywymi członkami połączonymi jedyną siłą miłości, jaką Duch Święty rozlewa w naszych sercach (por. Rz 5,5). Z serca wam błogosławię.
[Cari pellegrini polacchi, chiediamo a Dio che ci aiuti ad essere membra del Corpo della Chiesa sempre profondamente unite a Cristo. Preghiamo perché non facciamo soffrire la Chiesa con il nostro egoismo, le divisioni e i conflitti. Il Signore ci aiuti ad essere membra vive legate da un’unica forza, quella dell’amore, che lo Spirito Santo riversa nei nostri cuori. Vi benedico di cuore!]

APPELLI
Domani si celebrerà la Giornata Mondiale del Rifugiato. Quest’anno siamo invitati a considerare specialmente la situazione delle famiglie rifugiate, costrette spesso a lasciare in fretta la loro casa e la loro patria e a perdere ogni bene e sicurezza per fuggire da violenze, persecuzioni, o gravi discriminazioni a motivo della religione professata, dell’appartenenza ad un gruppo etnico, delle loro idee politiche.
Oltre ai pericoli del viaggio, spesso queste famiglie si trovano a rischio di disgregazione e, nel Paese che li accoglie, devono confrontarsi con culture e società diverse dalla propria. Non possiamo essere insensibili verso le famiglie e verso tutti i nostri fratelli e sorelle rifugiati: siamo chiamati ad aiutarli, aprendoci alla comprensione e all’ospitalità.
Non manchino in tutto il mondo persone e istituzioni che li assistano: nel loro volto, è impresso il volto di Cristo!
* * *
Domenica scorsa, nell’Anno della fedeabbiamo celebrato Dio che è Vita e fonte della vita, Cristo che ci dona la vita divina, lo Spirito Santo che ci mantiene nella relazione vitale di veri figli di Dio. Vorrei rivolgere ancora una volta l’invito a tutti ad accogliere e testimoniare il “Vangelo della vita”, a promuovere e a difendere la vita in tutte le sue dimensioni e in tutte le sue fasi. Il cristiano è colui che dice “sì” alla vita, che dice “sì” a Dio, il Vivente.

Rivolgo un cordiale benvenuto a tutti i fedeli di lingua italiana: parrocchie, associazioni, gruppi, enti vari. In particolare, ai pellegrinaggi delle Diocesi di Pozzuoli, Lecce, Velletri-Segni e Alessandria, guidati dai rispettivi Pastori. Saluto i fedeli di Osimo, con il loro Arcivescovo, della Vicaria di Marino, con il Vescovo di Albano; e quelli della Parrocchia dei Santi Crisante e Daria, in Roma. Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli.
Ringrazio tutti per la presenza a questo incontro. Vi chiedo di pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa, e auspico per ciascuno di voi abbondanti grazie, perché siano rafforzati i vostri generosi propositi di fedeltà alla chiamata del Signore.


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