sabato 24 marzo 2012

Lo Spirito di Dio abita in voi

Proseguiamo anche oggi con le riflessioni quaresimali tratte dal volume "Cristo, mia speranza, è risorto" di Don Giuseppe Turani:

Annunciare


Il giorno del battesimo lo Spirito fa irruzione con abbondanza dando in dote al credente tutti i doni necessari per essere un vero figlio di Dio. Tra questi doni vi è il sacerdozio comune e, in forza di tale ministero, il credente celebra l'Eucarestia, offre e dona la sua vita in ogni celebrazione, porta all'altare il pane e il vino per la consacrazione, proclama la Parola. Non si può dire che l'azione eucaristica sia un "atto sacerdotale" inteso in senso strettamente ministeriale: nessuna azione liturgica è mai tale! [...]
L'Eucarestia è il sacrificio che perpetua quello della croce di Cristo, al quale la Chiesa è chiamata a partecipare a gloria del Padre e a salvezza del mondo. Al momento della preghiera eucaristica i fedeli sono chiamati a farsi offerenti e offerta su un piano spirituale. La preghiera di consacrazione insiste nella domanda che Dio accetti, gradisca il "nostro sacrificio"; questo non può essere accettato se non è espressione di fede, di carità, degli stessi sentimenti di Cristo. Il sacrificio di Cristo è reso presente nel memoriale per coinvolgere tutti i partecipanti nel suo movimento di obbedienza totale a Dio.
E' importante evidenziare che i fedeli sono invitati a offrirsi veramente: è la Chiesa che offre il sacrificio, e lo offre al Padre, ma i fedeli donano anche se stessi. L'offerta non è soltanto compito del presbitero; tutta la comunità offre se stessa al Padre nella preghiera eucaristica, con e per Cristo, per mezzo delle parole di chi presiede. L'offerta è perciò un aspetto essenziale della preghiera eucaristica. [...] Dall'offerta dei simboli eucaristici del sacrificio di Cristo all'offerta della nostra persona: ecco il percorso impegnativo cui è legata la trasformazione della nostra vita

Celebrare


[...] Gesù abolisce tutti i sacrifici perché offre se stesso quale vittima innocente e pura sulla croce, per riconciliare nel suo sangue tutta l'umanità con Dio. E' un atto supremo d'amore il suo, anticipato nell'ultima cena ed espresso nel dono del pane e del vino: mangiando e bevendo questi due alimenti, simbolo vero o sacramento della sua persona immolata sulla croce, noi partecipiamo alla piena comunione con Dio. Il sacrificio della Chiesa, che si realizza durante la celebrazione dell'Eucarestia, non consiste nel presentare pane e vino e nemmeno nell'offerta isolata di se stessi; ma siamo noi, suo popolo, che ci uniamo interiormente al sacrificio di Cristo.
E' bene chiarire i termini comunemente usati. Quando ci si riferisce al "rito dell'offertorio" si usa un termine non appropriato, in quanto l'esatta denominazione di quel momento situato dopo la preghiera dei fedeli è preparazione e presentazione del pane e del vino. [...] Il rito della preparazione dei doni non si riduce a un semplice prendere e portare i doni; se è una preparazione, deve preparare qualche cosa. Nel portare e nel porgere i doni il credente pone il suo desiderio di partecipare al sacrificio di Cristo. [...]
Giovanni Paolo II dichiara: "il celebrante, come ministro di quel sacrificio, è l'autentico sacerdote, il quale, in virtù del potere specifico conferito dalla sacra ordinazione, compie l'atto sacrificale che riporta gli uomini a Dio. Tutti coloro invece che partecipano all'Eucarestia, quantunque non compiano il sacrificio come lui, offrono con lui, in virtù del sacerdozio comune, i loro propri sacrifici spirituali, rappresentati dal pane e dal vino, sin dal momento della loro presentazione all'altare. Questo gesto liturgico, infatti, solennizzato da quasi tutte le liturgie, ha il suo valore e il suo significato spirituale. Il pane e il vino diventano, in un certo senso, segno di tutto quello che l'assemblea eucaristica porta, da sé, come dono a Dio, e offre in spirito". E' rilevante notare l'attenzione posta dal Papa al sacerdozio comune di ogni battezzato, una realtà oggi molto dimenticata a causa, forse, della paura, infondata, di svilire il significato del sacerdozio ministeriale.

Testimoniare


"Nell'ultima cena, Gesù vive il culmine della sua vicenda terrena: la massima donazione nell'amore verso il Padre e verso di noi espressa nel suo sacrificio, che egli anticipa nel Corpo donato e nel sangue versato. Quando sono stato arrestato, ho dovuto andarmene subito, a mani vuote. L'indomani mi è stato permesso di scrivere ai miei per chiedere le cose più necessarie: vestiti, dentifricio...
Ho scritto: "per favore, mandatemi un po' di vino, come medicina contro il mal di stomaco". I fedeli subito hanno capito. Mi hanno mandato una piccola bottiglia di vino per la Messa, con l'etichetta: "Medicina contro il mal di stomaco", e delle ostie nascoste in una fiaccola contro l'umidità. La polizia mi ha domandato: "Lei ha mal di stomaco? Ecco un po' di medicina per lei". Non potrò mai esprimere la mia grande gioia: ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d'acqua nel palmo della mano, ho celebrato la Messa. Era questo il mio altare ed era questa la mia cattedrale!
Era la mia vera medicina dell'anima e del corpo. Ogni volta che avevo l'opportunità di stendere le mani e di inchiodarmi sulla croce con Gesù, di bere con lui il calice più amaro. Ogni giorno, recitando le parole della consacrazione, confermavo con tutto il cuore e con tutta l'anima un nuovo patto, un patto eterno fra me e Gesù, mediante il suo sangue mescolato al mio. Erano le più belle Messe della mia vita. L'Eucarestia è diventata per me e per gli altri cristiani una presenza nascosta e incoraggiante in mezzo a tutte le difficoltà. Gesù nell'Eucarestia è stato adorato clandestinamente dai cristiani che vivevano con me, come tante volte è accaduto nei campi di prigionia del secolo XX. Nel campo di rieducazione eravamo divisi in gruppi di 50 persone; dormivamo su un letto comune, ciascuno aveva diritto a 50 cm. Siamo riusciti a far sì che ci fossero cinque cattolici con me. Alle 21.30 bisognava spegnere la luce e tutti dovevamo andare a dormire. In quel momento mi curvavo sul letto per celebrare la Messa, a memoria, e distribuivo la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Abbiamo perfino fabbricato sacchettini con la carta dei pacchetti di sigarette, per conservare il Santissimo Sacramento e portarlo agli altri. Gesù Eucarestia era sempre con me nella tasca della camicia. Così Gesù è diventato il vero compagno nostro nel Santissimo Sacramento".

Francois Xavier Nguyen Van Thuan

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